a "Help Jim Bridwell" di Giovanni Groaz

 

di Mauro Loss

 

 

Tra le tante e-mail che giornalmente mi ritrovo in casella una, in questi primi giorni di dicembre, ha attirato la mia attenzione, non tanto per chi mi ha scritto (Marco lo conosco bene è l’addetto stampa della Scuola Graffer), ma per l’oggetto: “Fw: jim bridwell”.

Si tratta di un inoltro di e-mail e le lettere “Fw” lo testimoniano inequivocabilmente ma quel nome “jim bridwell”, scritto con le iniziali minuscole e senza altra spiegazione, mi ha incuriosito parecchio.

Apro e leggendo capisco. Il messaggio originale proviene da Giovanni Groaz, un alpinista trentino probabilmente poco conosciuto al grande pubblico, ma con un palmares invidiabile fatto di ripetizioni e prime salite importanti.

La sua e-mail è una richiesta di aiuto per un caro amico e compagno di molte salite, Jim Bridwell per l’appunto, che attualmente a causa di alcune vicissitudini finanziarie e di salute, si trova in un difficile momento. 

Qualcuno la potrà definire un’altra tra le tante Catene di Sant'Antonio che giungono nelle nostre caselle di posta e, in verità, ho rimuginato a lungo se inviarla agli amici, ma l’appello di Giovanni è una richiesta d’aiuto cortese e accorata e ho deciso di provare ad aiutarlo anche divulgando il suo appello.

Chiedo cortesemente che venga divulgato anche su intraigiarùn.


Sono la guida alpina Giovanni Groaz, compagno italiano dello scalatore californiano Jim Bridwell, col quale ho aperto anche alcune difficili vie artificiali (Capitan, Yosemite Point, Grand Capucin). 

Jim, che è sempre stato particolarmente vicino all’alpinismo italiano, ha 64 anni e sta attraversando un difficile momento: ha perso recentemente la proprietà della casa per un mutuo bancario che non è riuscito a pagare, non solo per la difficile situazione  economica attuale, ma anche a causa d’un incidente alpinistico che l’ha bloccato  per lungo tempo e che non ha del tutto superato. 

Un gruppo di amici e guide alpine di Trento ha fondato un apposito Comitato, per soccorrere questo grande ma  sfortunato arrampicatore a superare il brutto momento.

Chi è disposto a versare un contributo, può farlo sul conto corrente  postale n° 92800887 (o tramite banca, il cui codice IBAN è: IT-64-H-07601-01800- 000092800887) intestato a HELP JIM  BRIDWELL, 38100 POVO (TN).
Il Comitato è stato recentemente registrato presso l’Anagrafe tributaria del Ministero delle Finanze, con Codice  fiscale 9608136022.

Un grazie di cuore a chi vorrà dare un aiuto.


Commento della Redazione.

Che non sia una catena di Sant'Antonio lo si capisce bene, sia per i nomi degli interessati, sia per la serietà e discrezione con cui l'appello è stato presentato, anzi è oltremodo apprezzabile lo spirito di amicizia che anima l'iniziativa e le intenzioni di Giovanni Groaz.

Noi Jim Bridwell lo conosciamo di fama, ma per quelli che non sapessero chi è presentiamo una piccola scheda desunta dal sito intotherocks, curata impeccabilmente da Carlo Caccia.

I falchi, da ragazzo, erano la sua passione: amava addestrarli, Jim, ma prima di addestrarli doveva catturarli.
E per catturarli non c'era altro sistema: arrampicarsi sulle pareti dove nidificavano.
Così è nata la passione e la passione, con la complicità di doti fuori dal comune, ha creato la leggenda.
Jim Bridwell, classe 1944, ma con l'entusiasmo e la semplicità di un bambino: un personaggio del tempo andato e del tempo a venire, che ci ha fatto sognare.
Attorno al suo nome ne ruotano altri come
Pacific Ocean Wall e Sea of Dreams (le sfide in casa, sul solare granito del Capitan), come Odyssey (su un altro granito: quello del Grand Capucin) e come The Dance of the Woo Li Masters e The Useless Emotion (sogni d'Alaska).
A proposito di quest'ultima creazione, firmata nel 1999 sul Bear's Tooth, Jim diceva che mai aveva affrontato nulla di simile, che il più difficile l'aveva incontrato lassù, dopo 38 anni passati sulle pareti del mondo.
Il crescendo, però, non era ancora finito: nel 2001, con Spencer Pfingsten, il vecchio Bridwell ancora una volta è riuscito a superare se stesso.
Dal Bear's Tooth (“Dente dell'orso”) è passato – anzi: tornato – al Moose's Tooth (“Dente dell'Alce”) e ha riletto la sua via del 1981 – quella
Dance of the Woo Li Masters aperta con un altra leggenda: Mugs Stump – regalandole una variante iniziale diretta di 19 lunghezze di corda.

Il tutto in 30 giorni, dopo i 29 del tentativo dell'anno precedente bloccato dal tratto chiave della salita: una placca di granito inclinata a 70 gradi, ricoperta di neve inconsistente, che obbliga ad un viaggio da brivido di 60 metri senza alcuna possibilità di proteggersi.
Ecco il vero massimo di Jim, ecco il vertice della parabola: il cuore di una via che supera con 44 lunghezze di corda (A5, 5.10b, WI4+ e M6) i 1500 metri della parete est dello splendido Moose's Tooth.
Oggi però
The Yosemite Living Legend, come recita il titolo del film che Michele Radici gli ha dedicato (il film è allegato al numero di dicembre di Alp), sta passando un momento particolarmente difficile e un gruppo di amici, in prima fila Giovanni Groaz che con Bridwell ha aperto la citata Odyssey ma anche, su El Capitan, Dark Star (A5, 1999) e Welcome to Afghanistan (A4+, 2001), ha recentemente creato un comitato per aiutare questo personaggio a cui un po' tutti, come è facile pensare leggendo la sua autobiografia (The Bird, pubblicata in Italia da Versante Sud), dobbiamo qualcosa, che va al di là del materiale.