a "La conquista più difficile di Reinhold Messner" di Ivo Rabanser

di Eugenio Cipriani


Vogliamo dare per buono il superamento dal basso di quella placca di pochi metri salita da Reinhold Messner?
Benissimo.

Allora diamo per buona anche la salita di Severino Casara lungo gli strapiombi nord del Campanile di Val Montanaia.
In entrambi i casi si trattava di pochissimi metri.
In entrambi i casi non esistono testimoni: Casara perché era solo, Messner perché perse poi il fratello sul Nanga Parbat (e la "querelle" nacque dopo la morte del fratello).

Viene da pensare che in alpinismo esistano due pesi e due misure.
Anzi, peggio: vari pesi e varie misure, a seconda della notorietà o meno del personaggio, della sua tendenza sessuale, della sua attività, ecc.

Ma la parola di un alpinista non dovrebbe essere "sacra"?
Almeno sino a palese prova contraria, è ovvio.
Prova che non è mai stata scoperta - né mai lo sarà - sia nel caso del Sass dla Crusc, sia nel caso del Campanile.
Ragion per cui, discutere di tutto ciò è semplicemente "voler friggere l'aria".