a "Nel labirinto della Torre Innerkofler" di David Zappaterra

di Mauro Loss


"Per quel che riguarda invece la ritirata, non la considero una vera e propria sconfitta..."

E perché dovresti?

A lungo, ammettere che non si era arrivati in cima e ci si era dovuti calare, è stato considerato come un peccato grave, una cosa da non fare, quasi un'ignominia.
Era impensabile ammettere che non si era riusciti a concludere una salita.
Si era considerati con disprezzo, quasi degli incapaci.

In verità, credo che sia sintomo di prudenza e di corretta valutazione della situazione in cui ci si trova e quindi non parlerei mai di sconfitta, ma piuttosto di un'avventura conclusa in modo diverso, ma appagante in egual modo.
Un'esperienza che aiuta a crescere molto di più della "vittoria".
Ammetto che mi dà fastidio rinunciare, ma talvolta è la scelta giusta e non mi pento delle mie ritirate, anzi ne vado molto fiero.