commento al commento a "Il momento in cui l’alpinismo entra dentro di te"

di Adelmo Benetti


Caro Fabrizio, voglio ringraziarti per la risposta che hai ritenuto di darmi e lo faccio con piacere per diversi motivi.
Ti ringrazio per la cortesia dei toni e dei modi che mi hai riservato.
Per la grazia e la puntualità delle tue osservazioni.

Ti ringrazio perchè mi hai fatto ripensare a mio nonno, il quale sosteneva che i romantici si ritengono spiritualmente superiori ai comuni mortali perchè pensano di custodire nell'anima un orizzonte più alto e più nobile.
In realtà, diceva lui, sono solo dei borghesucci che hanno il culo al caldo. (Oh, diceva proprio così! Era una sagoma quando era in vena).

Diceva che era per la borghesia che furono perfezionate le idee di anima e spiritualità romantiche, per una sua necessità di allora. E diceva che sono idee che ancora oggi tentiamo di difendere.
Ma, si chiedeva, noi ce l'abbiamo questa necessità?
Oh, io gli credo perchè era mio nonno.
Devo dire che si permetteva di dire 'culo' o cose così, solo quando conversavamo tra di noi.
Non lo avrebbe mai fatto con i suoi studenti, che lo adoravano. Gli volevo bene a quel vecchio, siamo stati tante volte in montagna assieme e ci siamo fatti un sacco di ferrate assieme.

Ti ringrazio perchè mi hai fatto capire, finalmente, chi è il personaggio ritratto di spalle tra le vette del celebre dipinto "Il viandante sul mare di nebbia" di C.D. Friedrich (sto scherzando, dai!).

Ti ringrazio, infine, per avermi rivelato la tua età.
Leggendoti pensavo ne avessi una cinquantina.
Sempre a scanso di equivoci: ti ringrazio sul serio.