a "Punta Dallago: via della Vipera ... con meno veleno", di Gabriele Villa

di Alessandro Loschi e Marco Serra


Bel racconto, volevo solo dire che a volte in vie "gettonate" la chiodatura fissa alle soste è necessaria per evitare in breve tempo di passare da una sosta con chiodi a lamina a una su friend n° 5 ...
Specialmente sulla dolomia e sul calcare.
Sulle vie di Soldá in zona Baffelan è stato fatto un lavoro di resinatura dei chiodi originali o simil originali...
Salva l'estetica e la roccia.

(Alessandro Loschi)
 Piacenza
 



Concordo pienamente e mi sono un po' intristito a leggere della via della Vipera spittata...
Da scarso fruitore di rocce, che ancora ogni tanto apprezza uno spit davanti al naso, ambivo a fare questa curiosa via, un po' perché da molti decantata per bellezza (seppur breve), un po' perché dopo un paio di avventure "senza spit" andate così così (per due diversissimi motivi e comunque in situazioni di tirate in macchina in giornata da Bologna), l'avevo puntata per ritrovare la confidenza in montagna senza protezioni fisse.

Mi chiedo davvero che senso avesse trasformare la via della Vipera, con diverse pareti lì intorno già attrezzate fin dall'inizio (e con l'intenzione chiara di chi le ha aperte), di essere più "addomesticate" sotto questo punto di vista; e quindi con un'onestà intellettuale chiara fin da subito.

Anche perché c'è un piacere VERO per chiunque arrampichi, su pareti come quella della Punta Dallago, del Trapezio del Lagazuoi o della Croda Negra, è proprio avere la possibilità quasi sempre di trovare la propria strada senza ansia, muovendosi quasi in totale libertà e a sentimento di come la roccia ti gratta i polpastrelli mentre sali.
Passi quando si fa qualcosa di nuovo purché con giudizio, ma richiodare un itinerario nato in modo diverso, per di più con queste difficoltà ... storco il naso per primo.

Mi auguro anche io e lo penso veramente, che la discussione abbia coinvolto gli autori e non solo le guide.

Chiedo poi ad Eugenio Cipriani, se ciò che è accaduto alla sua Via dei Camini alla Torre Anna (trecento metri in linea d'aria dalla via della Vipera), sia stato fatto col suo consenso (se non addirittura da lui stesso)...
Ovviamente c'è da augurarsi di sì, ma di 'sti tempi meglio non dar nulla per scontato.

(Marco Serra)
 Bologna