a "Roncobello: io tornerò ai miei sette anni" di Alessandra Panvini Rosati

di Gabriele Villa


Alessandra inviò il suo primo racconto in redazione nel 2013 e, a seguire, continuò ad inviarne altri con una certa regolarità e quasi sempre sono stati pubblicati (una decina in tutto) e anche graditi dai nostri lettori perchè di ottima qualità e di solito anche molto commentati, segno che trasmettevano emozioni.
Non a caso molti di questi sono finiti su di un libro "Sassi dalle mani", a testimoniarne il livello qualitativo.  
Alessandra ha collaborato molto con intraigiarùn anche commentando racconti di altri autori, o notizie e avvenimenti legati alla montagna e al nostro sito.
Devo dire che dagli scambi redattore/autrice, intercorsi in questi dieci anni, è nata una piacevole amicizia virtuale che si è, a volte, anche allargata a temi personali e confidenze esistenziali che ci ha fatto piacere condividere.

Quando è arrivato in redazione il suo ultimo scritto (era del 2019 l'ultimo suo pubblicato) lo ha proposto molto timidamente, però a noi è piaciuto subito anche se la storia era abbastanza personale, ma assai impattante a livello emotivo e pareva "nascondere" qualcosa che è poi emerso nelle mail che ci siamo scambiati in cui mi ha scritto:
"... il tutto è nato proprio dal fatto che sabato 24 porteremo la mamma a Roncobello, dopo cinquantadue anni!
Lei non ci è MAI più tornata. Siccome inizia a soffrire il peso degli anni, prima che si rinchiuda in un mondo tutto suo vorrei farle rivedere i luoghi dove, nel bene e nel male, siamo stati tutti felici...nonostante la DAF.
Verrà anche mio fratello, pure lui mai più tornato. Potrei fare delle foto sabato ma danno neve
..."
E le foto sono arrivate puntualmente dopo qualche giorno ...

Ci sembra un bel "lieto fine" per il racconto "Roncobello: io tornerò ai miei sette anni." per cui ringraziamo Alessandra di questa bella storia che ci ha regalato, nella quale, è nostra convinzione, la montagna c'entra molto più di quanto non possa apparire perchè non è la "cornice" che contiene il racconto, piuttosto ne è il "motore" emozionale che l'ha generato.