Spettacoli naturali: il mare di nuvole

 

Testi di Gabriele Villa e Fabio Cenacchi

 

Foto di Gabriele Villa, Marisa Tibola, Alberto Taddia, Alessandro Zavatti

 

 


Ci sono spettacoli naturali della montagna che unificano il sentire dei suoi frequentatori.

Che si stia camminando verso un rifugio o una baita, o andando per sentieri impervi, o ancora per ferrate o si stia mirando al raggiungimento di una cima per una via normale o per una parete impervia da superare in cordata, qualunque di queste diverse cose si stia facendo uguale sarà il fascino suscitato in noi da certi spettacoli naturali che offre la montagna in determinate situazioni ed in particolari periodi stagionali.

Così è certamente per il fascinoso cangiare dei colori del bosco in autunno, o per il rosseggiare delle cime rocciose nel meraviglioso fenomeno dell'enrosadira, o per quel bellissimo spettacolo che offre una valle invasa dalle brume di un mattino autunnale quando ci si sia alzati in quota e si guardi verso valle ciò che comunemente tutti chiamiamo "il mare di nuvole".

Proprio il "mare di nuvole" è il soggetto unificante di questo Diario Fotografico a tema e questo spiega la presenza di tanti diversi autori, di diverse situazioni, luoghi e tempi, uniti dal denominatore comune di questo spettacolo tipicamente autunnale, quando alle giornate ancora calde si mescola il freddo più pungente delle notti.  

 

 

Passo Valparola. Piccolo Lagazuoi. Domenica 1 novembre 1994.




Si era in cinque ed eravamo là per arrampicare sul Trapezio del Piccolo Lagazuoi.

Giornata fredda, tipicamente autunnale, la prima neve era già caduta, ma la parete era in buone condizioni.

Scegliemmo la via Centrale, una delle tante aperte su quella parete da Eugenio Cipriani, poco più di duecento metri di quarto grado con un breve passaggio di quinto, su roccia ideale e chiodatura "alpinistica" (chiodi normali, cordini alle clessidre e niente spit). 
Per la cronaca le due cordate erano composte da Gabriele Villa con Raffaele Ferri e da Maurizio Caleffi con Davide Tonioli e Leonardo Caselli.

Lo spettacolo più bello lo vedemmo durante l'avvicinamento, quando il mare di nuvole si "travasò" dalla conca della Val Badia a quella della Val Cordevole attraverso il Passo Valparola.




Sasso Bianco. Ciàmp. Domenica 16 ottobre 2005.

 

Le immagini sono scattate da Marisa Tibola che, per chi non lo sapesse, è mia cugina.

Marisa è un'agordina di Canale d'Agordo che ha sposato mio cugino Giulio che, per chi non lo sapesse, è stato quello che per primo ha avuto il "coraggio" di legarsi a me quando ho salito la mia prima via da capocordata in montagna:era lo spigolo Colbertaldo del Sass de Stria, il 1 novembre di un lontanissimo 1975.

Lei è, come mio cugino, una vera appassionata di montagna ed è una lettrice "della prima ora" del nostro sito. 

Le immagini me le aveva mandate via mail un anno e mezzo fa scrivendo più o meno: "Ieri sono stata su a Ciàmp in una bellissima giornata ed ho scattato delle foto che sicuramente ti piaceranno".

Sì, mi piacquero veramente e le salvai nella cartella "immagini".

Il "nostro" intraigiarùn aveva appena preso vita, il Diario Fotografico era di là da venire, e non pensavo certo di avere l'occasione di "presentarle" per condividere con altri quello spettacolo, ma sono contento di poterlo fare adesso. 
Ciàmp si trova sulle pendici del Sasso Bianco che si colloca nel gruppo delle Cime d'Auta ed è raggiungibile da San Tomaso agordino, arrivando nella frazione di Piaia e da qui a piedi in poco più di due ore (circa 700 metri di dislivello); ovvero dalla strada che collega Alleghe a Caprile, deviando alla frazione Le Grazie e raggiungendo l'abitato di Caracoi Cimai e da qui a piedi in tre/quattro ore (1000 metri di dislivello).





Piccole Dolomiti. Monte Cornetto. Domenica 26 novembre 2006.


Avete presente una di quelle domeniche ferraresi, in cui la nebbia sembra un muro di bambagia che nasconde le case dall’altra parte della strada? 
Una di quelle in cui vi svegliate con la nebbia alla finestra ed avete la certezza che rimarrà là, fra il vostro sguardo ed il mondo, per tutta la giornata… e forse tutta la settimana?
Ecco, proprio in una di queste giornate, siamo partiti alle 6,30 diretti verso le Piccole Dolomiti Vicentine per farci un’arrampicatina. 
Obbiettivo la via spigolo Soldà al Monte Cornetto.
La cortina di nebbia è scomparsa improvvisamente durante la salita verso il rifugio Campogrosso, e con nostra grande soddisfazione, è comparso un cielo stupendamente azzurro!
Per raggiungere l’attacco della via occorre percorrere un avvicinamento di quasi due ore, nelle quali si può godere del bel panorama. Nel nostro caso, la luce del sole di fine novembre, piuttosto basso all’orizzonte, ed il cielo completamente terso donavano alla roccia riflessi davvero suggestivi.
Arrivati all’attacco della via, abbiamo formato due cordate, la prima composta da Alessandro e Lory, la seconda con Alberto per primo, Claudio ed io come secondi. 
Beatrice ha deciso di salire  dalla via normale, dandoci appuntamento in cima. 
La progressione è stata divertente e non difficile, con qualche tratto in cui la roccia era un po’ friabile, ed occorreva fare bene attenzione. Impeccabili i primi delle rispettive cordate, Alessandro ed Alberto.  
Il panorama, durante la salita era davvero mozzafiato! 
Un mare di nubi e nebbia copriva la pianura, mentre noi eravamo là nel cielo più blu che si possa immaginare! L’emozione è stata magnifica, soprattutto nei due punti più impegnativi della via, un terzo tiro non difficile ma esposto e assolutamente “verticale”, ed un breve tratto di strapiombo, da superare con un po’ di decisione e determinazione. La sensazione era quella di essere appesi direttamente al cielo!
Durante il ritorno verso Campogrosso, per l’immancabile panino ed altrettanto obbligatoria birretta, ci siamo goduti lo spettacolo del tramonto sul Baffelan, giusta ricompensa prima di “immergerci” nuovamente nella nebbia fino a casa.





Nella foto di vetta: Alessandro Zavatti, Beatrice Bonilauri, Loriana Corli, Claudio Bonsi, Alberto Taddia, Fabio Cenacchi (autore del testo).