Diario patagonico ...matrimoniale

 

testo e fotografie di Francesco Cinti

 

 

L'aereo dell'Iberia è in orario perfetto e arriva a Buenos Aires aeroporto internazionale, dove a prenderci c'è l'autista del pullmino del nostro tour operator che ci condurrà in giro per la città prima di portarci all'hotel prescelto.
È così che inizia la nostra avventura, in un paese da tempo sognato ed agognato. 
L'hotel è in pieno centro cittadino, un po' vecchio e trasandato, ma sufficiente. 
La mattina abbiamo in programma il giro turistico della città fino al El Caminito, quartiere Boca. 
La giornata è bellissima e la temperatura veramente estiva, il termometro segna 37 gradi.
Prima di arrivare a destinazione, vediamo i punti più significativi della città, l'impressionante Avenida 9 de julio (18 corsie, 9 per lato), Plaza de Mayo, l'esterno del Teatro Colon, San Telmo, tutto camminando immersi in un traffico pazzesco e in una confusione che ci attanaglia le orecchie.
Pranziamo con alcuni panini e ci dirigiamo verso il Boca, quartiere poverissimo e lugubre, a dispetto della bella giornata di sole, che contiene la storica via El Caminito. 
Un contrasto incredibile (come tutta Buenos Aires), nella culla della povertà, una via incredibile, piena di negozietti artistici e scuole di tango. 
Camminiamo per quasi due ore, affascinati, e stupiti da questo piccolo gioiello e intanto sogniamo la tranquillità, i silenzi, e i grandi spazi aperti... della Patagonia. 
Rientriamo in hotel. 
Per la sera è in programma la cena con lo spettacolo di tango! 
Decidiamo però di non andare, preferiamo riposarci domani mattina si partirà molto presto. 
Il giorno seguente ci imbarchiamo puntuali sul volo che ci porterà a Peninsula Valdes- Puerto Madryn.

Peninsula Valdes - Puerto Madryn – Punta Tombo:

Arriviamo all'aeroporto, dove ci aspetta una giornata molto impegnativa ma sicuramente emozionante: il giro completo della Penisola Valdes.
La giornata è bella, c’è il sole e la temperatura è di 30°C; ci dirigiamo verso Puerto Piramides, l’unico villaggio della penisola, da dove si possono osservare le balene australi; a pochi chilometri c’è Punta Piramides da dove è possibile osservare una colonia di leoni marini, che si rilassano al sole.


Proseguiamo lungo la RP 2 per 76 chilometri verso Puerto Piramides, dove si trova la suggestiva località di Punta Delgada.
Il paesaggio è mozzafiato; il vecchio faro è stato trasformato in un lussuoso albergo-ristorante per turisti.
Riprendiamo il cammino dopo una breve sosta, proseguendo verso Punta Cantor e Caleta Valdes, un’insenatura formata da una striscia di terra lunga circa 32 chilometri che corre parallela alla costa dando origine ad uno specchio d’acqua in cui il mare scorre liberamente al ritmo delle maree e dove anche qui possiamo osservare un gran numero di uccelli, pinguini, elefanti marini, otarie, delfini, orche.
Infine di nuovo verso nord di Caleta Valdes, per trovare Punta Norte, le cui spiagge ospitano colonie di elefanti marini.
Da Punta Norte prendiamo la RP 47 che ritorna a Puerto Piramides abbandonando la costa e inoltrandosi all’interno, offrendo la possibilità di incontrare i guanachi, la martineta, i nandù, gli armadilli, le mucche, le pecore e tanti cavalli selvaggi allo stato brado; uno vero spettacolo!
Fermiamo la macchina, scendiamo, siamo soli in questa immensa distesa di campi aridi e selvaggi, ma di proprietà privata, avvolti dal silenzio, e da colori splendidi, sotto un cielo blu intenso che sembra mare.
Rientriamo a Puerto Madryn verso le 18, c'è anche il tempo per farsi un bagno nell'oceano atlantico, per poi cambiarci e recarci al ristorante convenzionato dove divoriamo la cena a base di ottima carne argentina.


Trelew- Punta Tombo

 

Partiamo alla volta di Trelew- Punta Tombo, la prima tappa è la cittadina gallese fondata alla fine del 1800 dai coloni Gallesi. Dopo il tour della città, ripartiamo verso Gaiman, una simpatica cittadina a 15 chilometri da Trelew, che ancora conserva le sue antiche costruzioni coloniali di pietra e le case da thè, dove, di pomeriggio dopo le 15, in un’atmosfera ottocentesca, ci viene servito il the accompagnato da torte e dolci gallesi, come avveniva nel passato. Terminato il tour alla "Reserva Natural de Punta Tombo” e lo facciamo percorrendo la RN 3, la cosiddetta Panamericana, che parte dall’Alaska e termina ad Ushuaia. Lungo questa strada si snoda una terra selvaggia, diventata parco naturale proprio a Punta Tombo, dove stanzia tutto l'anno una colonia numerosissima di simpaticissimi pinguini Magellano. Prima del tramonto che è sempre spettacolare, rientriamo a Puerto Madryn, per preparaci alla cena e al viaggio verso El Calafate che ci aspetta il giorno seguente.



El Calafate: 

Il giorno seguente ci imbarchiamo sul volo che ci dovrebbe portare ad El Calafate, dove ci aspetta il transfer per El Chalten punto di partenza delle spedizioni alpinistiche verso il Cerro Torre e Fitz Roy.
Così non accadde, in Argentina la compagnia aerea di bandiera è costantemente “demorada”, vale a dire in ritardo, e spesso di molte ore.
In questo caso partiamo alle 16 per El Calafate via Ushuaia, perdendo molto tempo, tante energie, e anche la coincidenza con il transfer per El Chalten dovendo così rinunciare a vedere le bellissime Ande, dove si è scritta la storia dell'alpinismo mondiale.
Arrivati alle dieci di sera, decidiamo di trascorrere la serata in giro per la città, seguendo le indicazioni della guida Lonely Planet, per terminare con una deliziosa cena in un bel ristorantino tipico, dove al termine degustiamo il Mate, bevanda tipica argentina.
Qua il Mate è infatti davvero una tradizione incredibile, tutti bevono con cannucce metalliche da strani contenitori questa bevanda, nei quali ogni tanto viene aggiunta acqua da un thermos tenuto sempre a portata di mano.

 

Ghiacciaio Perito Moreno

 

Il giorno dopo si parte per la visita al Perito Moreno.
Il pullmino dell'agenzia ci accompagna al ghiacciaio che si trova a circa 80 km da El Calafate.
L’impatto è incredibile: un ammasso enorme di ghiaccio blu si apre di fronte ai nostri occhi. 
Arriviamo alle passerelle, le percorriamo in lungo e in largo per cercare una veduta sempre diversa del ghiacciaio restando senza parole nel vedere uno spettacolo naturale così immenso, in tutti i sensi. 
Enchantè come direbbero i francesi.
Enormi blocchi di ghiaccio, dipinti di un azzurro cristallino esaltato da un celo nuvoloso, che ogni tanto si staccano dalla parete del ghiacciaio e crollano nel Canal de los Tempanos, il cielo è nuvoloso e questo ne risalta i colori, contrastandoli con il verde azzurro dell’acqua del lago e dei boschi circostanti.
Alle 14.30 circa si parte per andare sull’altro lato del ghiacciaio ed iniziare la nostra emozionante camminata che si svicola tra i boschi, lungo un percorso guidato che ci permette di osservare il ghiacciaio da più punti, tutti molto spettacolari.

 

 

Puerto Bandera - Lago Argentino


Il giorno dopo, non stanchi di ghiaccio e di buon ora, si riparte, il pullmino ci aspetta per portarci a Puerto Bandera, a 45 chilometri dalla città, dove ci imbarchiamo su un catamarano e iniziamo la navigazione del Lago Argentino attraversando la Boca del Diablo e il Brazo Norte fino ad arrivare ai ghiacciai Seco, Spegazzini, Upsala ed Onelli.
A Bahia Onelli sbarchiamo e dopo una breve passeggiata nel bosco, arriviamo alla riva del lago, crocevia delle acque di scioglimento di tutti i ghiacciai, il tutto circondato dalla tipica vegetazione andino-patagonica, diversa da quella a cui siamo abituati, basti pensare a che altezze si trovano i ghiacciai. 
Riprendiamo la navigazione tra le acque del lago un po' mosse, dove danzano tanti piccoli e grandi iceberg, in un contesto armonico di grandiosa natura, sembra essere in Antartide!
Il giorno seguente di nuovo pronti a ripartire, il nostro penultimo volo verso Ushuaia, ma prima ci concediamo un'attraversata a cavallo della valle in cui si dirama il Lago Argentino, godendo di colori incredibili e di un clima completamente estivo.


Ushuaia

Finalmente atterriamo nella città più australe del globo, infatti circumnavigando la terra da qui, incontreremmo solo acqua e nulla più.
Arriviamo in tarda serata e ci dirigiamo immediatamente in hotel, per poi concederci un breve tour notturno della città, anche se in questo periodo dell'anno c'è luce fino alle 23.45 della sera, siamo infatti a 600 km dall'Antartide.
Il giorno dopo sono in previsione due gite, la prima al “Glacial Martial”, il ghiacciaio andino che arrivava sino ai piedi di Ushuaia, raggiungibile in 15 minuti di taxi.
Il paesaggio è mozzafiato, in basso la città con il porto e alle spalle le Ande con i loro ghiacciai.
Ci si incammina e si sale tutto il Glacial Martial, con uno stato d'animo incredibile, ci troviamo a sud del mondo, sulle Ande, ma al contempo al mare, sinceramente si era un po' sbigottiti.
Il pomeriggio prosegue, spendendo le poche ore rimaste, navigando sul canale di Beagle, il canale che unisce l'oceano Pacifico con l'oceano Atlantico, divenuto nei secoli crocevia di commercio e punto di partenza per le spedizioni in Antartide.
Nel secondo giorno di permanenza a sud del mondo, dove un cielo splendido velato da poche nubi che sembravano pennellate di un artista ci accoglieva al mattino, ci prepariamo al trekking nel parco nazionale della Terra del Fuoco, chiamata così da Magellano che stupito, vide come attraverso grandi falò gli indigeni comunicavano sull'isola, letteralmente accendendola.
Il nostro trekking segue in parte la linea tracciata dal "trenino della Terra del Fuoco" e in parte guidati dalla guida, seguiamo sentieri in mezzo al bosco, sino a Baia la Pataia, punto estremo del parco e confine di stato con il Chile, dove termina la RN 3 che si snoda per 3242 chilometri da Buenos Aires lungo tutta l'Argentina.
La guida ci racconta come la Baia sia un sito archeologico fondamentale per lo studio delle popolazioni indigene che abitavano quelle terre prima dell'arrivo di Magellano, buona parte della Baia infatti è composta da gusci di conchiglia gettati dagli indigeni stessi, dopo aver gustato il mollusco che vi era racchiuso all'interno.
Terminata la nostra gita con un bel acquazzone e tristi per dover lasciare un luogo così incredibile, ci dirigiamo verso il nostro hotel, pronti per trascorrere l'ultima notte prima di ritornare nel caos di Buenos Aires.
Arrivati nella Capitale, trascorriamo qui i nostri ultimi due giorni, girovagando tra smog, cemento e ricordi di una terra unica ed indimenticabile che continuamente ci rincorrono.
Il viaggio termina con un ultimo sussulto, l'aereo della compagnia Iberia, l'unico presente in loco, è guasto ed il rischio di non partire o di passare Natale in aria diventa concreto. 
Alla fine, solo dopo molte ore di attesa, prendiamo il volo per l'Europa entusiasti per l'esperienza vissuta, ma tristi per dover lasciare definitivamente una terra piena di contrasti e di bellezze naturali.

Francesco Cinti

Ferrara, dicembre 2007