Viaggio su Piccole Dolomiti vicentine e Dolomiti
foto di Alessandro Vitali e Francesco Moretti
testi a cura di Gabriele Villa
Se e quando vi verrà voglia di andare alle Piccole Dolomiti vicentine,
informatevi bene sulla situazione della neve.
Ci è arrivata qualche immagine da parte di Alessandro Vitali che vi si
reca spesso, avendo casa in zona.
Sono immagini di domenica 16 marzo 2014 che non richiedono particolari
commenti, come si può notare.
Non solo è impensabile arrivare con l'auto al rifugio Campogrosso, ma nemmeno ci si potrebbe arrivare con una motoslitta, tanta è la neve che si è accumulata in questo inverno che, almeno da calendario, sta per terminare.
Però il rifugio è regolarmente aperto; magari dalla finestra della sala da pranzo non riuscirete ad ammirare la parete della famosa Sisilla e vi toccherà uscire all'aperto per poterlo fare.
Sarete invece agevolati nella lettura dei cartelli stradali; sarà sufficiente guardare comodamente verso il basso.
Scrive Alessandro: "... si consiglia di prestare un po' d'attenzione a girovagare nella zona in caso di scarsa visibilità, causa presenza..... CREPACCI!!!!". Siccome può succedere abbastanza di frequente di trovare nebbie alle Piccole Dolomiti, anche se di meno in inverno per fortuna, ci sembra comunque un buon consiglio.
Infine, viste le enormi quantità di neve presenti lungo i vaj e sui pendii
sarà bene attendere che la montagna torni alle sue condizioni di
sicurezza prima di avventurarsi in escursioni con piccozze e ramponi.
In ogni caso, sempre meglio chiedere informazioni aggiornate sul posto,
circa la sicurezza e la percorribilità degli itinerari che si ha in animo
di compiere.
Dalle Piccole Dolomiti andiamo a quelle "grandi", dalle quali ci scrive
Francesco Moretti,
il ragazzo del 1931, storico socio del CAI Ferrara, trasferitosi a
vivere nel paesino di Andraz, sulla strada che porta ai Passi Falzarego,
Pordoi, Campolongo.
"Che ne dici di questa panoramica scattata ieri, venerdì 14 marzo,
sulla Marmolada? Sono cinque scatti messi insieme da un programmino che
si chiama Panorama Maker 3.
Ho altre panoramiche scattate ieri ma ti
mando questa perchè so quanto è caro a te il Gruppo delle Pale.
Ieri ho
fatto una discesa con gli sci poi sono risalito solo per fare foto e
filmini.
Se non scendo con gli sci prima delle dieci la val D’Arei per
me (ma credo per tutti) diventa un calvario: gli sci si bloccano
improvvisamente e si rischia di sbattere la faccia per terra. Comunque
non mollo.
Nonostante la lunga pausa per il maltempo sono arrivato a 496
impianti e 121795 metri di dislivello effettivi e 708 chilometri di
piste presunti. E’ in salita che al vecchietto manca il fiato!"
Dalla panoramica appare chiaro lo stato di innevamento (esorbitante!) delle Dolomiti. Sarebbero le condizioni ideali per gli sciatori se il rialzo delle temperature, anche sopra la media stagionale, non allentassero il manto nevoso.
Però il nostro Francesco non molla e mercoledì 19 marzo ci scrive:
"E’ bello nei panorami andare a cercare i particolari. In questo
che
invio oggi, se ingrandisci, riesci a distinguere nettamente ad esempio
il Rifugio S. Nicolò, l’arrivo della funivia di Col Margherita e chissà
quant’altro.
Oggi sono stato a Col dei Baldi senza sci e ho camminato a
piedi fino alla seggiovia che sale da Pala Favera. Volevo fare foto ma
c’era un vento freddo talmente forte che si faceva fatica a stare in
piedi e mi si gelavano le mani. Ieri ero andato con gli sci, ma lo stato
della neve mi ha fatto fare troppa fatica.
Vedrò cosa fare domani. La
discesa dalla Marmolada è ancora bella fino al Rifugio Fedaia."
Gli avevo scritto la mia intenzione di inserire i suoi panorami in un album fotografico per documentare lo stato di innevamento delle Dolomiti ed evidentemente questo ha funzionato da ulteriore stimolo alle sue scorribande sciistiche. Così ecco arrivare, subito a ruota, un altro magnifico contributo fotografico.
"Giovedì 20 marzo 2014. Questa mattina sono arrivato a Malga Ciapela
alle 8.30. Giornata perfetta, senza un alito di vento. Sono salito con
la prima corsa e ho iniziato immediatamente la discesa. Ho fatto poche
soste: mi sentivo in piena forma. Arrivato al curvone che sovrasta il
lago Fedaia ho visto che poteva essere interessante fotografarlo. Avevo
lasciato la macchina fotografica in auto con l’intenzione di risalire
senza sci per scattare altre foto dalla terrazza. Per scattare la foto
del Lago Fedaia bisognava per forza ridiscendere con gli sci.
A Malga Ciapela erano le 9.30. Ce la faccio a fare un’altra discesa?
Rotti gli indugi sono risalito con gli sci e sono sceso senza fermarmi
fino al punto da cui potevo scattare le foto. Provo ad inquadrare.
Terribile: nel display vedevo solo la mia faccia. Mi sono tolto gli sci
per essere più libero nei movimenti. Prova e riprova, cercando con la
mano libera di fare ombra sul display, ho scattato quarantatre volte
nella speranza di essere riuscito ad avere una sequenza di immagini per
comporre la panoramica.
Intanto il sole saliva sempre più nel cielo scaldando inesorabilmente i
muri della pista che dovevo ancora percorrere per raggiungere Capanna
Bill. Mi sono infilato gli sci in fretta senza accorgermi che mi si era
formato un tacco sotto gli scarponi. Ripresa la discesa mi sono subito
reso conto che non riuscivo a governarli.
Mi sono fermato. Non era un
posto adatto per una sosta del genere e ho cominciato ad armeggiare
facendomi venire il fiatone. Capanna Bill era ancora lontana, i muretti
erano disfatti, credevo di non farcela.
Avrei dovuto buttarmi per terra
per rendere meno faticoso il lavoro del cuore, ma ho avuto paura che
qualcuno si fermasse, pensasse che stavo male e chiamasse il soccorso.
Non mollare, Francesco!
Sono arrivato a Malga Ciapela alle 11.30.
Tengo sempre una comoda seggiolina dl legno chiudibile nel bagagliaio
dell’auto e mi ci sono lasciato andare.
Ero arrivato. Il prossimo 2
aprile inizierò il mio 84.esimo anno di vita."
Personalmente considero questa foto un bellissimo regalo e anche le note
che la accompagnavano che ho voluto
trascrivere per spiegare i "sacrifici" fatti dell'amico Francesco
per realizzarla.
La conclusione è in una sua ultima riflessione a spiegazione del
particolare
"colore" del manto nevoso.
"Particolare interessante da notare nei panorami scattati quest’anno alle soglie della primavera è il colore della neve caduta in questo inverno fuori norma. Il vento che l’ha portata ha attraversato il deserto africano caricandosi di sabbia, ha attraversato il Mediterraneo caricandosi di umidità e ha scaricato il tutto sulle nostre montagne. La neve piano piano va sciogliendosi ma la sabbia rimane in superficie togliendo alla neve il suo bel candore."
Viaggio fotografico su Piccole Dolomiti vicentine e Dolomiti
foto di Alessandro Vitali e Francesco Moretti
testi a cura di Gabriele Villa
Ferrara, 21 marzo 2014