Il caldo profumo del cirmolo

di Jacopo Bertella


Tutt'intorno un ampio prato pianeggiante al momento coperto da una coltre bianca vergine, senza alcuna impronta, evidente immagine di eleganza e di attesa.

Un piccolo, strettissimo sentiero, modellato con uno spalaneve manuale, da percorrere in mezzo ai pini cembri che abbassano i loro rami totalmente ricoperti di uno spesso strato di neve che, appena scontrati, lasciano cadere il loro prezioso manto in un silenzio surreale.

Un passaggio obbligato per giungere alla porta della baita in legno massiccio, scurito ed ingrigito dalle tante stagioni trascorse, tra sole, pioggia, neve, che a seconda dello spirare del vento, aderisce, come incollata allo stipite esterno.

Silenzio coinvolgente, una fioca luce si intravvede all'interno dei piccoli spazi rimasti visibili sui vetri contornati di bianco, delle finestrelle che, come in un libro di fiabe, illustrato, evidenziano questo caratteristico disegno che incuriosisce ed affascina.

Non un campanello, ma un caratteristico piccolo campanaccio che, nell'atmosfera ovattata, amplifica il suono cordiale.

Maggiormente l'atmosfera accogliente si mostra nella sua completa evidenza quasi sinonimo di Feste e di Natale.

Che dire del piacevole tepore che pervade ed abbraccia appena messo piede all'interno, col vecchio pavimento in legno che accoglie la neve portata da fuori.

Profumi particolari, affetti, positive sensazioni, calde, riservate, di nicchia.

Un sentito scambio di saluti, doveroso e desiderato, dopo tempo che ci ha negato l'incontro.

Come per magica intesa, pare non sia passato il tempo, non siano subentrati impedimenti, si riprende dal momento di anni fa.

Mi guardo intorno, la stube che nel tepore emana quel sofisticato profumo di pino cembro, che, man mano che la temperatura aumenta, più diventa intenso.

I ceppi di legno naturalmente tagliati con l'accetta in altro periodo, scoppiettano al fuoco ed emanano bagliori di colore dal giallo al rosso intenso e vivo, la vecchia poltrona di pelle, oramai usurata, però immancabile, doverosamente presente nell'angolo più caldo, accanto una cassapanca dai colori un po' sbiaditi, che conserva, all'interno vecchie fotografie e ricordi! Una panca con comodi cuscini in caratteristico tessuto tirolese, contorna un tavolo che sicuramente tanti anni fa fungeva da porta.

Il paiolo, ammaccato, dondola sulla fiamma, e riceve a tratti, inclinazione per poter amalgamare, con un vecchio randello di legno, la polenta contenuta, le salsicce emanano profumi e sovente vengono girate per impedire una eccessiva cottura, le mele, seminascoste nella brace, tengono fedele compagnia alle patate la cui buccia incomincia a tingersi.

Mi avvicino ad una finestrina, un turbinio di fiocchi bianchi si rincorre al vento.

Il sentierino di poc'anzi si è totalmente rivestito di bianco, l'essere montagna, in un insieme appagante di sensazioni uniche, desiderate, di luoghi particolari, di specifici sentimenti in una immedesimazione totale.

Jacopo Bertella
Il caldo profumo del cirmolo
La Spezia, dicembre 2022