Ciaspolata fuori traccia ... proprio come piace a me
di Gabriele Villa
Il primo tratto di escursione è un poco variegato: si percorre un chilometro circa a lato della pista di fondo per poi imboccare una forestale non battuta fino ad arrivare alla malga Copada Bassa. Sono quasi due chilometri, all'inizio con qualche fondista che scende dai tratti ripidi "raspando" con gli sci a spazzaneve, poi allontanandosi pian piano da ogni rumore per arrivare allo slargo sul quale sorge la malga e prima di entrare nel bosco.
Cerchiamo i segni rossi sugli alberi, unico riferimento perchè il sentiero è sotto la neve e sopra questa non ci sono tracce di passaggio, anche perchè non è un sentiero numerato, ma un percorso che veniva utilizzato dai malgari, (collega tra loro le malghe Copada Bassa e Copada Alta), quindi non è frequentato, tanto meno d'inverno.
Troviamo un tratto nel quale la neve è
più dura e anche la pendenza è più accentuata, siamo vicini al limite.
Siccome la crosta di neve non è né dura e nemmeno spessa, anziché calzare i
ramponi, preferiamo bloccare le ciaspole e traversare faccia a monte dando
calcetti al pendio in modo da rompere la crosta di neve dura e ricavare dei
gradini, anziché affidarci alla tenuta dei chiodi sotto le ciaspole. Traversiamo
con cautela, ma si va avanti.
Finalmente il sentiero spiana e
possiamo sbloccare le ciaspole e tornare a procedere più velocemente.
Tra gli alberi
si vede filtrare la luce del sole, pare di intuire che siamo nella parte in
cui il vallone si allarga e si dovrebbe cominciare a salire verso l'alto.
Un segno rosso indica una deviazione
netta di direzione. Sarà il segno del "nostro" sentiero? Lo speriamo.
Per fortuna con me c'è "occhio d'aquila" che vede un segno sbiadito su un
albero. Io i segni non li vedo neanche dopo che me l'hanno detto. Che sia
per quello che le poche volte che sono andato a funghi in vita mia non ne ho mai trovato
uno? La domanda sorge spontanea... Ora procediamo, salendo verso l'alto.
Non è che i segni rossi che seguiamo abbiano una gran logica, inoltre ho la sensazione che stiamo andando troppo spesso verso sinistra, cioè verso il fianco dello Spiz de Copada, mentre io andrei più verso destra. Ad un certo punto arrivo su una piazzola che dà l'idea di essere proprio un ripiano su cui sorgeva una carbonaia; ci sono vari segni rossi sulle piante intorno, alcune X rosse tracciate su due abeti e un numero (36) scritto in grande su una pianta. Penso siano segni di boscaioli o di guardie forestali. Guardo a lungo intorno, ma di segni rossi non c'è più traccia. Sono quasi contento, finalmente potrò andare dove mi pare meglio, tanto so che devo uscire dal vallone in alto e la speranza è quella di sbucare al Pian d'Angias, come facemmo nella gita con il CAI Val di Zoldo.
Riprendo a salire e individuo una traccia di lepre, un animaletto di cui ho imparato a fidarmi perchè non riesce a salire sul troppo ripido se la neve ha la crosta. Infatti, la traccia segue un avvallamento poco pronunciato e va proprio nella direzione che ritengo giusta. Affrontiamo anche qualche tratto ripido, ma è solo per velocizzare.
Con rammarico vedo scendere la
foschia e la visibilità diminuisce, anche se non in maniera preoccupante.
"Ma tu ti senti tranquillo con questa nebbia?" - mi sento chiedere.
Penso dentro di me che avrei preferito rimanesse una buona visibilità, anche
se siamo all'interno di un bosco, poi rispondo: "Siamo dentro un vallone
e dobbiamo salire in alto per uscirne, dopo di che incontreremo Pian
d'Angias che è attraversato per tutta la sua lunghezza dal sentiero che va
alle Calades il quale è molto frequentato anche in inverno, quindi sarà
sicuramente ben battuto e facilmente visibile."
Spero di essere stato rassicurante, ma intanto riprendo a battere la traccia
di buona lena.
Ho ritrovato la traccia della lepre e la seguo, poi ho la sensazione di vedere un pendio ripido che potrebbe essere il fianco dello Spiz de San Piero e devio verso sinistra. In questo tratto ci sono piante rovesciate da scavalcare o da aggirare e per una decina di minuti vado avanti serpeggiando nel bosco senza troppo ordine. Dura una decina di minuti questo vagare, poi una raffica di vento porta una schiarita che mi fa vedere lo Spiz de Copada e capisco subito dove siamo finiti, cioè assai più a sinistra rispetto a Pian d'Angias, dove avremmo dovuto sbucare.
Mi trovo sotto un pendio di neve
assai ripido, ma non ho certo voglia di fare altri giri larghi per
aggirarlo.
La neve è abbastanza consistente per cui torno a bloccare le ciaspole e
salgo dritto scalinando il pendio.
Sbuco una cinquantina di metri ancora più a sinistra di dove immaginavo, ma
nella sostanza non cambia granché.
Siamo sulla dorsalina che sulla cartina è riportata come quota 1.881.
Procedo decisamente, stavolta verso destra, ma prima di arrivare alla cima
mi sento mancare la neve sotto le ciaspole, prima sotto una e poi sotto
l'altra e mi trovo nella neve fino al busto. Ho beccato un mugo e uscirne è
un poco complicato. Sbuffo e impreco, più che altro per la sorpresa di
questo inaspettato sprofondare dal quale, con un paio di "accipicchia", mi
tiro fuori.
Guardo la sagoma dello Spiz de San
Piero e il vallone dal quale siamo saliti che non ricordavo così largo.
Ora capisco che la traccia della lepre che ho smesso di seguire forse
portava proprio là, al Pian d'Angias che, a occhio e croce, si trova tre o
quattrocento metri più in là rispetto a dove siamo noi.
Il canalone che sbucava a Pian
d'Angias era quello più in là della dorsale boscosa.
Noi abbiamo salito
quello più a sinistra, "rumando" un
po' di più nel bosco. Vabbè, l'importante era
arrivare fuori, perché questo versante lo conosciamo bene e sappiamo
esattamente dove troveremo la traccia
battuta.
Ora ci possiamo rilassare e mettere qualcosa sotto i denti, poi
rientreremo per la traccia conosciuta.
Alla fine sarà un giro di cinque ore e persone incontrate nessuna.
Tra me e me penso che devo un grazie a
chi mi ha seguito con silenziosa fiducia e un piccolo grazie anche alla lepre che mi ha
indicato un buon tratto
di traccia nella parte alta del canalone.
Gabriele Villa
Ciaspolata fuori traccia ... proprio come piace a me
Vallon de Spiz de Copada, domenica 10 marzo 2019