NOTIZIE. 21/02/2007 - Dal
quotidiano "L'Adige": Rissa sul Cerro Torre. Notizia o
"gossip" alpinistico?
Ci arriva dalla Sorgazza la
segnalazione di MaurICE circa una notizia che, girata in internet, è
stata ripresa pure dalla carta stampata. Ve la proponiamo tal quale è
stata pubblicata in un articolo a tre colonne dal quotidiano
"L'Adige".
Rissa
sul Cerro Torre. Cordata americana toglie i chiodi di Maestri. Steve
Schneider li caccia e viene malmenato.
Sul Cerro Torre si discute, rinfocolando infinite polemiche dopo quasi 50
anni dalla prima salita di Cesare Maestri, ma si fa anche a botte. Le
notizie che via telefono satellitare e internet rimbalzano dalla Patagonia
parlano addirittura di "rissa in quota".
Al centro della contesa sarebbero proprio i chiodi a pressione lasciati da
Maestri durante la sua seconda ascensione nel 1970 lungo la "via del
compressore". Due americani armati di tronchesino avrebbero tentato
di liberare la parete dai chiodi, ma la coppia sarebbe stata fermata da un
altro grande arrampicatore a stelle e strisce, Steve Schneider. Questi
però sarebbe stato malmenato dai due connazionali e non in un bar di El
Chalten, ma sulle lisce pareti del Torre battute dal vento.
La notizia è stata raccolta e lanciata dal portale montagna.tv,
sito in genere molto informato sull'attualità alpinistica.
"Pare che in Patagonia non si parli d'altro - scrive la
giornalista Sara Sottocornola - in questi giorni. Lo scottante
"gossip" alpinistico è infatti fresco fresco: arrivato ieri via
satellite dalla voce di Hervè Barmasse che si trova impegnato sul Cerro
Piergiorgio con la spedizione dei Ragni. Secondo quanto riferito da
Barmasse, due alpinisti americani animati da spirito giustiziero, si
sarebbero avventurati sulla celebre "via del compressore" aperta
da Maestri nel 1970 per strappare tutti i chiodi lasciati dall'alpinista
trentino nei pressi della cima."
L'azione però non poteva passare inosservata.
"L'alpinista americano Steve Schneider - racconta Barmasse - è
salito sulla montagna e gli ha strappato il tronchesino dalle mani,
ordinando loro di sparire in tempo zero dal Cerro Torre e dalla Patagonia
e dicendogli, senza giri di parole, che non erano più graditi".
Schneider è un alpinista di fama mondiale il cui nome è particolarmente
legato alla Patagonia, dove è stato con 7 spedizioni.
I due agguerriti giustizieri però non devono aver gradito la sua
intromissione. Secondo quanto riferito da Barmasse avrebbero malmenato
Schneider e, solo poi, se la sarebbero filata.
Dunque, secondo le notizie rimbalzate dall'Argentina i due americani se la
sarebbero presa proprio con i chiodi della spedizione che Maestri fece nel
1970 per rispondere alle polemiche seguite alla prima ascensione in cui
morì Toni Egger. Maestri tornò a sfidare il Torre con Ezio Alimonta e
Carlo Claus. Salì il pilastro sud-est del Torre, portandosi dietro
un grosso martello compressore con cui piantò qualche manciata di chiodi
in un punto completamente privo di appigli nei pressi della vetta. Maestri
arrivò alla fine della parete, ma non salì il fungo di ghiaccio che
ricopre la cima.
Non è chiaro cosa abbia
spinto i due alpinisti "probabilmente animati dalle polemiche
- azzarda montagna.tv - più che mai vive, che attorniano ancora le
salite di Maestri. polemiche rinfocolate di recente da Ermanno Salvaterra
che nel 2005 per la prima volta nella storia riuscì a ripetere
l'itinerario del 1959, dichiarando che secondo lui Maestri non era mai
passato di lì".
"E'
pazzesco che dopo tanti anni questa storia generi tali reazioni - dice
Barmasse - ma il Cerro Torre è un mito, vivo oggi più che mai."
Breve nostra riflessione. Che il Cerro Torre sia un mito è fuori
di dubbio. Abbiamo riferito abbastanza di recente di una serata con l'accademico
Daniele Chiappa dei Ragni di Lecco, uno che sul Cerro Torre ci
ha messo veramente piede. Alla stessa serata era presente pure il
giornalista e scrittore Giorgio Spreafico autore di un libro che sta
avendo grande successo e che, guarda caso, si chiama "Enigma
Cerro Torre". Libro di cui abbiamo scritto una recensione
per IntraisassBLOG e di cui consigliamo la lettura ad ogni appassionato di
storia dell'alpinismo, per la quantità di informazioni che
contiene.
In quanto alla notizia riportata sarebbe stato più interessante fossero
state approfondite le motivazioni del gesto dei due americani piuttosto
che la loro scomposta reazione nei confronti di Steve Schneider, a cui va
la nostra solidarietà perchè pensiamo volesse far capire ai due
improvvisati "giustizieri" che quei chiodi a pressione sono
oramai un documento storico e, come tale, vanno preservati; distruggerli a
distanza di quasi 40 anni non ha alcun senso, nè etico, nè storico.