REDAZIONE.
01/07/2009 -
Un racconto-testimonianza di Maurizio Caleffi,  un commento di Luigi Negri
                                                 e un paio di articoli sulla ferrata di Passo Santner e percorribilità dei sentieri 

Il racconto di Maurizio Caleffi è un'autentica testimonianza di un'avventura, così di solito noi amiamo chiamare ciò che esula dal normale vissuto quotidiano.
Quella di Maurizio e Carla è però un'avventura che dura oramai da 5 anni (quella della gestione di Malga Sorgazza) e che ha visto il suo culmine in 95 giorni di isolamento invernale a causa della strada di accesso alla malga interrotta da ripetute valanghe. 

Maurizio ce l'ha raccontata questa avventura e ci piace l'abbia chiamata "Il nostro Alpinismo Resistente".

Un alpinismo che non è fatto di scalate, salite con corde e chiodi, ma di una dedizione quotidiana e di un attaccamento alla montagna o meglio a quella parte di essa che sopravvive nella conca di Val Malene, dove sorge la Malga Sorgazza che gestiscono lui e Carla.
 



Un altro commento a "La via del villaggio" del nostro Gabriele Villa ci arriva da Milano a firma di Luigi Negri.

Il nostro autore milanese si rivolge direttamente all'autore con quei i modi delicati e cortesi che sono propri del suo scrivere da gentiluomo d'altri tempi, aggiungendo sue riflessioni su quel vissuto da lui stesso condiviso nelle sue giovanili frequentazioni montane.

Conclude, infine, con una ipotesi suggestiva (e forse anche verosimile) circa la "patologia" che dà origine a certi ricordi.

 


 

Presentiamo ancora un paio di articoli di "Rassegna Stampa" che ci auguriamo utili per i nostri lettori "attivi".

Negli articoli della scorsa settimana si parlava di allarmi lanciati dagli esperti sui pericoli dei residui di neve caduta durante l'inverno.

Stavolta entriamo più nello specifico, intanto dando notizie precise sulla non agibilità di un sentiero attrezzato conosciutissimo e molto frequentato, quello di Passo Santner nel Catinaccio

In un successivo articolo si parla anche di pericoli più a bassa quota causati da caduta di alberi e/o smottamenti del terreno e residui di slavine e ponticelli crollati.

Anche qui si tratta di percorsi conosciuti come, uno per tutti, il sentiero attrezzato del burrone Giovannelli a Mezzocorona.

La Sat e la Forestale del Trentino sono in accordo per realizzare le opere di ripristino e di messa in sicurezza, ma ci vorrà tempo per cui si raccomanda prudenza e chiedere informazioni in loco sulla percorribilità di sentieri e vie ferrate.