SPIGOLATURE. 28/05/2012 - Sulle tracce dei ghiacciai - Caucaso e Karakorum di Fabiano Ventura
Il Caucaso è stato scelto quale meta significativa della seconda
spedizione del progetto fotografico-scientifico "Sulle tracce dei
ghiacciai", per compiere misurazioni glaciologiche e ottenere immagini
fotografiche ad alta definizione in grado di osservare l'evoluzione dei
ghiacciai a più di cento anni di distanza dalle spedizioni compiute dai
primi fotografi ed esploratori.
"Le nuove immagini – spiega Fabiano Ventura, fotografo, alpinista e
ideatore del progetto – vengono realizzate dallo stesso punto geografico
e nello stesso periodo dell’anno e dopo un lungo lavoro di post
produzione vengono sovrapposte digitalmente tramite software specifici.
Grazie a questo lavoro gli studiosi possono disporre di confronti ad
altissima risoluzione, per verificare visivamente i mutamenti avvenuti
nel tempo".
“Sulle tracce dei ghiacciai” è un progetto, dell’associazione no-profit
Macromicro, che riunisce un team di scienziati, fotografi e alpinisti e
che, ripercorrendo in 6 spedizioni le catene montuose più significative
del Pianeta, studia gli effetti dei cambiamenti climatici coniugando la
comparazione fotografica e la ricerca scientifica sul campo. Ogni
spedizione prevede, infatti, un confronto fotografico tra le immagini
storiche e quelle attuali, nonché la raccolta di dati sul campo e la
loro successiva analisi in laboratorio.
Le immagini scattate la scorsa estate in Caucaso da Ventura trovano
conferma nei rilievi geomorfologici effettuati dai ricercatori e nei
dati scientifici analizzati, presentati per la prima volta al sedicesimo
Alpine Glaciology Meeting, uno dei più prestigiosi convegni di
glaciologia in ambito europeo, svoltosi a Zurigo il 2-3 febbraio scorsi.
Quello che più salta agli occhi è che fitti boschi sono cresciuti là
dove si estendevano gigantesche lingue glaciali, delineando una
demarcazione molto netta tra passato e presente. Si tratta di importanti
contrazioni, avvenute soprattutto negli ultimi 50 anni, nella superficie
e nella lunghezza dei ghiacciai, riscontrabili attraverso indagini
fotografiche e scientifiche molto accurate. È quanto emerge dall’analisi
dei dati scientifici e delle fotografie di confronto, frutto di oltre
sei mesi di lavoro, effettuato al ritorno dalla spedizione svoltasi
nella regione della Svanezia (Georgia) nell’estate 2011.
A seguito della spedizione è stato realizzato un documentario prodotto
da Sd Cinematografica, per la regia di Marco Preti.
Fabiano
Ventura, ideatore del progetto fotografico-scientifico “Sulle tracce dei
ghiacciai”, cura la ripetizione degli scatti fotografici storici durante
le spedizioni, individuando, grazie ad un lungo lavoro di ricerca
d’archivio delle antiche lastre, dei diari di viaggio degli esploratori
e delle mappe, le esatte posizioni di ripresa utilizzate dai primi
fotografi-esploratori oltre un secolo fa.
Fabiano svolge la propria attività nel settore dell’ambiente, del
paesaggio e del reportage geografico. I suoi lavori sono volti a
sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza e la necessità della
salvaguardia ambientale e dello sviluppo sostenibile.
Profondamente legato alla montagna, ha effettuato numerose spedizioni
alpinistiche, scientifiche e fotografiche nei luoghi più selvaggi ed
impervi della Terra.
“Realizzo le fotografie - spiega Ventura – con macchine fotografiche a
pellicola di grande formato per poterle paragonare e sovrapporre a
quelle antiche. Le fotografie, infatti, devono essere paragonabili sia
in termini di risoluzione, sia in termini di distorsione introdotta
dall’obiettivo utilizzato.
In particolare, la missione "Caucaso 2011" ha ripercorso i tracciati
fotografici di: Vittorio Sella (1889, 1890 e 1896), Mor von Dechy (dal
1884 al 1902), Mario Piacenza (1910), Vittorio Ronchetti (durante gli
anni ’10 e ’20 del secolo scorso) e Andrea Pollitzer (1929), nonché
quelli dei grandi pionieri come Hermann Woolley, Albert Frederik Mummery,
Douglas William Freshfield.
Il ghiacciaio Tvuiberi nel Caucaso georgiano, fotografato a 127 anni di
distanza. Al posto della fronte del ghiacciaio, ritirato di oltre 4
chilometri, compare oggi una foresta.
L’analisi dei confronti fotografici ad alta risoluzione effettuati
durante la spedizione da Fabiano Ventura, ha permesso di constatare come
i tre ghiacciai studiati siano molto rappresentativi dell’andamento di
tutti gli altri ghiacciai della zona. Sono state effettuate venti
fotografie realizzate dalla medesima prospettiva e nello stesso periodo
dell’anno di quelle ottenute dai primi fotografi esploratori (Vittorio
Sella e Mor von Dechy) oltre centoventi anni fa.
Il Caucaso è una catena montuosa che si estende per circa 1200 km tra il
Mar Nero e il Mar Caspio, e che, come poche altre, riassume in sé tante
peculiarità naturalistiche, con territori che ospitano le vette più alte
d'Europa e ghiacciai importanti per le loro caratteristiche fisiche e
geologiche.
Vista frontale del ghiacciaio Adishi. Dal confronto fotografico è ben
evidente il collasso dell’intera superficie della fronte del ghiacciaio.
Il progetto “Sulle Tracce dei Ghiacciai” si avvale di un apposito
Comitato Scientifico internazionale, che ha coordinato il lavoro del
team sul campo, che è composto da: Claudio Smiraglia, Professore
Ordinario presso la Facoltà di Scienze dell'Università Statale di
Milano, Kenneth Hewitt, Professore Emerito di Geografia e Studi
Ambientali e Ricercatore Associato del Cold Regions Research Centre
della Wilfrid Laurier University a Waterloo-Ontario in Canada, Christoph
Mayer, membro dell'Accademia delle Scienze di Monaco di Baviera e membro
della Commissione Glaciologica Tedesca, e Stefano Urbini, Ricercatore
presso l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Roma.
Sul sito web dell’associazione Macromicro, il team all’opera sul campo
ha pubblicato i resoconti delle attività, descrivendo la maggior parte
dei risultati raggiunti durante la spedizione con un ricco ed
appassionante diario di viaggio, corredato di immagini e video.
Fronte
del ghiacciaio Baltoro; essa ha mantenuto la stessa posizione, rispetto
ad 80 anni fa, seppur con piccole pulsazioni. Grazie al confronto
fotografico si osserva con chiarezza un’evidente perdita di spessore.
Le nuove riprese fotografiche sono state realizzate da Fabiano Ventura,
fotografo e ideatore del progetto “Sulle tracce dei ghiacciai, il quale,
avvalendosi delle più moderne tecnologie digitali unite a tecniche di
ripresa tradizionali su grande formato, ha ottenuto risultati di valenza
scientifica ed ambientale – ma anche estetica – di prim’ordine.
La spedizione è stata preceduta da un’intensa attività di studi e di
ricerche preliminari, avviati sin dal 2007 per reperire negli archivi
storici le informazioni, i diari di viaggio, le cartografie e le
immagini relative alle spedizioni storiche.
A spedizione conclusa, dopo il lungo lavoro di post-produzione è stata
realizzata la mostra fotografica itinerante “Sulle Tracce dei Ghiacciai;
1909 – 2009: un secolo di cambiamenti climatici sui ghiacciai del
Karakorum”.
Importante è stato il ritrovamento del punto fotografico dal quale Mor
von Dechy, 127 anni fa, realizzò una storica immagine della fronte del
ghiacciaio Tviberi, nonché il raggiungimento della vetta del monte
Banguriani (3885 metri), da cui Vittorio Sella, 121 anni fa, ottenne una
spettacolare sequenza panoramica estesa per oltre 180°, unendo ben sette
lastre fotografiche di formato 12x20 cm.
Per il restauro e la post produzione di queste due immagini panoramiche,
quella storica e quella moderna, è stato necessario il lavoro di sette
esperti per un totale di cinque settimane. Come spiega Ventura, "si
tratta di un complicato lavoro di ricostruzione fotografica senza
precedenti: dalla ricerca in situ degli esatti punti di ripresa per
ottenere una sovrapponibilità ottimale, al restauro delle lastre e dei
negativi originali di Dechy e Sella”.
Nota della redazione: Il presente articolo e le immagini fotografiche sono state tratte da La Repubblica.it del 17 maggio 2012.