RECENSIONI. 31/03/2014 - "Le vie" di Lorenzo Massarotto, il più bel libro di Luca Visentini editore
Sul sito di “Dimensione Montagna”, l’associazione di alpinisti nata da
un’idea di Lorenzo Massarotto, si può leggere uno scritto, non firmato,
nel quale mi pare sia significativamente riassunto il contenuto e la
sostanza del libro.
[C'è tutto Lorenzo Massarotto nel libro “LE VIE”, Luca Visentini
editore, Cimolais - Pordenone, Dicembre 2013] tutto quello che si è
potuto trovare e ricostruire; senz'altro la porzione più importante del
volume sono le vie nuove aperte negli anni dall'Alpinista veneto. Tutto
il resto sono sguardi: di amici soprattutto; finestre su una vita che
non hanno mai la pretesa di raccontarla. In qualche caso ci sono delle
ripetizioni poiché la vicenda è narrata da voci diverse e questo lascia
lecito pensare che tutto quello che è stato scritto e detto su
Massarotto si trova qui riunito. Si è buttato dentro tutto, non è stata
nemmeno tentata una soluzione biografica in senso letterario, mediando e
ampliando i concetti dei vari interventi, probabilmente non ve n'era
bisogno dato che le Vie parlano da sole; quasi che il concetto di base
fosse: mettiamoci tutto quello che troviamo, sarà sufficiente per
spiegare Lorenzo. E' un libro di sguardi carezzevoli e da queste carezze
emerge una personalità in conflitto con il mondo, che usa l'Alpinismo
per non farsi inglobare in quello che doveva essere il suo destino di
nato in una provincia veneta, destino che invece si è compiuto nei suoi
coetanei, amici e paesani. Per questo etichettato come ribelle.]
Di mio potrei solo aggiungere che si tratta di un’opera che mi piace
definire “monumentale”, non solo per il numero di pagine (ben 534)
quanto per la meticolosità con cui è stato ricostruito il “patrimonio”
di relazioni e documentazioni sulle vie nuove aperte da Lorenzo
Massarotto (sono ben 123, tutte con schizzo e relazione tecnica), oltre
la vastità delle testimonianze raccolte tra i suoi amici e compagni di
cordata. Un libro che nella prima parte sembra essere una guida
alpinistica e nella parte finale appare come una biografia dell’uomo
alpinista, senza avere la pretesa di essere né l’uno né l’altro.
Si legge in ultima di copertina a firma Luca Visentini: “Sbagli, torti,
senz’altro ne avrà fatti, ma rimane il capo indiscusso dei ‘cani
sciolti’ che hanno dato tanto all’alpinismo ricevendo in cambio
pressoché un tubo. E non è del resto un torto nei suoi confronti
stampare così come sono questi brani che lui aveva scritto da giovane,
accantonandoli, e che con la maturità avrebbe probabilmente riveduto e
corretto? Scusa ancora Lorenzo, è per amore.” Sembra schernirsi Luca, ma
tutti quelli che hanno conosciuto Lorenzo lo ringrazieranno di questo
atto d’amore, nato in idea a fine 2003 (come scritto in prefazione) con
Lorenzo ancora in vita e, a maggior ragione, divenuto precisa volontà
nel 2005, dopo che un fulmine ne aveva posto fine all’esistenza,
sbalzandolo giù dalla sommità della Torre dell’Emmele, nelle Piccole
Dolomiti vicentine, il 10 luglio del 2005.
Scrive ancora Luca Visentini, in prefazione: “Può sembrare che questo
libro esca fuori tempo massimo”, ma non credo sia così.
Secondo me è una testimonianza importante sia dal punto di vista umano
(perché racconta non solo l’uomo Massarotto, ma anche il particolare
periodo storico che ha attraversato nella sua stagione alpinistica), che
dal punto di vista della storia dell’arrampicata dolomitica, di cui Luca
coglie, a mio modesto parere, una verità, là dove lancia un’intuizione:
“Diverse vie di Massarotto non sono mai state risalite. Ripeterle
sarebbe rivoluzionario, sovvertirebbe molte certezze dell’arrampicata
odierna.”
Il libro “Le vie” di Lorenzo Massarotto l’ho comprato ad Agordo nella cartolibreria della signora Gabriella, quella
che si affaccia sulla piazza, sotto i portici, a fianco dello storico
Caffè Miniere, in una specie di rituale tante altre volte consumato nei
miei lunghi anni di frequentazione dell’agordino e delle sue montagne.
Anche lei ricorda il Mass, con simpatia peraltro, e conosce anche Luca
che, mi ha detto, le ha confessato che “Le vie” è il più bel libro che
la sua casa editrice abbia mai realizzato.
Un giudizio che mi sento di condividere, forse anche per motivi
“anagrafici”, perché mi riporta ad un periodo alpinisticamente fecondo,
rappresentando storie di anni in cui “alpinismo” era una parola ricca di
significati oggi in gran parte dimenticati, se non perduti, nei quali le
imprese non si annunciavano, nemmeno venivano divulgate e raccontate ad
ogni piè sospinto e con tutti i mezzi di comunicazione possibili; più
semplicemente venivano compiute e molto spesso senza nemmeno tanto
raccontarle, ma conosciute quasi solo dai diretti protagonisti. In
questo senso ritengo che
il libro “Le vie”, edito da Luca Visentini,
renda merito, pur se postumo, a un alpinista come Lorenzo Massarotto che
di quegli anni è stato, seppur modesto e silenzioso, un grande
interprete.
[Recensione a cura di Gabriele Villa]