NOTIZIE. 02/10/2020 - Presentato "TEN", il docufilm sulla storia dell'arrampicata nella Val d'Adige
PRESENTATO FINALMENTE AL PUBBLICO IL DOCUFILM SULLA STORIA
DELL’ARRAMPICATA NELLA VAL D’ADIGE VERONESE
Gremita da un nutrito numero di appassionati la sala del Teatro di
Rivalta di Brentino-Belluno per la “prima” ufficiale del film “Ten”, a
suo tempo rimandata causa lockdown. (Articolo di
Eugenio Cipriani)
Avrebbero dovuto essere solo dieci gli intervistati: da qui il titolo
“Ten”. Poi se ne sono aggiunti due perché il film sulla storia
dell’arrampicata nella Val d’Adige veronese presentato venerdì sera a
Rivalta non solo è nato, a detta degli stessi autori, un po’ per caso e
un po’ per scommessa, ma è stato altresì costruito scena dopo scena nel
corso di circa due anni e mezzo di lavorazione.
Per diventare ciò che è adesso, vale a dire un ottimo docufilm già
presentato al Film festival di Sestrière, alla rassegna Nuovi mondi a
Cuneo, al Baldofestival di Cavaion (dove è risultato vincitore) e al
prestigioso Trento Film festival.
In Val d’Adige era stato presentato nel febbraio scorso ma si era
trattato solo di un’anteprima riservata alla stampa e agli addetti ai
lavori. In marzo era prevista la presentazione ufficiale a Rivalta, ma
poi Covid e lockdown ci hanno messo lo zampino e la prima è slittata
appunto a venerdì 2 ottobre scorso. Ovviamente è stata una prima “in
maschera”, nel senso che pubblico, autori e protagonisti, erano tutti
rigorosamente protetti da mascherine davanti alla bocca e ben
distanziati. Merito di un’organizzazione ineccepibile e di un ambiente
ampio e accogliente che ha permesso lo svolgersi della serata in piena
sicurezza.
Protagonista del film è Claudio Migliorini, guida alpina mantovana che da
tempo ha spostato la propria sede fra Valle del Sarca e Val d’Adige non
disdegnando di realizzare in Dolomiti capolavori assoluti come la via
“Space Vertigo” alla parete nord della Cima ovest di Lavaredo, aperta, e
nello scorso settembre ripetuta in libera con la guida veronese Nicola
Tondini e il padovano Alessandro Baù.
Sotto la regia misurata e attenta di Gabriele Donati, Migliorini nel
film ripercorre alcuni spettacolari percorsi e dialoga con dieci
alpinisti veronesi e due parmensi di età compresa fra i 45 e i 65 anni
circa. Tutti scalatori che con le loro salite e con i loro scritti hanno
trasformato poco a poco questa valle in uno di più noti e apprezzati
siti d’arrampicata del nord-Italia.
Gli intervistati nel film sono Bruno Bettio, Beppo Zanini, Cristiano
Pastorello, Beppe Vidali, Eugenio Cipriani, Franco “Babo” Coltri, Carlo
Laiti oltre ai fuoriclasse locali quali Sergio Coltri, autore delle vie
più belle e temerarie realizzate negli anni Ottanta e Novanta, e i due
Nicola, Tondini e Sartori, ai quali si devono le più recenti e difficili
realizzazioni che per difficoltà e sostenutezza non temono confronti con
percorsi estremi su pareti alpine più blasonate. Alberto Rampini,
Accademico del CAI, e Andrea Gennari Daneri, forte scalatore e direttore
della rivista di alpinismo e arrampicata “Pareti”, erano poi presenti in
rappresentanza del nutrito gruppo di scalatori parmensi che agli albori
dell’esplorazione alpinistica della valle si contese con i locali le
“prime” sulle vie più logiche e più belle.
Come sottolineato da Migliorini e Donati prima della proiezione,
scegliere alcuni protagonisti dell’arrampicata in valle ha comportato la
necessità di escluderne altri che magari attualmente stanno contribuendo
con la propria attività a sviluppare le pareti della Val d’Adige. E’
tuttavia fuori di dubbio che i dodici scelti siano stati i pionieri nel
senso pieno del termine, ciascuno a modo proprio e spesso in settori
diversi della valle. La ricerca storica operata da Mariana Zantedeschi -
purtroppo non presente alla serata come non presenti erano pure Bettio,
Zanini e Pastorello- ha colto quindi nel segno. A fare gli onori di casa
sono intervenuti Sindaco e Vicesindaco di Brentino-Belluno,
rispettivamente Alberto Mazzurana e Massimo Zanga i quali, dopo aver
rilevato come e quanto negli ultimi anni nell’area di Brentino-Belluno
fra canyoning, ciclismo, escursionismo e arrampicata il turismo sportivo
sia diventato un elemento non trascurabile nell’economia della valle
hanno altresì sottolineato l’importanza di una regolamentazione di
queste attività affinché permanga lo stato di sintonia tra gli abitanti
e i frequentatori provenienti da fuori.
Un tema, questo della sostenibilità delle attività outdoor, e in modo
particolare dell’impatto che il proliferare di itinerari e siti di
arrampicata può determinare sull’ambiente, molto sentito anche dalla
maggior parte dei protagonisti del film. Al termine della proiezione,
infatti, Migliorini e Donati hanno dato luogo a un dibattito stimolando
i dieci pionieri dell’arrampicata presenti in sala a esprimere le
proprie considerazioni sul passato, il presente e il futuro della
scalata in Val d’Adige. Concorde è emersa, specie dopo gli interventi di
Gennari Daneri, Cipriani, Vidali e Rampini, l’opinione che il rischio di
una deriva eccessivamente anarchica e incontrollata dell’arrampicata
possa portare a episodi non solo di degrado ambientale ma anche,
soprattutto nei periodi di iperfrequentazione dei siti di scalata, a una
tensione fra chi abita nei pressi dei luoghi deputati a questa pratica
sportiva e i frequentatori provenienti da altre zone. Situazioni,
queste, che già si sono verificate e si stanno verificando in numerose
valli, prima fra tutte quella del Sarca.
A conclusione della serata, organizzatori, autori del film e
protagonisti hanno di comune intesa auspicato che, prima che si arrivi a
situazioni critiche o di stallo, la questione possa e debba essere
ulteriormente dibattuta, magari in occasione di una nuova proiezione del
film che questa volta meriterebbe di essere proposto finalmente al
pubblico di Verona-città e non solo.