SPIGOLATURE. 26/03/2024 - Un ricordo di Tiziano Nannuzzi spigolato dalla pagina Fb di Stefano Righetti

Dalla pagina Facebook di Stefano Righetti: "Piccole storie di un alpinista arzillo".

Nella foto qualche d'uno, forse, riconoscerà Tiziano Nannuzzi, in arte "il pompiere".
Io ero giovanissimo quando conobbi Tiziano, ero ancora minorenne.
Ero presente, quando aprì "Vedo nero", dal basso, con solo un paio di chiodi e due nut ...
Oggi il tiro è valutato 7a+ ...

Un giorno mi disse:
"Dai Stefano raggiungimi a Courmayeur che ho una bella idea ..."
Dopo un lungo viaggio tra treni e corriere lo raggiunsi nel centro del paese al cospetto del Monte Bianco.
"Andiamo a fare l'americana al Fou ..." (Tiziano era appena sceso dal pilone centrale del Freney salito in solitaria in quattro ore ...) peccato che la meteo fosse pessima e dovemmo cambiare i progetti.

La 127 a gas di Tiziano ci portò a Canazei.
Il giorno successivo di buon mattino saliamo una via nuova sulla Ovest del Sass Pordoi, uscimmo dalla cengia e giù di corsa ... per fare la prima ripetizione di Fata Morgana alla Seconda torre del Sella.
Tiziano dall'ultima sosta, invece di scendere, traversò verso destra e iniziò a scendere arrampicando dalla Messner.

Tiziano ci lasciò troppo presto nel lontanissimo Bhutan, tradito da una cornice ... ...ma i suoi capolavori rimangono ancora banchi di prova per decine di arrampicatori.
 



Approfondimento a cura della Redazione di intraigiarùn.

Nato a Sasso Marconi (Bologna) il 10/09/1953, Tiziano Nannuzzi entra nei Vigili del Fuoco nel 1976 come Vigile permanente per esercitare al meglio il suo lavoro resta in costante allenamento praticando diversi sport ma, soprattutto, si appassiona all'alpinismo estremo. Inizia le arrampicate nella palestra della Rocca di Badolo dove apre molte vie di salita in prima assoluta e poi conquista numerose pareti d'Europa sotto lo sguardo stupito di grandi scalatori che lo vedevano arrivare con la sua automobile targata Bologna, città non certo famosa per le sue montagne. Ama l'estremo, ma con il rischio calcolato imparato alla scuola dei vigili del fuoco, le sue mani sono piccole e sottili, forti tenaglie, con pochi millimetri di sporgenza le sue dita sono in grado di sostenere tutto il corpo. Nelle rovine e nella disperazione dei terremoti che hanno percorso l'Italia negli anni 70 e 80, il "Il pompiere è costantemente in prima linea col suo "gruppo speleologo". Grande appassionato di fotografia, Tiziano ama documentare i suoi viaggi sperimentando diverse tecniche fotografiche. A Tiziano piace trasmettere le sue esperienze, consapevole della grande importanza che conoscere il mondo può avere per i giovani (e consapevole forse della grande " fortuna", per un ragazzo di famiglia modesta, originaria di una piccola frazione di Sasso, Mongardino, essere riuscito a realizzarsi sia nel lavoro che nel tempo libero) propone interventi divulgativi nelle scuole e serate di proiezioni per il pubblico dedicate alle importanti spedizioni sull'Himalaya che ha realizzato con gruppo di escursionisti/alpinisti guidati da Don Bergamaschi. Questi incontri riscuotono successo e lo rendono popolare.
Nell' Agosto del 1984 parte per il Bhutan, è la seconda volta. Il gruppo guidato da Don Bergamaschi scala alcune cime ancora inviolate della catena dell'Himalaya; si fanno rilevamenti scientifici e sperimentazioni di sopravvivenza in alta quota. Quando si arriva all'ultimo campo cominciano bufere di neve, temporali e nebbie fitte la montagna sacra dello Tzering Khang, obbiettivo degli scalatori, è invisibile. Il 15 settembre il tempo migliora e Tiziano Nannuzzi, con un compagno di spedizione, Giorgio Corradi, fanno un ultimo tentativo per conquistare la cima dello Tzering Khan ma … scomparvero nel nulla.

A cura di Stefano Sghinolfi (ANAVVA – Associazione Nazionale Allievi Vigili Volontari Ausiliari)
 

 

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