Corriere delle Alpi.  21/08/2009  Articolo di Roberto Curto

Cinque sentieri di montagna verso la chiusura, almeno fino a quando non sarà svolta l'adeguata
manutenzione per ripristinare la sicurezza sui tracciati.

Troppi i danni causati dalla neve lo scorso inverno nonché dai recenti fenomeni temporaleschi.
 

FELTRE. Sono i sentieri numero 815 (Val di Lamen, Covol dell'acqua, Forcello, Passo Vette Grandi) per tutto il percorso; 816 (Pian dei Violini, Scalon Pietena, Busa Pietena, Passo Pietena per tutto il percorso; 819 (Arson, Chiesetta San Mauro, Forcella San Mauro, Val Lunga, Val Fraina) per tutto il percorso; 851 (nel tratto tra Forcella Intrigos al Passo Cimia e nel tratto dal Passo dell'Omo a Casera Cimonega); 852 (per tutto il percorso a partire dalla Val Scura).

Il Cai ha deciso di proporre alla Comunità montana feltrina e ai sindaci dei comuni interessati lo stato di impraticabilità per questi cinque sentieri e di dichiarare pericolosi tutti gli altri elevando il grado di difficoltà ad EE (escursionisti esperti). I comuni attraversati dai cinque sentieri che verranno temporaneamente chiusi sono Sovramonte, Cesiomaggiore, San Gregorio nelle Alpi e Feltre.

Quest'ultimo, attraverso il sindaco Vaccari, ha già reso noto che l'ordinanza per chiudere i sentieri 815, 816 e 819 (quelli che attraversano il proprio territorio) è in fase di preparazione e diventerà operativa nel giro di pochi giorni.
La commissione sentieri ha adottato questa decisione sofferta per evitare che chi va per montagna non sia cosciente dei rischi ai quali può andare incontro.

I tecnici del Cai hanno eseguito le ricognizioni, hanno sistemato gran parte dei danni rimuovendo alberi sradicati e rimuovendo le pietre. Ci sono però alcuni tratti di sentiero che il maltempo ha completamente cancellato.
«Qui servirà l'elicottero», spiega il presidente del Cai di Feltre, Carlo Rossi, «bisognerà ridisegnare il percorso seguendo la nuova morfologia del terreno. Il nostro personale da solo non ce la può fare. Servirà anche una ritabellazione generale e vorremmo anche aggiungere una classificazione più chiara dei sentieri che attraversano il Parco, affinché chi si incammina sappia se il percorso è adatto alla propria preparazione».

Il Cai ha cercato di limitare il disagio garantendo la percorribilità di gran parte dei 205 chilometri di sentieri di cui ha la gestione di cui 125 all'interno del Parco Dolomiti Bellunesi. D'altra parte, ai danni causati dell'inverno si sono aggiunti quelli dei recenti temporali compreso il nubifragio da primato di inizio mese.

«Alzare il grado di difficoltà dei sentieri», aggiunge il presidente del Cai, «significa renderli percorribili responsabilizzando gli escursionisti che ormai si muovono in montagna con troppa leggerezza.
Quest'estate gli incidenti sono davvero troppi. Per la prossima primavera vogliamo organizzare una serie di incontri pubblici dedicati ai gitanti della domenica, fornendo indicazioni sulle precauzioni da prendere l'abbigliamento da indossare e istruirli sulle nozioni base dell'escursionismo. Penso ad esempio al bollettino meteo. In pochissimi lo consultano prima di partire
».