Montagna.tv 22/03/2013 - Articolo di Valentina D'Angella
Clamoroso: ai Piolet d’Or premiata la schiodatura della Via del Compressore
COURMAYEUR, Aosta — Due “Menzioni speciali” saranno consegnate alla
prossima edizione dei Piolet d’Or, entrambe per due salite al Cerro
Torre, sulla stessa via del Compressore di Cesare Maestri. Il primo dei
due riconoscimenti non stupisce: David Lama e Peter Ortner nel 2012
l’hanno salita in libera, un’impresa che prima di allora non era mai
riuscita a nessuno. La seconda invece è probabilmente più clamorosa,
perché costituisce anche una precisa presa di posizione su una vicenda
che ha diviso il mondo dell’alpinismo: Hayden Kennedy e Jason Kruk
saranno premiati per aver tolto i chiodi a pressione di Cesare Maestri,
e aver compiuto, nelle parole del presidente di giuria Stephen Venables,
“un primo passo per restituire alla montagna la sua fisionomia
originale”.
Quando il 15 gennaio 2012 Hayden Kennedy e Jason Kruk, scendendo dalla
vetta del Cerro Torre, hanno tolto un centinaio di chiodi a pressione
dalla Via dal Compressore, nel mondo dell’alpinismo è successo qualcosa.
Magari definirlo un terremoto sarebbe troppo, ma un bello scossone
l’hanno sicuramente provocato, sollevando una questione che potremmo
definire deontologica: è legittimo togliere i chiodi della via di un
altro, senza chiedere il suo parere? E’ giusto cancellare un pezzo di
storia, come può essere considerata una via la cui origine ed esistenza
sono state molto contestate negli ultimi 40 anni? Possono due soli
uomini ergersi a custodi di una presunta “etica pulita” e stabilire cosa
è bene e cosa no nel nome di tutti o trascurando il pensiero degli
altri?
Questioni legate all’alpinismo nella contingenza ma evidentemente di
carattere più universale, tanto che anche la polemica sui siti web e nei
forum di settore si è presto estesa quasi a schieramenti nazionali e
addirittura ad Assi internazionali. Così che dalla deontologia si è
passati all’etica tout court.
Kennedy e Kruk avevano motivato la schiodatura con un lungo report il
cui incipit conteneva un parallelismo, a giudizio di molti sorprendente
e indicativo: la citazione dell’alpinista americano Zach Smith.
“Come società abbiamo rimosso altri errori, come il Muro di Berlino. –
recitava la citazione - La storia non si ferma. La storia sta accadendo
proprio ora. Si spera che i chiodi diventino storia un giorno”.
Al di là della Via del Compressore in sé, che sicuramente rappresenta un
capitolo importante della storia dell’alpinismo, la questione ha
naturalmente diviso l’opinione pubblica in cori di favorevoli e
contrari.
Kennedy e Kruk per quell’atto sono stati chiamati al contempo
“liberatori” e “distruttori”, “non gratos” a El Chalten, difensori
dell’etica e talebani. Tutt’altro che unanime insomma il giudizio, ed è
per questo che la posizione espressa dalla giuria del ventunesimo Piolet
d’Or non può lasciare indifferenti.
Le motivazioni della “Menzione speciale” sono state illustrate dal
presidente della Giuria, il britannico Stephen Venables. “Nel 1970
Cesare Maestri salì lungo la parete sud-est piazzando non meno di 300
chiodi. – si legge nel comunicato ufficiale - La via artificiale alterò
la conformazione di questa montagna così spettacolare e selvaggia. Nel
gennaio 2012 Kennedy e Kruk hanno risalito la parete e tolto un gran
numero di quelle protezioni: si è trattato di un primo passo per
restituire alla montagna la sua fisionomia originale. Qualche giorno più
tardi Lama e Ortner hanno invece realizzato la prima ascensione in
libera della via, compiendo un’impresa ancor più notevole”.
“Lo stesso Maestri nel libro '2000 Metri della nostra vita' – aggiunge Venables nel comunicato ufficiale –
afferma che la sua intenzione era di
togliere tutti gli spit e di lasciare la parete così come l’aveva
trovata, ma aveva dovuto rinunciare dopo aver rimosso una ventina di
protezioni. Restituendo il Cerro Torre alla sua forma originale si è
aperto un nuovo orizzonte dal punto di vista alpinistico, come
confermano le numerose ascensioni compiute quest’anno. Al di là della
loro presenza fisica, gli spit hanno avuto un forte impatto psicologico,
spingendo gli scalatori a scegliere la via artificiale piuttosto che a
seguire le linee naturali della montagna.
L’odissea di Maestri e la Via del Compressore continueranno comunque ad
esistere nei libri di storia e serviranno come esempio dell’orgoglio
smisurato dell’uomo e della sua incredibile determinazione. Grazie a
Kennedy, Kruk, Lama e Ortner la parete sud-est del Cerro Torre ha
riacquistato il carattere di vera avventura.
Ciò va oltre la montagna patagonica: la continua posa di spit su ogni
lembo di roccia del pianeta discredita seriamente i valori alla base
dell’alpinismo”.
La Giuria di quest’anno, guidata da Venables, è composta dallo sloveno
Silvo Karo, dall’austriaca Gerlinde Kaltenbrunner, e dal giapponese
Katsutaka Yokoyama. I Piolet d’Or nascono dalla collaborazione di Groupe
de Haute Montagne, Edizioni Nivéales e Comune di Chamonix. Nel corso
dell’anno passato i giornalisti delle riviste “Vertical” e “Montagnes
magazine” hanno registrato tutte le scalate di alto livello, aiutati
anche dai colleghi dell’American Alpine Journal, il magazine legato al
Club alpino statunitense.
Si ricorda inoltre che l’americano Hayden Kennedy è candidato ai Piolet
d’Or per la salita dell’anno, per la bella via aperta in estate sulla
parete sud dell’Ogre insieme a Kyle Dempster e a Josh Wharton, una
salita realizzata peraltro a poche settimane di distanza da un’altra
grande impresa, una via nuova al K7.