MountCity 19/12/2017
Ghiaccio traditore: monito del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico
Nota della redazione
Le "ciaspolate", gite tipiche dell’escursionismo invernale, sono state
condizionate dall'assenza e/o scarsità di neve degli ultimi due inverni
e i frequentatori abituali della montagna, sia escursionisti che
alpinisti, ne hanno approfittato, ma se hanno potuto avvantaggiarsi
dall’assenza di neve, hanno spesso dovuto fare i conti con la presenza
di zone di ghiaccio, formatesi più facilmente per le forti escursioni
termiche tra il giorno e la notte.
Ciò ha portato a un incremento nell’uso dei ramponi, indispensabili per
superare tratti ghiacciati, cui è seguito il contestuale affermarsi dei
cosiddetti “ramponcini”, più leggeri da portare nello zaino, facilmente
calzabili sopra gli scarponi e quindi preferiti da molti.
Le ditte costruttrici mettono in evidenza che “I ramponcini sono
concepiti per camminate su neve, terreni ghiacciati o scivolosi.
Migliorano la stabilità e la trazione su terreni piatti o leggermente
inclinati, ma non sono adatti per la pratica dell’alpinismo”, questo
significa che possono essere fonte di pericolo per chi ne facesse un uso
improprio per superare tratti anche brevi, ma ripidi.
Infatti, il peso della persona sarebbe affidato alla tenuta delle
catenelle e alla gomma che fissa i ramponcini agli scarponi, ovviamente
non in grado di sopportare le sollecitazioni delle decine di chili di un
corpo umano in movimento su un pendio e non solamente il suo peso.
Un concetto che deve essere ben chiaro all’utilizzatore dei ramponcini,
che da strumento di sicurezza potrebbero altrimenti trasformarsi in
fonte di pericolo se utilizzati per andare in luoghi esposti, dove una
caduta potrebbe avere conseguenze anche gravi.
In caso di dubbi sulla reale difficoltà del percorso sarà sempre meglio
preferire i ramponi classici, un po’ più pesanti da portare nello zaino,
ma più adatti ad affrontare ogni tipo di terreno ghiacciato.