Tra le pieghe del Civetta
ovvero ... fotocronaca di un furto

di Francesco Pompoli

Erano anni che desideravo infilarmi in questo vallone misterioso, che non si riesce a scorgere da nessun sentiero intorno al Civetta ma che nasconde alla sua sommità un piccolo ghiacciaio dal nome affascinante (Giazzèr), forse uno degli ultimi in Dolomiti orientato a Sud.
Con William poi se ne parlava ogni tanto da almeno un annetto: salita non abbastanza difficile per affrontarla in una bella giornata d’estate e quindi sempre accantonata per altre mete più ambiziose (oppure più comode, a seconda della voglia!).
Ora sono in astinenza di montagna, un bellissimo autunno se ne sta sfuggendo senza che io abbia trovato il tempo di fare una bella gita in montagna, è da fine agosto che mi sono messo a correre ed il vortice agonistico mi ha travolto…

Domenica 1 novembre il meteo mette bello (in realtà poco nuvoloso), in serata prevede peggioramento con neve, significa che la stagione finisce qui, a meno che…. ma sì, William è disponibile, tentiamo in extremis un'ultima gita, e dove se non tra le pieghe del Civetta, una bella camminata compatibile con le giornate ormai brevi e la spolverata di neve in quota.
Per questo motivo ridimensioniamo anche il più ambizioso progetto di salire sulla Piccola Civetta e scendere dall’altro versante, meglio la più vicina e tranquilla cima De Gasperi con discesa dalla stessa val dei Cantoni!

Partiamo alle 7:30 da Capanna Trieste, il cielo limpido, risaliamo veloci la strada che porta al Vazzolèr; alle nostre spalle ci osserva illuminato dal sole l’Agner imbiancato.
Dal rifugio abbandoniamo la strada per seguire la traccia verso la Val dei Cantoni, osservati ora dalla severa sagoma dell’elefante, anch’esso scaldato dai raggi solari.

Cominciamo la faticosa risalita.
In realtà la valle è interrotta da orridi canaloni e la traccia ci porta sulla spalla destra della valle, tra sfasciumi e delicati traversi; il sole sembra seguirci, ma con un po’ di ritardo… la valle alle nostre spalle pian piano si illumina, così come l’altipiano delle Pale di San Martino ricoperto di neve.

Solamente nella parte alta della valle, ancora priva di tracce di ghiacciaio il sole ci scalda e dopo un ultimo risalto roccioso levigato dai ghiacci ormai scomparsi arriviamo su quel poco che resta del Giazzèr (*), sotto la cima della Piccola Civetta.

Pochi metri e siamo al bivacco Tomè (**), affascinante nido d’aquila con vista spettacolare sulla cima della Torre Venezia… sembra di essere in aereo a vederla da questa prospettiva.

Sul libro del bivacco cerco le tracce di amici passati di qui in ben altre circostanze… Chicco e il Doc firmarono il libro dopo l’impresa sulla Livanos alla Su Alto, ed ecco le loro firme!
Ripartiamo, sono le 12 e meglio non indugiare troppo… ancora alcuni minuti e siamo sulla forcella su cui si affaccia il baratro delle pareti nord-ovest.

La cima della De Gasperi (***) non è semplice da raggiungere, una cresta affilata di roccia marcia ci sconsiglia di proseguire su questa strada.
Di abbassarsi sulla nord ovest senza corda non se ne parla (1000 metri di baratro fanno un certo effetto….), guadagniamo la cima alle 13 traversando a Sud Est su cenge detritiche arancioni e salendo un caminetto dove tutto va tenuto insieme con mani e piedi….

In cima finalmente ci possiamo rilassare ammirando un panorama incredibile, verso la Civetta e la Busazza
L’altipiano delle Pale. (Notare la qualità eccelsa delle rocce sotto William…)
Un’ultima foto di vetta.

E cominciamo a scendere verso valle, mentre lo spettacolo di colori si accende tutto per noi sui larici, gli abeti, i ghiaioni, le pareti e le chiazze di neve che ci osservano silenziosi aspettando che la neve li ricopra per un nuovo, magico inverno.


Domani nevicherà, è ora di preparare gli sci ma oggi abbiamo rubato un’ultima, indimenticabile giornata passata tra le pieghe del Civetta!

Francesco Pompoli
Tra le pieghe del Civetta
Domenica 1 novembre 2009


NOTE TECNICHE:
Partenza: parcheggio di Capanna Trieste, 1135 metri
Salita: per strada sterrata fino al Rifugio Vazzolèr, 1714 metri, poi per traccia di sentiero per la Val dei Cantoni fino al bivacco Tomè, 2860 metri (necessario piede fermo, passaggi di I grado).
Da qui alla Cima De Gasperi, 2994 metri, per tracce e alcuni passaggi su roccia molto friabile in cresta.
Discesa per stesso itinerario.
Dislivello totale: 1900 metri circa


NOTE A CURA DELLA REDAZIONE:

Nota (*): La Val dei Cantoni o Valòn del Giazzèr è delimitata ad ovest dalla Cresta Sud Ovest e dai Cantoni di Pelsa e ad est dai Cantoni della Busazza. S'inizia sotto la parete sud ovest della Piccola Civetta , con un Van (conca) in cui si trova un piccolo ghiacciaio, il Giazzèr (chiamato anche ghiacciaio De Gasperi) che tranne la parte terminale alta, è poco ripido e senza crepacci.

Nota (**): Il bivacco Cesare Tomè è del tipo "Fondazione A. Berti", a 6 posti ed appartiene alla Sezione di Agordo del CAI. E' situato sul bordo occidentale del Giazzèr, all'inizio della grande banca detritica della parete est della Cima De Gasperi. E' un ottimo punto d'appoggio per i salitori delle cime De Gasperi, Su Alto e Terranova e per chi sale alla Piccola Civetta e alla Civetta per la via del Giazzèr. E' stato inaugurato il 30 agosto 1970.

Nota (***): La denominazione è dovuta ai primi salitori che battezzarono la cima con il nome dell'alpinista friulano Giuseppe De Gasperi, caduto dalla parete della Piccola Civetta sovrastante il Giazzèr, il 30 luglio 1907.
La prima ascensione è di Giovanni Angelini e Marcello Canal, il 27 luglio 1928.