La via "Intra il Marmitt" alla parete dei Tessari di Val d'Adige
di Gabriele Villa
Una traversata orizzontale di una decina di metri verso sinistra mi aveva
riportato sulla Cipriani-Sitta, proprio sotto la placca che la
via sale all'esatto centro, sul cui margine sinistro si posò il mio
sguardo voglioso, anche se in alto gli alberi, cresciuti nel camino che
la delimitano, allungavano le fronde invadenti fin sulla roccia.
Molto piacevoli i primi metri con solo qualche piccolo arbusto da
segare, poi ingaggio la lotta con le fronde di Leccio facendomi largo fino ad
arrivare su un alberetto sul quale improvviso una sosta.
Sorpresa, quando il primo di una cordata che sbuca dalla Cipriani-Sitta, anziché salire la placca al centro, si sposta a sinistra e sale
per il tratto che abbiamo appena pulito dalla vegetazione.
"Hai fatto la prima ripetizione di questo tratto. - gli dico -
Lo abbiamo pulito da appena dieci minuti."
Facciamo insieme i dieci metri del tratto in comune che porta alla
Marmitta Gemella, poi la cordata sopraggiunta sale il diedro della via,
mentre io mi dirigo ad un diedrino appena più a destra che già avevo
notato tante altre volte, sul quale mi faccio strada con il seghetto e
un'arrampicata anche piacevole nonostante il lavoro da fare.
Se non mi ricordassi il boschetto che nascondeva la Marmitta Gemella,
stenterei a credere com'era guardando lo slargo che c'è adesso, il quale
però lascia ammirare le rotondità levigate della marmitta di origine
glaciale.
Segue un altro diedrino di pochi metri che sbuca su un terrazzino invaso
dalla vegetazione ma io, preso dal raptus del seghetto, decido di aprire
un varco per creare un'uscita autonoma verso la fine della parete,
oramai prossima.
Alla prima occhiata l'impresa appare ardua, ma il più è cominciare a
tagliare le prime fronde poi, man mano che appare la roccia, vai avanti
e, quando ti giri a guardare indietro il varco che hai fatto, ci provi
pure soddisfazione.
"Quindi che via abbiamo fatto oggi?" - mi chiede Rita, mentre
riponiamo le attrezzature nello zaino.
"Mah... siamo partiti salendo la Marmitta Gemella, abbiamo
traversato scavalcato la Cipriani-Sitta, abbiamo toccato una sosta della
Marmitta dei Giganti, poi siamo ritornati di qua, per poi alla fine ripassare di là.
Direi che possiamo dire di avere percorso la via Làquilà."
Una risata conclude la bella giornata di arrampicata: tre ore per 130
metri di parete, di cui una e mezza di seghetto. Alla fine, una buona
ginnastica all'aria aperta con annesso allenamento di braccia.
Sabato 7 marzo 2015. Si va a vedere se ci sta un'altra via che abbia
una sua linea autonoma.
Com'era successo con l'apertura della via della Marmitta Gemella, di
cui avevamo percorso prima la parte alta e poi i tiri in basso, così
osservando l'ingrandimento di una delle tante foto scattate alla parete,
pare di capire che tra l'esiguo spazio che sta tra la stessa via e la
linea della Cipriani-Sitta ci possa stare un altro percorso autonomo.
Non che se ne senta la necessità, ben inteso, ma un itinerario in più da
avere a disposizione nei giorni di maggiore frequentazione potrebbe fare
comodo, soprattutto in presenza della concomitanza con qualche corso
roccia.
Con guanti da lavoro, forbice da potatore e seghetto ci presentiamo
all'attacco di quella che dovrebbe diventare un'altra nuova via, poco
più di tre metri a destra della partenza di Marmitta Gemella.
Alla prima occhiata il groviglio di rami appare sempre inestricabile, ma l'assenza di fogliame lascia vedere i tratti di roccia buona e consente di valutare bene il percorso da seguire e dove andare a tagliare seguendo la linea che si è immaginata guardando la fotografia della parete. Man mano che ci si alza e si guarda verso il basso, si prende coraggio alla vista del "corridoio" di roccia che ne sta uscendo e così si va avanti con maggiore entusiasmo.
Quando la vegetazione si fa fitta vuol dire che c'è un terrazzino e le
piante hanno potuto crescere di più, ma fatto largo ecco una bella
placchettina di buona roccia che porta verso la sosta, anche quella
"protetta" da altri rami.
Beh, dopo un'ora e venti minuti dalla partenza, il primo tiro è
guadagnato e i primi quaranta metri sono puliti.
Anche il secondo tiro di corda sarà da "ricavare" liberando la roccia
dalla vegetazione che qui è più rigogliosa essendo minore l'inclinazione
e più fratturata la roccia e c'è un breve tratto nel quale la via va a
sfiorare quella della Marmitta Gemella per poi tornare ad
allontanarsene, anche se non di tanti metri.
Tre quarti d'ora di alacre lavoro e anche il secondo tiro è concluso e
così siamo arrivati a congiungerci con il tratto pulito una settimana
prima per cui, il resto dell'arrampicata sarà più divertente e dedicato
a soli tagli di rifinitura.
Il terzo tiro regala una bella parete e porta ad ammirare la Marmitta
Gemella, ma stando alla sosta sull'alberino si può vedere anche l'altra
marmitta e prima o poi bisognerà tagliare qualche altro ramo per
renderla più godibile.
Il diedrino finale, dopo la prima pulizia della settimana precedente è
davvero divertente, fatta salva la presenza di una vipera che si scalda
al tiepido sole raggomitolata dentro una fessura nella quale, per
fortuna, non ho messo la mano, ma solamente appoggiato il piede
sinistro.
Anche il diedrino superiore fa la sua bella figura senza arbusti ad
invaderlo e, infine, eccoci sul ripiano sommitale.
La linea immaginata sulla foto c'era anche nella realtà e ora è stata
pulita; per il momento questo ci basta.
Venerdì 3 aprile 2015. Prima ripetizione della nuova via con battesimo:
"Intra il marmitt"
Complici le imminenti vacanze di Pasqua si forma un improvvisato
terzetto di cui David sarà il capo cordata per quella che è la prima
ripetizione della nuova via aperta sulla parete del Trapezio dei
Tessari.
Rita farà sicurezza a David, mentre a me tocca fare la relazione "a
voce", tiro dopo tiro e, finalmente, potrò stare in coda alla cordata
con il solo pensiero di scattare fotografie.
Dopo pochi metri dalla partenza David quasi scompare tra una fioritura di Ginestre davvero straordinaria; segue il secondo tiro meno floreale e così eccoci alla "paretina" del terzo tiro, una chicca di arrampicata, mentre qualche metro a destra occhieggiano tre Peonie all'interno di un diedro che meriterebbe una visitina di pulizia.
Alla sosta dell'alberetto possiamo notare come sia equidistante dalle due marmitte, da qui entrambe visibili, anche se la prima è nascosta in gran parte dal verde dei Lecci: sarà questa osservazione a determinare il nome della nuova via, siamo tutti concordi che debba essere "Intra il Marmitt", ovvero "Tra le Marmitte".
Mentre fotografo David che arrampica sul diedrino mi dico che quel tratto è proprio una chicca e dà il tocco finale alla nostra vietta che ben si presterà a future ripetizioni e così lascio anche un cordone a metà diedro, ancorato ad un tronchetto di Roverella che esce da una fessura nella quale ha potuto affondare le sue radici e crescere.
Gabriele Villa
La via "Intra il Marmitt" alla parete dei Tessari di Val
d'Adige
Ferrara, 14 aprile 2015
Note tecniche e notizie integrative a cura della
redazione
Con il nome Trapezio viene chiamata la struttura rocciosa,
di forma vagamente trapezioidale, situata poco sopra la località Tessari,
all'imbocco della Val d'Adige, a pochi chilometri da Affi.
Si tratta di una formazione di ottima roccia calcarea straordinariamente
erosa e lavorata dagli agenti atmosferico alta circa 150 metri e di comodo
accesso sulla quale è possibile arrampicare tutto l'anno.
Il Trapezio è stato scoperto ed esplorato in maniera sistematica da Eugenio
Cipriani assieme a diversi compagni nel 1982 e dopo quasi un ventennio è
stato riscoperto da alcuni arrampicatori locali che hanno tracciato una
variante alla via "Il cappuccio del fungo". Gli itinerari, tutti facili,
sono complessivamente una decina, ma ne sono stati recentemente riattrezzati
e segnalati una metà. Nella risistemazione delle vie volutamente non si è
abbondato con la chiodatura: la ricchezza di clessidre e ancoraggi naturali
fa infatti del Trapezio un'ottima palestra dove affinare la capacità di
proteggersi in modo autonomo. Ogni ulteriore aggiunta di fix verrà
drasticamente "ridimensionata".
[Dalla
guida "Monte Baldo Rock", autori Cristiano
Pastorello e Eugenio Cipriani. Edizioni Versante Sud.
2014]
Alla situazione più sopra descritta si sono ora aggiunte due vie nella parte sinistra della parete i cui tracciati sono stati inseriti sulla fotografia presente alla pagina 143 della guida "Monte Baldo Rock".
Delle due vie nuove diamo le informazioni schematiche
partendo da sinistra, ricordando che non si trovano chiodi lungo i percorsi
e anche le soste sono da attrezzare, ma molto facilmente con cordini attorno
a robusti alberetti.
Via della Marmitta Gemella - Gabriele Villa, Rita Vassalli;
novembre 2014 (IV+/R2/I) 130 metri (4 lunghezze)
Via Intra il Marmitt - Gabriele Villa, Rita Vassalli; marzo
2015 (IV-/R2/I) 130 metri (5 lunghezze)
Altre note
Sulla
Marmitta Gemella è presente un cordone di sosta all'attacco, due
cordini su clessidra al secondo tiro, un cordone di passaggio su
clessidra al terzo tiro, un cordone di passaggio su clessidra al quarto
e ultimo tiro.
Tutte le soste segnate in fotografia sono all'ombra e si consiglia di
ripetere la salita solo con roccia asciutta.
Sulla via Intra il Marmitt è presente un cordone su clessidra alla
seconda sosta, un cordone su alberetto nel diedro dell'ultimo tiro di
corda, più un altro cordone su terrazzino che fa parte di una sosta
della Cipriani-Sitta.
Si consiglia di effettuare due tiri brevi centrali (come segnato
in foto).
Per entrambe le vie portare qualche friend medio/piccolo e una scelta di
dadi (e fidarsi di alberetti e radici).