Non c'è due senza tre: la via Cenerentolina alla parete dei Tessari
di Gabriele Villa
Dalla scoperta di
una marmitta dei giganti nascosta da un boschetto sospeso, con successiva
giornata di taglio con forbici e seghetto per poterla mostrare, era nata
la curiosità di salire la bella parete che si era scoperta di fianco
alla marmitta.
In seguito, liberando tratti di parete, in gran parte strappati alla vegetazione
boschiva, partendo dalla parte alta e, da ultimo salendo dal basso e
concatenandoli,
era
nata la via Marmitta Gemella.
Più o meno allo stesso modo, andando a curiosare in vari settori di
parete e scoprendo qualche paretina interessante,
era stata realizzata
la via Intra il Marmitt, nella parte centrale molto vicina alla precedente, ma autonoma nel tracciato e con una sua logica di percorso, pur
intersecando alla fine la via Cipriani-Sitta.
Se l'appetito vien mangiando, ai Tessari, la voglia di aprire
una via vien segando, però quella porzione di parete sul margine
sinistro del Trapezio,
sembrava non offrire ulteriori possibilità di una via con significato
alpinistico.
Anche una sbirciata da vicino, effettuata durante una ripetizione della
vicina Marmitta Gemella, aveva dato esiti negativi, così come
l'osservazione di alcune foto al teleobiettivo scattate alla parete
dalla piazzetta dei Tessari.
Eppure ... eppure è proprio vero che non bisogna mai dire mai.
Sabato 30 maggio 2015 - Andiamo all'attacco di
ancora-non-si-sa-che-cosa
Dopo una domenica precedente in cui hai fatto un'andata e ritorno in
giornata in Val di Zoldo in ricognizione con il gruppo Boschi e Alberi,
un lunedì sera in cui sei andato a Piacenza per un aggiornamento
istruttori della Scuola di alpinismo a fare prove di volo e di
trattenuta del compagno di cordata, un giovedì in cui hai accompagnato
una gita del Gruppo Seniores al Monte Zugna, un venerdì sera in palestra
di arrampicata con il gruppo dei "picchiatelli", non è che il sabato
mattina hai voglia di alzarti all'alba per andare sulle Dolomiti ad
ingaggiare una lotta con l'Alpe.
Un po' l'età e un poco il buon senso ti dicono di non esagerare e allora
pensi: mi serve un posto vicino, un avvicinamento al massimo di venti
minuti, una temperatura gradevole, niente impegno psicologico, ma
divertimento.
Il primo posto che ti viene in mente, tra quelli che conosci, è la
parete dei Tessari: quello è il posto giusto.
Mentre andiamo all'attacco di ancora-non-si-sa-che-cosa, vedo persone
alla partenza di Marmitta Gemella e non resisto alla curiosità di andare
a chiedere se vanno su a caso o se conoscono la via e "come" l'hanno
saputo.
L'indagine dà esiti incerti, capisco solo che c'è una persona che li ha
indirizzati lì e saprò solo più tardi chi sia.
Nel tornare sul sentiero vedo uno strapiombino e ne sono attratto:
perchè non andare su di qua?
Tanto, il seghetto è attaccato all'imbragatura, oramai fa parte
integrante della NDABQ: Normale Dotazione Alpinistica di Bassa Quota e,
dentro al marsupio ho pure guanti e forbice da potatore.
Parto senza grandi ambizioni viste le ricognizioni precedenti e lo
studio delle fotografie di quel settore di parete; mi accontenterei di
individuare un sentiero con passaggetti facili da fare con la dovuta
attenzione ma senza l'obbligatorietà della corda, una specie di 92°
Congresso SAT come al Monte Baone ad Arco di Trento.
Dopo lo strapiombino iniziale ci sono dei gradoni erbosi e, mentre mi
sto apprestando ad andare verso sinistra, guardando verso destra, vengo attratto da un saltino
di roccia che sembra interessante e verso il quale mi dirigo subito.
Faccio sosta ad una pianticella subito sotto, dalla quale, facendo
qualche potatura sul margine della parete che forma il saltino, procedo
verticalmente con divertente arrampicata prima che la parete si abbatta
e porti facilmente sotto ad un altro salto di roccia che riconosco e
sotto al quale mi ero spinto in una ricognizione precedente.
Mi accorgo che non avevo guardato con sufficiente attenzione la parte
sinistra dell'arco che avevo chiamato "il portale", valutandolo di
roccia malferma e poco sicura per arrischiare una salita che poi finiva
in un boschetto.
Al contrario, il pilastrino alla sinistra dell'arco è di buona roccia,
bello verticale e vale la pena di provare a salirlo.
Devo fare pulizia della sterpaglia alla base del pilastro per liberarne lo
spigolo dal quale si potrà salire sulla parete con un bel passaggio su
roccia lavorata, poi si prosegue in verticale per alcuni metri fin dove
la roccia si fa più rotta e si può procedere facilmente fino ad un
terrazzetto con boschetto pensile meno fitto di quanto non fosse
sembrato da sotto. Sopra di noi ora c'è una bella parete che dal basso
risultava coperta quasi completamente, mentre da qui appare invece di
roccia stupenda e mi rendo conto che è la "sorella" della "bella placca"
di Marmitta Gemella; anche calcolando che abbiamo percorso circa
sessantacinque metri, i conti tornano.
Sentiamo le voci delle cordate che avevamo visto attaccare, ma non li
vediamo per via della vegetazione.
La parete sembra più facile verso destra, ma è anche più infestata da
cespuglietti e arbusti vari e poi salire dritti sembra davvero invitante
e non resisto alla tentazione: posiziono due friends e trovo una
clessidra, ma se voglio assicurarmi sull'ultimo passaggio e arrivare ad
una robusta roverella, devo posizionare un cordino di sicura su uno
spuntoncino, alla "vecchia maniera" alpinistica. Alla roverella la
placca finisce e così si deve traversare in arrampicata obliqua verso
destra con una gustosa Dulfer su una lama da tirare con una certa
delicatezza.
E' qui che mi vede l'amico che ha portato il suo gruppo ad arrampicare
sulle nostre vie nuove: è
Daniele Spiniella, di Zevio di Verona, un autore di intraigiarùn e
così ecco anche svelato chi e come ha saputo delle vie nuove.
Siccome ci conosciamo solo per nome, decido che per oggi ho segato
abbastanza e, aperto un varco nella vegetazione con il seghetto, traverso su Marmitta
Gemella ed esco in cima assieme a loro e in allegria.
Abbiamo fatto più di mezza via, pure carina, là dove eravamo partiti per
cercare un sentiero; se riusciamo a trovare un altro tiro dignitoso, ci
ricongiungiamo al pilastro della Marmitta Gemella e per quello si va
fuori.
Domenica 31 maggio 2015 - Una via là dove si pensava si potesse
trovare solo un
sentiero
La mattina successiva alle undici circa siamo ancora sotto la parete,
pronti ad un secondo raid di pulizia.
Il primo tiro è presto fatto e con trentacinque metri si arriva
direttamente sotto il pilastro del "portale".
Il pilastro lo prendo di petto superando direttamente lo strapiombo
iniziale che risulta faticoso, oltre che poco proteggibile, meglio lo
spigolo salito ieri che offre un passaggio più semplice e anche più
divertente.
Confrontando le foto di ieri e di oggi si vede già l'effetto sul pilastro
dei due passaggi di pulizia e di rifinitura.
Arrivati sotto la placca faccio un bel lavoro di disbosco, sia perchè la
parte bassa delle rocce possa prendere il sole e anche per poter
fotografare verso l'alto senza rami e fronde che "entrino"
nell'inquadratura.
Poi salgo la placca come fatto ieri, a dire il vero facendo il passaggio
un po' meno sciolto e non posso che confermare la valutazione già data:
per me non meno di 5°.
La conferma arriva poco dopo, perchè quando "il secondo" si attacca ai
cordini vuol dire che siamo al 5° e forse qualcosa di più: è matematico.
Decidiamo seduta stante che torneremo a pulire il diedro più a destra in
modo che le difficoltà della via siano più uniformi e questa la
indicheremo come "variante". A dirla con tutta sincerità la dirittura
del diedro appare più congruente con la linea di salita della via e la
sua prosecuzione verso l'alto.
Ora non ci resta che proseguire, ben sapendo che la parete perde la sua
verticalità e la vegetazione ostacolerà il procedere, ma l'importante è
che la via non scada nella banalità per potersi chiamare tale.
Il seghetto entra in azione e mi faccio largo là dove vedo roccia che
offra passaggi di arrampicata.
Dopo la fatica della pulizia è sempre bello vedere le rocce pulite e
poter procedere senza il fastidio degli arbusti.
Peccato che poi ci sono alcuni metri di zolle erbose, ma non ho
strumenti adatti per questa pulizia "fine".
Procedo in obliquo verso destra e vado a sbucare sul pilastro della
Marmitta, salendo
per questo arrivo alla sosta.
Per dare alla via un'uscita completamente in autonomia procedo
direttamente, segando altri arbusti e qualche alberetto, ma fatti pochi
metri mi trovo sul prato sommitale e mi rendo conto che questa soluzione
non ha alcun senso alpinistico e sarò meglio uscire in parallelo a
Marmitta Gemella.
Oggi la lotta con l'Alpe boschiva non è stata incruenta e sono riuscito a
lasciare tracce di sangue anche sugli appunti della relazione, ma c'è
soddisfazione perchè la via c'è ed è carina, e alpinisticamente
dignitosa.
Mi sento un "vegetal terminator", ma su certi settori di questa
parete, senza seghetto non si potrebbe fare nulla e invece con pazienza
e fatica siamo riusciti a scoprire degli autentici gioiellini per chi saprà
apprezzare.
Sabato 13 giungo 2015 - Ragionare secondo logica
alpinistica, non secondo difficoltà tecnica
Dopo un fine settimana trascorso in montagna ad arrampicare con l'assillo
dei temporali e sfuggendo ad una grandinata con chicchi grandi come palline
da ping pong, visto il meteo ancora incerto, decidiamo di tornare ai Tessari
a terminare il nostro lavoro di pulizia del diedro della nuova via.
Saliamo quindi decisi per il tratto oramai ben ripulito ed eccoci sotto la
parete per liberarne il diedro di destra.
Comincio con gli arbusti più grossi che taglio con la sega,
poi passo alla forbice e rifinisco, qualche colpo di brusca metallica a
grattare muschio e terriccio dentro le fessure. Uno scroscio d'acqua ci
costringe a riparare sotto i lecci per alcuni minuti, poi aspettiamo che la parete
si asciughi e termino il lavoro in maniera meticolosa.
Finisco il lavoro trovando due clessidre e lasciando due cordini annodati per
la protezione del tiro.
Sabato 24 ottobre 2015 - Un'ennesima ripetizione con rifiniture per un
quasi battesimo della via
Passata l'estate, ci ritroviamo in una bella giornata ottobrina con gli
amici di Cento e facciamo una salita tutti assieme, poi ci si separa e
allora ci viene voglia di ritornare sulla nuova via che, nel frattempo,
abbiamo deciso si chiamerà Cenerentolina e che il tratto dritto della
placca sarà "la variante del Principe".
Pensando alle due vie sorelle aperte in
precedenza, Marmitta Gemella e Intra il Marmitt, ci sembra il nome più
adatto per questa vietta nata
senza che ci credessimo e che, pulizia dopo pulizia, si è rivelata molto
carina nella sua semplicità, con varietà di passaggi mai troppo
impegnativi, ma nemmeno banali, quasi fosse un tracciato a delimitare il
confine sinistro della parete del Trapezio dei Tessari.
Naturalmente approfitto per qualche lavoro di rifinitura,
anche perchè durante i mesi estivi la vegetazione non è rimasta ferma,
posiziono qualche cordino di sicurezza e ne lascio un paio a segnalare le
soste.
Secondo me rimane una sosta da definire e mi riservo di fare un altro
passaggio per sistemare questa lacuna.
Sabato 29 novembre 2015 - Un ultimo percorso di rifinitura e Cenerentolina è
completata
Arriva il fine settimana giusto per completare la rifinitura della
nostra Cenerentolina, una via che abbiamo proprio "coccolato" con le
nostre ripetute attenzioni.
Lascio un cordone sull'alberetto di partenza, posiziono cordoni grossi
alle soste, ritirando quelli più sottili che avevo lasciato in
precedenza, trovo (finalmente) una clessidra perfetta per la sosta che,
secondo me, mancava.
Sullo slancio pulisco alcuni metri del tratto erboso verso la fine
della via e penso che così sta molto meglio; è solo un peccato che sia
una fatica improba scalzare i ciuffi di erba che hanno radici sottili,
ma tante e tenaci.
Trovo una clessidrina sul pilastro e lascio un altro cordino, pulendo,
infine, il tiro di uscita verso il prato della cima.
Sono soddisfatto per avere completato il trittico di vie nuove su questa
tratto di parete anche se mi ha fatto faticare più come boscaiolo che come
scalatore, ma senza le fatiche del primo non avrei potuto godere dei piaceri
del secondo.
Gabriele Villa
Non c'è due senza tre: la via Cenerentolina alla parete dei Tessari
Ferrara, 26 dicembre 2015
Note tecniche e notizie integrative relative a parete del Trapezio dei Tessari di Val d'Adige
Note sulle vie nuove aperte sul settore sinistro del Trapezio (da sinistra verso destra)
Via Cenerentolina - Gabriele Villa, Rita
Vassalli; novembre 2015 (IV-/R2/I) 135 metri (4 lunghezze)
In rosso la variante del Principe (valutata 4° con un passo di 5°+)
Via della Marmitta Gemella - Gabriele Villa, Rita Vassalli;
novembre 2014 (IV+/R2/I) 130 metri (4 lunghezze)
In rosso la variante del camino con difficoltà equivalenti, ma meno bella
Via Intra il Marmitt - Gabriele Villa, Rita Vassalli; marzo
2015 (IV-/R2/I) 130 metri (4 lunghezze)
Altre note
Lungo le tre vie nuove non si trovano chiodi, ma solamente protezioni con cordini attorno
a robusti alberetti e in clessidre naturali. Quasi tutte le soste segnate
nella fotografia sono in genere su alberi e quindi all'ombra, per facilitare
ripetizioni anche con giornate calde. Si consiglia di
ripetere le salite solo con roccia asciutta.
Consigliato portare qualche friend medio/piccolo, qualche
dado e alcuni cordini per qualche passaggio e le soste.
Si arriva all'attacco abbandonando il sentiero e salendo
per una cengetta erbosa (tracce evidenti e un cordino rosso girato attorno ad un
alberetto) una trentina di metri prima di arrivare alle vie "storiche"
della parete.
All'attacco di ogni via è stato lasciato un cordone di sosta e apposta una
scritta con pennarello rosso.