La via Normale al Sass Maor
di Francesco Pompoli
PREMESSA
Aspettando la neve e l’inverno siamo arrivati al 31 dicembre, gli sci con le
pelli rimangono a prendere polvere in cantina e occorre farsi venire delle
idee per sfruttare le splendide giornate.
Fabrizio Rattin ha una giornata di riposo sugli impianti del Broccon, e mezza
giornata utile per una uscita in compagnia in montagna, decidiamo per la
salita al Sass Maor per la via normale, con partenza “selvaggia” e rientro
per ora di pranzo. L’unica spolverata di neve risale a metà ottobre,
decidiamo di partire con le scarpe basse da avvicinamento e di non portarci
i ramponi, se troveremo ghiaccio o neve torneremo indietro!
AVVICINAMENTO
Lasciamo l’auto al parcheggio sopra Malga Civertaghe alle ore 6:00, a quota
1500 metri.
Saliamo veloci per il sentiero alla luce della frontale e raggiungiamo il
rifugio del Velo mentre il cielo schiarisce. Ancora pochi metri di
dislivello e siamo sotto l’attacco, a circa 2300 metri di quota.
La valle è coperta da un mare di nuvole bianche, il cielo comincia a virare al viola dell’alba, propongo a Fabrizio di salire alla vicina forcella e goderci il panorama fino al sorgere del sole, sorseggiando un the caldo.
L’uscita del sole dall’orizzonte è sempre affascinante, la sua luce ci
illumina e riscalda, poche fotografie ed è ora di prepararsi per la salita.
SALITA
Si lascia il sentiero poco sotto la forcella, si sale per facili roccette
fino ad un terrazzino prima del tratto più verticale dove ci imbraghiamo e
leghiamo.
Alle ore 8:00 Fabrizio parte per il primo tiro. Una placca abbastanza
verticale, con roccia lisciata dall’acqua proveniente dal canale superiore,
qualche passaggio delicato che si può affrontare sia stando a sinistra
(piccolo chiodo nascosto) e poi traversando decisamente verso destra oppure
salendo direttamente sulla destra.
Dopo pochi metri si raggiunge l’anello resinato di calata, le difficoltà
arrivano al III/III+ ma alcuni passaggi affrontati a freddo risultano
delicati.
Raggiungo arrampicando Fabrizio, e ci sleghiamo per procedere sul canale che divide la cima della Madonna dal Sass Maor. Si sale per tracce di sentiero, seguendo gli ometti, superando due salti più verticali e mantenendosi successivamente sul bordo sinistro del canale. Si segue una crestina fino al suo termine, rientrando naturalmente nel canale principale, che si continua a risalire. Si lascia il canale prima del salto strapiombante, risalendo la paretina appoggiata di destra (si può lasciare presto, salendo una rampa inclinata più facile, oppure poco prima del salto, con una salita forse leggermente più impegnativa). Al termine della rampa si raggiunge una forcella, e si prosegue in direzione del canale affrontando un breve passaggio verticale ed esposto, ma ben ammanigliato. Tornati nel canale principale, lo si risale fino al suo termine.
Appena prima della forcella, si comincia a risalire la parete di destra
spostandosi sulle rocce del Sass Maor.
Una prima paretina facile porta ad un terrazzino, da cui si vede San
Martino.
Da qui si risale dapprima con esposizione notevole (III, con passaggi ben
ammanigliati) e poi con pareti più appoggiate e facili (max II) incontrando
gli anelli di sosta che poi verranno utilizzati per le calate.
Il percorso è piuttosto lineare e porta al suo termine su un terrazzino sul
versante Nord.
Si traversa ora decisamente verso sinistra, aggirando la parte sommitale più
verticale, puntando ad un nuovo terrazzino dal quale si può vedere,
sporgendosi, l’abisso della parete est.
Trovato il chiodo di sosta (un po’ nascosto a sinistra di una fessura verticale) ci leghiamo nuovamente per il tratto più verticale della salita. Da qui raggiungere la cima sembra molto impegnativo, sopra la testa si vedono solo pareti verticali o strapiombanti, gialle. In realtà si risale l’evidente fessura, di roccia ben ammanigliata e proteggibile (un friend, un sasso incastrato) e quando dopo qualche metro questa diventa troppo difficile la si abbandona traversando decisamente a sinistra. Dapprima i dubbi mi assalgono, non vedo chiodi né punti deboli nella parete, ma continuando il traverso scorgo sopra di me la sosta ed il comodo terrazzino e lo raggiungo.
Un ultimo tiro su un camino/canale piuttosto semplice e raggiungiamo la
vetta, costituita da due cime alla stessa altezza separate da una piccola
sella.
Nostro tempo di salita: 2 ore dall’attacco della via.
Il panorama dalla cima è splendido, sembra di volare sulla Val Pradidali,
davanti l’imponente sagoma della cima Canali e della Pala di San Martino, in
lontananza l’altipiano chiuso a ovest dal Cimon della Pala e dalla Vezzana.
DISCESA
Si raggiunge a piedi ed arrampicando il primo anello di calata, da cui si
torna alla base dell’ultimo tratto di parete (faremo calate di massimo 30
metri con mezza corda da 60 metri).
Si ripercorre il traverso a piedi, e si scende per facile terreno finché si
ritiene opportuno utilizzare gli anelli di calata per le doppie. Le doppie
sono tutte consecutive, fino a giungere al canale tra cima della Madonna e
Sass Maor.
Si scende ora il canale a piedi, superando i passaggi di arrampicata fatti i
salita senza ulteriori calate.
Scendendo per la stessa via di salita, ricordarsi di tenere il canale di
destra alla prima diramazione e quello di sinistra alla seconda.
Ci si cala nuovamente dall’ultimo anello su cui si è fatta salendo la prima
sosta.
Nostro tempo di discesa: 1 ora e trenta minuti.
Sistemato negli zaini il materiale, in pochi minuti si raggiunge il rifugio
Del Velo (chiuso oggi) ed in circa un’ora scendiamo alla Malga Civertaghe
dove ci beviamo una bella birra!
Abbiamo chiuso il 2015 con una bella salita su ottima roccia, in una
giornata di sole splendido.
Davvero non possiamo parlare di una salita invernale….
Francesco Pompoli
La via Normale al Sass Maor
San Martino di Castrozza, 31 dicembre 2015
Scheda tecnica a cura della redazione, tratta dal sito
internet VieNormali.it