Scialpinismo e ciaspolate ... quando non basta avere la neve
Osservazioni a margine di una ciaspolata al Corvo Alto di Mondeval
di Alberto Zerbini e Gabriele Villa
Questo racconto, che racconto non è, nasce dalle osservazioni fatte a
margine di una ciaspolata nella zona di Passo Giau con meta il Monte
Corvo Alto di Mondeval, seguendo il percorso di una scialpinistica classica, in
tempi recenti frequentata anche dai ciaspolatori per la bellezza dei luoghi e dei
panorami a largo raggio che regala.
Luoghi talmente belli che chi l'ha fatta se n'è tornato a casa con
seicento foto nella memoria della fotocamera digitale e le ha inviate
agli amici più stretti, per condividerle, come si usa fare in questi
tempi "informatici".
Queste foto raccontano non solo il percorso dell'escursione, ma
testimoniano la "situazione neve" presente sulle Dolomiti che ancora
appaiono nella loro veste invernale con quantità di neve degne dei mesi
di gennaio e febbraio.
Scialpinisti e ciaspolatori sono ancora in azione, la neve attira, è abbondante, ma (come testimoniano tanti incidenti da valanga, molto spesso con vittime) nasconde anche tante insidie in conseguenza di un inverno che, considerato in tutta la sua durata, per quantità di neve caduta e alternarsi di contrastanti condizioni climatiche e meteorologiche, ha creato condizioni di pericolo che bisogna saper valutare con grande attenzione, soprattutto in questa primavera oramai inoltrata che invita a proseguire nelle attività tipiche dell'inverno.
Nessuna pretesa di fare trattati in queste poche note, soltanto l'intento
di dare
qualche indicazione in base al ricco corredo fotografico fornito da
Alberto e alle sue osservazioni che Gabriele ha scritto e ordinato.
Solo qualche immagine con lo scopo di ricordare che, pur se la
"materia prima" c'è ed è abbondante, non ci si deve fare prendere
la mano dalla voglia, ma
è necessario valutare dove e quando ci sono le "condizioni" di
sicurezza, valutando tutti i fattori che possono determinare pericolo,
sui quali le immagini intendono richiamare l'attenzione.
La gran parte delle foto si riferisce ad una ciaspolata effettuata lunedì 5 maggio 2014 con meta il Corvo Alto di Mondeval, quota di 2.456 metri e la prima osservazione viene dalla comparazione del pendio dello stesso monte messo in raffronto al vicino Piz del Corvo il cui pendio pur esposto più meno nella stessa direzione, appare completamente tormentato da valanghe a lastroni.
Come si può notare, una piccola differenza di inclinazione dei due pendii determina condizioni di sicurezza completamente diverse e, mentre il Corvo Alto consente una escursione sicura, il Piz del Corvo risulta impraticabile.
Un'immagine ravvicinata del pendio del Piz del Corvo evidenzia le valanghe di fondo a lastroni, impressionanti per la loro grandezza e la quantità di neve che mettono in movimento, pericolosissime di per sè, lo sono a maggior ragione con neve primaverile la quale risulta ancora più pericolosa per il suo notevole peso.
Un altro aspetto da non trascurare è l'enorme quantità di neve che si è
accumulata, valutando soprattutto se può avere formato cornici sospese
che possono staccarsi e precipitare lungo i pendii che vogliamo salire.
Una raccomandazione che danno tutti i manuali, ma che quest'anno deve
valere in
modo particolare.
L'immagine qui sopra (scattata a fine marzo) rappresenta bene il pericolo che può formarsi per effetto del vento che forma cornici enormi sopra i pendii, il cui distacco, a causa del calore del sole, potrebbe essere fatale per chi salisse lungo il pendio sottostante. Anche camminarci sopra può essere pericoloso e le tracce lasciate da chi c'è andato ugualmente fanno capire che non tutti se ne rendono ben conto.
La valutazione della pericolosità dei versanti è sempre messa in evidenza
nei bollettini "neve-valanghe", il resto lo deve fare l'escursionista e
se non conosce bene i luoghi in cui va meglio che si porti la cartina e
nel caso anche una bussola per non incorrere in valutazioni errate.
L'immagine qua sopra rende bene l'idea se si paragona il pendio di
salita verso forcella Giau sul quale sta salendo l'escursionista e il
versante innevato sotto Col Piombin (che si vede bene sullo sfondo)
percorso da valanghe di neve che hanno portato con sè anche terra e sassi
rigando di scuro il pendio nel loro scorrere a valle.
Mai come quest'anno bisogna guardare in alto quando la nostra escursione
passa sotto pareti rocciose che possono avere accumulato grandi quantità
di neve che il calore del sole primaverile può far staccare.
In certi casi la valanga può prendere una spinta tale da arrivare ad
interessare anche zone normalmente ritenute sicure; meglio cautelarsi e
aumentare la distanza della nostra traccia dallo sbocco di canaloni come
quello rappresentato nell'immagine, in cui si vede come la spinta della
valanga abbia portato la neve fino alla zona pianeggiante sottostante,
oltre il limite normalmente ritenuto sicuro.
Chiudiamo con l'immagine qua sopra, scattata oramai quasi due mesi fa, che mostra
in modo perfettamente comprensibile uno dei pericoli più grandi delle
valanghe del presente inverno: quelle cosiddette "di fondo".
Sono determinate dalla mancanza di coesione tra la neve abbondante
caduta dopo un rialzo termico durato parecchi giorni, (avvenuto
all'inizio della stagione invernale), che aveva sciolto la neve caduta
precedentemente e riscaldato il terreno impedendo quindi il "saldarsi"
della nuova neve con il terreno, come succede normalmente se l'andamento
stagionale procede regolarmente senza le discontinuità climatiche che
sempre più di frequente si verificano. Quando gli esperti parlano di
inverno "anomalo", bisogna capire che "anomale" diventano anche le
condizioni dei pendii e della montagna in generale, mutando le
condizioni di sicurezza.
Avere ancora tanta neve in montagna a maggio rappresenta allora un
invito ad andare, ma il se, il dove e il come devono essere il frutto di
attente documentazioni e valutazioni sulle condizioni reali di sicurezza
che si possono trovare e soltanto se si è sicuri che "i conti tornano"
si raccoglie l'invio, altrimenti bisogna sapere rinunciare.
Alberto Zerbini e Gabriele Villa
Osservazioni a margine di una ciaspolata al Corvo
Alto di Mondeval
Ferrara 12 maggio 2014
Nota a cura della redazione.
Per completezza di informazione inseriamo la cartina della zona nella
quale sono state scattate la gran parte delle foto e il tracciato della
ciaspolata seguito. Un ringraziamento particolare ad Alberto Zerbini per
la documentazione fotografica messa a disposizione e la preziosa
collaborazione e disponibilità offerte.