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NOTIZIE.
22/10/2009 - L'incontro con Sergio Martini e la presentazione del libro "Medicina in montagna"

 



Manca una settimana all'incontro con un altro "grande" dell'alpinismo contemporaneo:
 

Sergio Martini

presenterà

"Himalaya e dintorni",
 

giovedì 29 ottobre, alla Sala Estense, alle ore 21, con ingresso gratuito,

nell'ambito della rassegna "Inseguendo i profili".

 


 

Nell'occasione sarà presentato un interessante libro uscito nell'aprile del 2009 [ MEDICINA E SALUTE IN MONTAGNA - Editore: HOEPLI ]

che sarà illustrato al pubblico presente direttamente dall'autrice, Annalisa Cogo (socia della sezione del CAI di Ferrara).
 


Annalisa Cogo è professore associato di Malattie Respiratorie presso l'Università di Ferrara dove insegna diverse materie tra cui Diagnostica Funzionale Respiratoria e Allenamento in Altitudine.
È stata presidente della Società Italiana di Medicina di Montagna e attualmente è presidente della Società Italiana di Pneumologia dello Sport.
Ha partecipato a numerose spedizioni scientifico-alpinistiche e da anni collabora con il Comitato Ev-K²-CNR, per il quale svolge il ruolo di Coordinatore d'area nel settore di ricerca "Medicina e Fisiologia".

Così presenta il libro una nota dell'Editore:


Il volume affronta tutti i più importanti argomenti riguardanti la salute in montagna.
Sono descritte le caratteristiche del clima e le risposte del'organismo alle mutate condizioni ambientali; le differenze nella capacità di esercizio tra la bassa e l'alta quota; il mal di montagna e altre patologie legate all'ambiente con tabelle per la prevenzione e il trattamento; la preparazione, l'allenamento e l'alimentazione, sia per affrontare semplici escursioni, sia per trekking più impegnativi; la possibilità per persone con patologie croniche di raggiungere determinate altitudini; gli accorgimenti necessari per far vivere bene l'ambiente montano ai bambini. Il testo è accompagnato da un centinaio di immagini, grafici e tabelle che rendono la lettura ancora più pratica e piacevole.


La redazione ha voluto incontrare l'autrice per sapere qualcosa di più, al di fuori e oltre le note formali della casa editrice.

Le abbiamo chiesto innanzitutto, come è nata l'idea di questo libro?

Sono stata contattata dell'editore Hoepli per sapere se avessi intenzione di scrivere un libro sulla medicina di montagna. Ovviamente sapevano del mio interesse e delle mie competenze specifiche sull'argomento, frutto di trent'anni di studio, ricerca ed applicazione pratica nel corso di numerose spedizioni scientifiche svoltesi in prevalenza alla Capanna Regina Margherita a 4559 metri sul Monte Rosa ed al Laboratorio Piramide in Nepal, a 5050 metri sulla via che porta al campo base dell'Everest.

Poi, come è proceduto il lavoro di realizzazione del libro?
Mi hanno chiesto un piano editoriale, ma io devo dire sinceramente che lo avevo già tutto in mente, perchè fare una cosa simile era il sogno della mia vita. Un condensato delle mie competenze di medico-ricercatore e di appassionata di montagna con una frequentazione oramai quasi trentennale, dal momento che la mia prima esperienza l'ho fatta in una spedizione all'Aconcagua nel 1980.
Il testo è il frutto delle molte ore trascorse camminando, delle notti trascorse in rifugi in alta quota o in tenda, nasce quindi dall'esperienza e dal desiderio di vedere avvicinare la montagna da persone consapevoli.

Quindi non è un manuale medico in senso stretto?
No, è un testo a carattere divulgativo. Un libro che mancava in lingua italiana e che parte dal presupposto che medicina non vuol dire curare, ma sapere cosa e come fare per andare in montagna correttamente, cioè la base della sicurezza personale.
Potrà comunque essere utile anche a molti medici che possono trovare informazioni preziose e risposte per i loro pazienti affetti da patologie croniche che spesso si informano sulla possibilità o meno di trascorrere una vacanza in montagna.

Certamente si parlerà anche del mal di montagna, un problema che riguarda praticamente tutti gli appassionati...
Ovviamente sì. Non ci sono analisi di laboratorio che possano dire se si soffre o no di mal di montagna
: sai se ne soffri solo quando vai in quota e ne avverti i sintomi. Il mal di montagna è questione soggettiva.

E le popolazione che vivono abitualmente in alta quota?
Beh, li possiamo definire geneticamente modificati, cioè il loro fisico nel corso delle generazioni si è adattato alla carenza di ossigeno.

Le popolazioni andine, ad esempio, hanno più globuli rossi nel sangue per aumentare il trasporto di ossigeno, mentre i tibetani producono una maggiore ventilazione polmonare. C'è un capitolo specifico del libro che tratta proprio questo affascinante argomento.

Un altro capitolo è dedicato anche alla storia della medicina di montagna, ai pionieri di queste ricerche, quali il fisiologo torinese Angelo Mosso che ispirò la costruzione della Capanna Regina Margherita nel 1893.