I protagonisti: Gabriele Villa - all'anagrafe mezzo secolo ( e passa!!)
ma portati alla grande: leader storico del gruppo. Dal alcuni soprannominato
"l'obsoleto" oppure più genericamente "il capo", pratica alpinismo
dalla notte dei tempi e ricopre la carica di vice-presidente della locale sezione C.A.I.
Istruttore di alpinismo ( e di vita): lui la "patacca" c'è l'ha cucita sul
cuore e non solo sulla giacca!
Maurizio Caleffi - uno "splendido quarantaduenne"
Malato di neve e ghiaccio tanto da meritarsi il soprannome di "MaurICE" oppure
"S'ciavaneis" (dal ladino "schiavo della neve"). Impiegato suo
malgrado ma con la montagna nel cuore. Si dice che sia come la carta moschicida: chi gli
gira attorno prima o poi gli rimane attaccato: aiuto istruttore (o meglio dire titolato
mai compiuto!) pratica alpinismo da quattordici anni anche se lui dice che l'ha sempre
fatto fin da quando era in fasce.
Alberto Gambetti - rappresentante di una nota marca di
cioccolata (
"no sfizzzero!!"). Vittima della carta moschicida di MaurICE
complice una cascata di ghiaccio di troppo e un corso ghiaccio. Bigamo pentito: legato sia
con Luciano "Balugani" che con la paziente e comprensiva Sonia ( meglio
quest'ultima!!). Determinato e deciso ad affrontare ogni condizione climatica avversa pur
di testare i materiali ( dice lui!!).
Francesco Pompoli - detto la "bestia" o
"piragna". Fiato e gambe da vendere, instancabile in salita e insaziabile di
montagna. E' il più giovane del gruppo. Laureato in ingegneria e "zingaro" di
spirito. Membro di spicco del gruppo dei "picchiatelli" ( ovvero allievo di uno
degli ultimi corsi C.A.I.). Sostenitore del "Taricone fans club" ma se ha
davanti una bella ragazza e una montagna
non ci sono dubbi: guarda quest'ultima e se
possiede carta e matita la disegna!! |
Alpinisti ferraresi in
azione sul
Gran Paradiso
Quattro soci del Club Alpino Italiano della sezione di
Ferrara salgono in due giorni il Ciarforon (3642 mt.) e il Tresenta (3609 mt.)
Organizzare tutto per due mesi nei minimi
particolari e trovarsi a fare i conti con una tormenta di neve a 3400 mt di quota! Se a
questo si aggiunge che per qualcuno di questi è già la terza volta che capita, si fa
presto a capire quale poteva essere lo spirito dei quattro alpinisti di Ferrara al secondo
giorno della loro tanto sospirata "vacanza" (
si fa per dire!!). Gabriele,
Mauri, Alberto e Franz si guardano sconsolati negli occhi fino a che non si giocano
l'ultima carta: perché non telefonare al Rifugio Vittorio Emanuele II°: "magari sul
"Granpa" le condizioni sono migliori rispetto che qui sul "Bianco"??!!
Incredibile!! Là non è venuto un fiocco di neve. E' deciso si fanno le valigie, si
scende, si prende lo "Scudiello" e si va a Pont. Dopo solo quattro ore , sudati
e sbuffanti, si varca la soglia del Rifugio Vittorio Emanuele: tempo bello e panorama
mozzafiato!!
La cena serve per ricaricare il fisico e per mettere a punto il programma del giorno dopo:
Parete Nord del Ciarforon, ovviamente! Dalle finestre del rifugio questa bellissima
montagna, ricoperta da una calotta di ghiaccio, domina il panorama, arrossata dal tramonto
del sole.
Sveglia alle 3,30 , colazione 4,00 e mezz'ora dopo con la frontale in testa e i ramponi ai
piedi i quattro alpinisti sono sul ghiacciaio che conduce alla base della parete.
La parete nord del Ciarforon è suddivisa in tre parti da due crepacce ed è
caratterizzata dal superamento obbligato di un seracco ripido a fine salita.
Poco sotto la prima crepaccia i quattro amici decidono di legarsi in due cordate: Gabri e
Alberto , Mauri e Franz.
Quattordici tiri di corda prima di spuntare sulla cresta finale che conduce alla vetta:
ognuno di questi tiri merita un racconto a parte per le emozioni che ha lasciato in ogni
componente della salita.
Grazie alla giornata splendida, il panorama dalla cima del Ciarforon, è da mozzafiato!
Dopo una breve pausa per mangiare e bere qualcosa, i quattro alpinisti iniziano la discesa
dalla ripida cresta est. Due corde doppie ed infine un lungo rientro verso il rifugio al
quale giungono dopo undici ore dalla loro partenza.
Nonostante la stanchezza, la bella giornata e il grandioso panorama fanno si che i quattro
alpinisti si accordano per la salita della Tresenta, elegante cima a sinistra del
Ciarforon che però non presenta grosse difficoltà. Proprio per questo la mattina
seguente la sveglia suona due ore più tardi ma la giornata si presenta come la
precedente: tempo ottimo e condizioni da favola!
Il ghiacciaio alla base delle due cime viene risalito più a destra rispetto alla giornata
di ieri sfruttando una lunga ma provvidenziale morena. Le condizioni del terreno
permettono la salita senza ramponi fin sotto la parete nord. Qui dopo una breve pausa per
dissetarsi, inizia la salita vera e propria con una lunga attraversata ascendente verso la
cresta est. Il sole e una temperatura mite rendono la salita molto piacevole ma non
attenuano la fatica. Raggiunta la cresta la pendenza della salita aumenta e, raggiunta una
fascia rocciosa , tre dei quattro alpinisti decidono di affrontare quest'ultimo tratto su
roccia; il quarto, invece, aggirando le rocce sulla destra, continua su neve fino a
ricongiungersi sulla cima con gli altri . Gabri, Mauri, Alberto e Franz per la seconda
volta in meno di ventiquattro ore hanno la grande gioia di stringersi la mano in vetta
alla Tresenta. A 360° intorno a loro c'era tutto: dalla pianura piemontese, al Monviso,
alle cime delle Alpi francesi, al gruppo del Monte Bianco che qualche giorno prima li
aveva respinti, all'imponente "Granpa" che con i suoi grandi seracchi li
guardava dall'alto. La tranquilla e facile discesa per la cresta ovest fa nascere la
promessa di tornare su quest'ultimo bellissimo itinerario con gli sci da scialpinismo per
godersi una fantastica sciata!
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Un particolare ringraziamento a tutti gli sponsor che hanno permesso la
"spedizione": la "Scudiello Tour" per i trasporti su strada, la
ditta "Gambetti" per la fornitura degli zaini, la società "M.A.F."
(
maial ac fatiga!!) per i trasporti su terra e la "Banca popolare dei
puvret" agenzia di "tasca nostra" per le spese di alloggio. |