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Non
ho mai capito perché mi viene l’idea di salire una montagna invece che
un'altra; certo alcune per me sono troppo difficili (tante…), altre
troppo lontane, altre ancora non accendono il mio interesse (poche…). Leggo diverse relazioni e così scopro che i Lyskamm sono due, che sono uniti da una cresta e che la traversata che si può effettuare è definita una delle più belle di tutte le Alpi! Scopro anche che gli svizzeri lo chiamano “Menschenfresser” che significa “divoratore di uomini”… Ci siamo, l’interesse è al massimo! Appena
ho l’occasione ne parlo con il compagno di cordata di sempre e la
risposta neanche a dirlo è la solita: “si può fare!!!”, ma per il
momento il sogno rimane nel cassetto, ci sono troppe cose che si devono
incastrare: condizioni atmosferiche favorevoli, buone condizioni della
montagna, buone condizioni fisiche nostre e infine, ma non ultimi per
importanza, gli impegni famigliari e di lavoro. Il
momento buono sembra arrivato nel 2001, partiamo accompagnati da altri due
amici e così il quartetto si presenta al Rifugio Sella, il tempo è
ottimo ma in quota spira un vento a dir poco fastidioso… a dirla tutta
non si riesce a uscire dal rifugio in posizione eretta!… Si ritorna a
casa… si rimette il sogno al suo posto. Così
il tempo passa e siamo ai giorni nostri. Lunedì sera ci troviamo per
mettere a punto l’organizzazione di una gita sociale del CAI, esauriamo
l’ordine del giorno fra un grappino e una birra ed ecco che, fra le
varie ed eventuali, dal cassetto chissà come e perché salta fuori come
per magia il vecchio sogno, ne parliamo quasi svogliatamente,
probabilmente sarà l’ennesimo pour parler e invece tutto sembra andare
per il verso giusto: le previsioni del tempo sono eccellenti, una
telefonata al gestore del Rifugio Sella ci conferma che le condizioni in
quota sono ottimali e per il giorno di ferie qualcuno si impietosirà…
solo un neo, il Rifugio Gnifetti, punto di arrivo della traversata, non ha
posto nemmeno all’aperto! Pazienza,
tenteremo comunque, al massimo dormiremo sulle scale! Il
martedì sera in sede serve solo per fugare gli ultimi dubbi (?!), ci si
aggiornerà giovedì per i dettagli e per commentare le ultime previsioni
meteo, un mero scrupolo perché sappiamo già che saranno ottime e che
questa sarà un’occasione difficilmente ripetibile. La partenza è prevista per venerdì così da potere effettuare la traversata il sabato. Ci
siamo tutti, quelli dell’altra volta più un nuovo acquisto, il
“Sassaroli” di turno che si aggrega al gruppo di “amici miei” e
che sembra essere stato sempre dei nostri! Tutto
perfetto quindi! Anzi no!… Purtroppo
all’ ultimo minuto qualcuno non potrà essere della spedizione: < Ma
come proprio tu che sei un “diversamente occupato” e che non devi
nemmeno chiedere le ferie?! > Il
venerdì si parte davvero, quasi non ci crediamo ma forse questa è
davvero la volta buona! Ed
è davvero così ! ! ! La
prima cima, quella occidentale quasi arriva senza che ce ne accorgiamo,
siamo troppo presi dalla curiosità di scoprire cosa ci sarà al di là…
come sarà la famosa cresta mangiatrice di uomini che ancora rimane
celata? Una stretta di mano veloce, i complimenti a qualcuno per il suo primo 4000 ed è tempo di affrontarla…. mi viene un pensiero che ovviamente tengo ben nascosto ma che sono sicuro turba anche i miei compagni: “ma duvegna pasàr pròpria da lì?!” E
da lì si passa, con il cuore
in gola, ma si passa… E
siamo alla seconda cima, quella orientale … per qualcuno è un bel
battesimo: due 4000 in giornata, e che quattromila! Ora
c’era “solo” da scendere, avevamo ancora “solo” circa 1 km di
cresta per arrivare sul pianoro del Colle del Lys…dopo quasi 5 km di
creste che definire aeree mi sembra un eufemismo, solo lì ci siamo
veramente resi conto che il sogno, il nostro sogno era finalmente
realizzato e quindi si liberava un posto nel cassetto… durante la
discesa, prima di arrivare alla macchina quel posto era già stato
nuovamente occupato!… . . Ruggero Boaretti
Claudio
Simoni Ruggero
Boaretti Tiziano Dall’ Occo
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