Nastro azzurro (almeno per
ora)
di Francesco Pompoli
E’ il 24 Dicembre,
scarpiniamo da più di un’ora nella valle
Innominata, in un ambiente insolitamente colorato di verde (degli
abeti) e giallo (dell’erba secca), almeno considerando che domani è
Natale!
Niente neve
quest’anno, gli sci se ne stanno in cantina a prendere polvere, se non
altro però si può camminare velocemente e raggiungere qualche posto
sperduto tra le pieghe delle montagne, a caccia di nuovo ghiaccio da
salire.
La valle
Innominata è molto lunga, a primavera scendendola con gli sci durante
una traversata della cima del
Mistero vedemmo alcune interessanti colate in via di disfacimento,
ripromettendoci di tornare in periodo migliore… ed eccoci qui, a cercare
il nostro regalo di Natale!
La valle
Innominata viene ignorata dalla bibbia del ghiaccio orientale (guida
di Francesco Cappellari), nessun locale, dopo discrete indagini, risulta
essersi mai infilato su di qui per cercare ghiaccio. Le premesse per
godersi un po’ di sana avventura ci sono tutte…
Alcune colate nascoste
tra stretti canyon di rocce ci tentano, quasi come sirene, per impedirci
di entrare nel cuore della valle… il
mio compagno comincia a subire il loro canto, guardando prima loro con
cupidigia e poi me con occhio speranzoso… imperterrito, come un moderno
Ulisse, proseguo verso l’interno, memore delle belle strutture viste
l’anno scorso.
L’estrema siccità di
neve evidenzia qualsiasi colata, ci sentiamo come bimbi entrati di
nascosto nella fabbrica di doni del buon Babbo Natale, il giorno prima
della consegna dei regali… quando giungiamo in una zona più aperta un Nastro
Azzurro di lunghezza spropositata fa definitivamente crollare anche il
volitivo eroe omerico, Itaca può aspettare e così le cascate poste in
sua prossimità.
 |
 |
La sirena che incantò
Ulisse |
Il
primo tiro dalla base del Nastro
Azzurro
|
Le difficoltà sembrano decisamente contenute, la lunghezza tale da
garantire una giornata piena sul ghiaccio, la discesa tra arbusti e
qualche albero non appare impossibile… e sia!
Mezz’ora di lotta con
l’alpe (o meglio con arbusti e mughi che la ricoprono) ci portano
finalmente all’attacco del primo salto, una ventina di metri ad 80°-85°.
Comincia la nostra
avventura! Una successione di salti mai troppo difficili, uniti da tratti
meno ripidi tutti completamente ricoperti di abbondante ghiaccio azzurro
su cui predisporre comode soste.
Ci alziamo sempre più sulla valle, dopo ogni tiro si aprono nuovi
orizzonti ghiacciati che sembrano non finire più.
Dopo 5 tiri da 60 metri (fanno 300 metri!) addirittura la colata si
sdoppia, con due interessanti salti di 50-60 metri sul 3° grado. Beh…
ora ci sentiamo come bambini diabetici in un negozio di cioccolato e
marzapane! Troppa grazia… Seguiamo il ramo all’interno del torrente,
al 7° tiro ci ritroviamo sotto una fascia rocciosa che ci occlude la
vista superiore, la luce comincia ad attenuarsi, il Gruppo
dei Monti Pallidi vira verso il rosso in lontananza, il breve
pomeriggio invernale non ci offre molte ore di visibilità e bisogna
pensare anche a scendere.
Il tempo di vedere che il Nastro
Azzurro prosegue indisturbato verso l’alto per almeno altri 300 m,
per la maggior parte meno pendenti ma con altri salti più verticali in
lontananza.
Con una sensazione di
incompiuto ci tocca abbandonare il nostro giacimento.
Ci inoltriamo in discesa tra prati verticali, rovi, mughi, salti rocciosi,
boschi; senza alcun problema sbuchiamo alla base della cascata, e
finalmente possiamo congratularci della bella salita!
Un ultimo sguardo alla cascata mentre ripassiamo sotto di essa.
Camminando verso il
rientro il pensiero va a tutte le cascate che si nascondono nella valle
Innominata, alle avventure che possono riservarci e che a breve sarà
difficile cogliere; decidiamo per un po’ di mantenere un velo di mistero
su questo luogo… niente nomi, niente dettagli su questa miniera, un
po’ di sano mistero che ci consenta, condizioni permettendo, di tornare
e salire almeno le colate più interessanti in questa stagione. Durante il lungo
ritorno discutiamo di prime salite: chissà se la cascata di oggi lo è?
Se poi non lo fosse….
Chi se ne frega! Per noi lo è stato certamente, tutti soli nella valle,
senza alcuna informazione, senza trovare nessuna sosta né segno di
salita, pronti a stupirci alla fine di ogni risalto per questo Nastro
Azzurro che sembra una scala che va a fondersi con l’azzurro del
cielo.
Descrizione
tecnica:
Nome
cascata: Nastro Azzurro (almeno per ora)
NB: il nome vero
richiama il nome della valle pertanto sarà comunicato a fine stagione!
Quota:
1600 metri
Orientamento: NE
Sviluppo: 400 metri (e poi
continua…)
Difficoltà: 3°+
Tiri: 7 tiri da 60 metri
Avvicinamento: 2 ore circa dal
parcheggio della valle Innominata
Discesa:
per prati verticali a piedi sulla sinistra
della cascata (guardandola dal basso), circa 40 minuti
alla base della cascata.
Salitori: Fabri e Franz, il 24/12/2007

|

|
Fabri all’uscita del Tiro
1 |
Secondo
tiro |
|
|
|
 |

|

|
Quarto
tiro |
La colata continua….
|
La colata e la discesa
|
Post
Scriptum
Dopo circa due
settimane torno con Alberto per proseguire nell’esplorazione della
valle.
La prima neve ha purtroppo (o finalmente… i miei sci sono sempre in
cantina!) ricoperto la valle
Innominata e quindi le colate sono meno evidenti. Dopo circa 2h e
mezza di cammino ci facciamo tentare da una colata che sembra promettere
bene ma purtroppo oltre il primo tiro interessante troveremo solo un tiro
molto facile ed un piana.
Non è sempre Natale…
Nome
cascata: Salto del cioccolataio
errante
NB: in onore del
compagno che si è fatto 400 chilometri in giornata da solo e 5 ore di
cammino per seguire le mie idee, per poi portare fuori a cena la moglie
Quota:
1600 metri
Orientamento: NE
Sviluppo: 120 metri
Difficoltà: 3°+ il primo tiro, 2° il secondo tiro
Tiri: 2 tiri da 60 metri
Avvicinamento: 2 ore 30 minuti
circa dal parcheggio della valle
Innominata
Discesa:
per prati verticali ed una doppia su larice (sulla sinistra
della cascata guardandola dal basso)
Salitori: Alby e Franz, il 4/1/2008
|