Permesso ... molto speciale!
di Maurizio Caleffi
Il lunedì è la mia giornata di festa.
Quando anche Roberto poteva godere della stessa giornata, erano stati
istituiti i “lunedì del barbiere”.
Da quando sono in Sorgazza, e gestisco la malga, spesso in inverno mi
prendo la giornata per poter fare quello che più mi piace: arrampicare su
cascate.
Quando si può, addirittura si organizzano delle mini spedizioni, magari
con lo scopo di “uscire un po’ dalle righe”.
Allora ecco che si va a menar colpi di piccozza sulle cascate di altri posti: Sappada,
Sottoguda, Val Daone o Vallorz …magari, concatenando gli impegni, tre
giorni in Val d’Aosta.
Quest’anno la stagione è partita bene, poi il caldo anomalo ha
ricacciato i nostri sogni di ghiaccio in solaio.
Il 20 novembre abbiamo dato fuoco alle micce e con il “barbiere” ci
siamo permessi il lusso di salire “Sorgazza destra”, (che solitamente si
sale per soli 50 metri), per ben
230 metri
di sviluppo (!!!).
Ciò è stato possibile grazie a due fattori:
una settimana di temperature “molto interessanti” (da – 6° a – 9°
costanti con vento), e l’assoluta mancanza di neve.
Risultato: tutto il ghiaccio disponibile era arrampicabile … una vera
pacchia!!
Il 21, cambio di tendenza: temperature in forte rialzo e, peggio ancora, pioggia torrenziale per due giorni.
Tutto irrimediabilmente distrutto!!!
Da allora una vera agonia: lentamente, a causa delle temperature non in
linea con le medie stagionali, le cascate stentano a riformarsi… a dire
il vero ho avuto la netta sensazione che nell’ultima settimana non siano
cresciute nemmeno di un centimetro!
Nell’ultimo fine settimana comunque ricevo visita da parte di
appassionati che nonostante le brutte notizie, si avvicendano qui in valle
per cercare ghiaccio da salire.
Di solito sono loro che telefonano a me, prima di partire, per avere
informazioni in merito alle condizioni del posto.
Alcuni di loro sabato e domenica mi hanno riferito che verso Forcella
Magna si era formata una colata interessante e divertente: io non è che
non la conoscessi, ma avevo la convinzione che fosse di scarso interesse e
soprattutto con poche probabilità di salita, visto le sue
caratteristiche.
Oggi è lunedì!! Con la curiosità, unita alla consapevolezza che “con
le cascate non si può mai dire”, ho staccato un “permesso speciale”
a Carla e, nel pomeriggio, mi sono imposto di dare un’occhiata alla
“Cascata della Magna”.
Sono partito con un compagno di cordata molto speciale: non era né Christian,
nè Roberto e nemmeno Checco, ma bensì Bepi.
Insieme con il fuoristrada ci siamo inoltrati in fondo alla valle; per una
volta abbiamo sfruttato il fatto che questo inverno ancora non si è vista
neve!
Del resto sono le tre di pomeriggio e il tempo a disposizione è molto
poco.
Lasciata la macchina in teleferica, e caricato il materiale in spalla, ci
siamo incamminati seguendo la vecchia carrareccia militare che conduce a
Forcella Magna.
Quindici minuti circa di cammino ed ecco che intravediamo, fra i rami
della boscaglia, la cascata.
Rapidamente ne raggiungiamo la base e notiamo che le condizioni sono
veramente buone!
Due sono le linee di salita intuibili: una più a sinistra che segue una
serie di risalti discontinui e con una pendenza media di 50 gradi circa. A
destra una bella placca uniforme, con ghiaccio compatto e con inclinazione
simile.
Dopo un’attenta analisi scelgo la seconda.
Preparo il materiale, sotto lo sguardo attento del Bepi.
Preparo la sosta alla base e parto. I primi colpi di piccozza confermano
l’analisi fatta dal basso: il ghiaccio è buono… molto buono!
La chiodatura avviene in modo
regolare e affidabile: a circa metà della salita, un passaggio che
richiede una certa attenzione, poi la pendenza si attenua fino ad una
mugaia dove attrezzo una sosta più che affidabile.
Ad essa assicuro il capo della corda e mi calo di nuovo alla base,
recuperando una ad una le protezioni.
Ormai è quasi buio: Bepi mi sta aspettando e si congratula, a suo modo,
per il mio ritorno alla base.
Avendo a disposizione una sola corda intera da
60 metri, ed essendo salito per circa 50 metri, non era stato possibile attrezzare la doppia per il rientro alla base.
Visto l’orario, la decisione è presto presa: lascio la corda sulla
cascata e tornerò nei prossimi giorni a recuperarla.
Rifatto lo zaino con il resto del materiale, ritorno, ormai
all’imbrunire, verso il fuoristrada con il mio compagno di avventura…
il Bepi.
Nonostante lo abbia già detto un mucchio di volte….MAI DIRE MAI!!!...
specialmente con il ghiaccio.
Ora se riceverò, nei prossimi giorni, telefonate richiedenti informazioni
sullo stato delle cascate, potrò aggiungere un nuovo cristallo alle
“mie cascate” della Sorgazza.
Ma devo anche ringraziare chi prima di me l’ha salita e me lo ha
comunicato: per assurdo questa volta sono stato io ad avere la
“soffiata” da parte loro e non il contrario!
MaurICE
Sorgazza, 10 Dicembre 2007
CASCATA DELLA MAGNA
Sviluppo: 50 metri
Difficoltà 3/III +
Accesso: da Malga Sorgazza per
sentiero S.A.T. 327 fino alla teleferica “Brusà” (45 min circa).
Da qui si prosegue per la carrareccia in direzione di Forcella Magna
(sentiero S.A.T. 380).
Dopo un tornante si prosegue per circa dieci minuti fino a che sulla sinistra si intravede la cascata (20 minuti
dalla teleferica).
Abbandonare la stradina e portarsi alla base.
Salita: a secondo delle condizioni, si sale a destra o a sinistra: sosta
attrezzata su mughi dopo 50 metri.
Discesa: in corda doppia.
Note: poco più a destra un breve candelino può offrire una divertente
alternativa.
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