Searching a new way
di Fabrizio Rattin
Sabato 10 gennaio 2009
Finita la settimana scolastica, la voglia di ghiaccio mi porta ad
esplorare un canale dove, qualche giorno prima, passando distrattamente
in macchina sulla strada del Passo Gobbera, avevo intravisto a malapena
una rigola di ghiaccio sospetta …
Con la luce già cupa dei
pomeriggi invernali mi avvio lungo la strada forestale che contorna il
Monte Totoga sul lato del Primiero e arrivato al canale lo percorro
quasi volando per arrivare il prima possibile a vedere cosa nasconde tra
le sue pieghe, con la paura che la mia fosse stata solo una visione!!!
Con mia grande sorpresa la
rigola vista dalla strada si rivelò come una bella cascata facile che mi
gusto in solitaria, circa 60 metri 75° / 80° a salti…..
La gioia più grande però è
stato avere la fortuna di trovare ciò che nascondeva il canalino alla
destra di questa cascata!!!
In preda ad euforia dovuta
alla scoperta, mi accordo con un amico per tornare il giorno seguente
adeguatamente attrezzato.
Con il sorriso stampato
sulla bocca rientro a casa e me ne vado a festeggiare il diciottesimo
compleanno del mio grande amico Stefano.
 
Domenica 11 gennaio 2009
Walter, capostazione del soccorso alpino Caoria, passa a prendermi
prestino cogliendomi ancora intontito per le poche ore di sonno.
Prima di arrivare a Passo
Gobbera “preleviamo” dal letto anche il povero Stefano che con i fumi
alcolici ancora ben presenti ci fa divertire fino alla base delle
cascate.
Stefano si nomina fin da
subito fotografo ufficiale della giornata anche se con un po’ di
amarezza.
Arrivati nell’anfiteatro roccioso che contiene le due cascate leggo
chiaramente sul loro volto che la malattia del ghiaccio si è ormai
impadronita anche di loro e subito Walter ripete la cascata salita da me
il giorno prima.
È ora la volta di
“tastare” il nuovo, immerso in mille pensieri attacco la mia cascata che
fin da subito si rivela più verticale di quello che sembrava da sotto.
Trenta metri di goduria mi
portano in una grotta da dove l’ unica via di fuga è un candelotto che
si lascia superare con scricchiolii sinistri, vado poi a sostare su un
grosso mugo che mi permette di recuperare in sicurezza Walter.

Lo lascio salire tranquillo lasciandogli gustare la sorpresa che si
troverà davanti appena sbucherà dal tiro….
Arrivato in sosta ammiriamo entrambi con cupidigia ciò che ci aspetta,
un altro tiro corto ma carico di estetica e verticalità, un candelino
che fa sudare che porta alla fine della cascata.
Con estrema delicatezza lo supero gustandomi al massimo quegli istanti e
il pensiero mi porta a ricordare il mio primo approccio con le pikke
ormai quattro anni fa, uno scalino sopra il settimo cielo, come descrive
sempre quella prima volta Flavio Veronese a cui devo l’inizio di questa
mia malattia.
Sostando penso a quanto felici sarebbero i miei amici Maurice e Franz
Pompoli di essere li con me in quel momento…
Vi porterò appena ne avremo occasione!!!
Walter esce dal tiro con il sorriso sulle labbra ed attrezzando le
doppie discutiamo delle due candele interessanti che ci hanno impegnato
nella salita, saranno loro a dare il nome al mio nuovo gioiellino
nascosto.
Sono felice di poter regalare a tutti i malati di piccozzite un nuovo
“parco dei divertimenti” e vi auguro una stagione ricca di
soddisfazioni.
Fabrizio Rattin
Canal San Bovo (Trento), gennaio 2009
CASCATA DEI
CANDELOTI
Primi salitori: Fabrizio Rattin e Walter Loss
Data di apertura: domenica 11 gennaio 2009
Difficoltà: II/4
Lunghezza: 70 metri
(2 tiri di corda)
Esposizione: nord
Discesa: due doppie su mugo, una da 15 metri e una da 35 metri
Avvicinamento: Dal passo Gobbera per strada forestale con
segnavia CAI per Monte Totoga per circa 10 minuti; si prende il primo
boale importante sulla destra che in pochi minuti porta in vista di
entrambe le cascate.
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