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La discesa, che ha richiesto tre giorni (due dei quali senza mangiare), è stata effettuata per la via appena aperta, che si svolge a sinistra delle due già esistenti sulla parete: quella austriaca del 1978 e quella polacca del 1985. Per Urubko, a due mesi dal successo invernale sul Makalu (8463 m) con Simone Moro, il Cho Oyu (8201 m) rappresenta l'ultimo pezzo della sua personale collezione di Ottomila, completata in soli 8 anni, 11 mesi e 352 giorni senza mai utilizzare l'ossigeno supplementare e scalando due volte il Broad Peak, il Manaslu e il Makalu. Per cui gli Ottomila di Denis, in realtà, sono 17, con tre vie nuove in stile alpino (parete sud-ovest del Broad Peak nel 2005, parete nord-est del Manaslu nel 2006, parete sud-est del Cho Oyu nel 2009), una ripetizione di alto livello (spigolo nord-ovest del K2 nel 2007), una prima invernale (Makalu nel 2009) e una salita in velocità (Gasherbrum II nel 2001). Insomma: Denis, nato il 29 luglio 1973 a Nevinnomissk, nel Caucaso settentrionale, dal 1993 protagonista di uno straordinario crescendo dalle montagne dell'ex Unione Sovietica all'Himalaya, ha voluto dare alla sua “collezione” un tocco di assoluta qualità.
Non si è accontentato di raggiungere le
vette, non si è curato di fare in fretta (anche se, dati alla mano, è
facile notare che soltanto Jerzy Kukuczka e i coreani Park Young-Seok e
Han Wang-Yong hanno impiegato meno tempo di lui) e alla fine non ci
sembra azzardato scrivere che, nel suo caso, la conclusione della serie
degli Ottomila sia da considerare come una semplice conseguenza del suo
modo di praticare l'alpinismo, della sua visione dell'avventura in
montagna. [Tratto da INTOtheROCKS di lunedì 18 maggio 2009, a cura di Carlo Caccia]
Denis Urubko ce l'ha fatta! L' 11 maggio l'alpinista kazako con la salita del Cho Oyu (8201m), la sesta montagna più alta della terra, ha chiuso il tour di tutti i 14 Ottomila (info russianclimb.com).
La sua è stata una “chiusura” in bellezza visto che,
come ormai sua consuetudine, anche per salire questo suo ultimo gigante
himalayano, Urubko ha scelto un'audace linea nuova che affronta
direttamente la parete sud est. Una scelta che la dice lunga sul suo
stile. Senza contare la salita del K2 per la via dei giapponesi lungo la difficile e assolutamente poco frequentata parete nord, e la splendida e storica prima invernale sul Makalu portata a termine il 9 febbraio scorso insieme a Simone Moro.
Dunque proprio con l'alpinista bergamasco che
l'aveva “scoperto” con la salita del Peak Lenin e che gli aveva permesso
di iniziare la sua bellissima corsa sugli Ottomila. Correva l'anno 2000 e, in quella sua prima
volta in Himalaya, Denis si aggiudicò subito la vetta più alta:
l'Everest dal versante sud. Un inizio di viaggio da vero predestinato.
[Tratto da PLANETMOUNTAIN.COM] |