NOTIZIE. 19/06/2008 - Le
biografie-ricordo di Ignazio Piussi e Mario Rigoni Stern
La montagna perde due grandi
protagonisti, diversi, ma ugualmente e differentemente importanti.
Si tratta dell'alpinista, Ignazio
Piussi (morto all'età di 73 anni, giovedì 12 giugno), e dello scrittore,
Mario Rigoni Stern (morto all'età di 86 anni, lunedì 16 giugno).
Pensiamo
di fare cosa gradita a proporvene le sintetiche biografie tratte dalla
rete.
Ignazio Piussi. Nato il
22 aprile del 1935, ultimo di dieci figli, a Pezzeit (in Val Raccolana),
poi stabilitosi a Piani, altra frazione sempre in Val Raccolana, dove
trascorre l'infanzia. Suo bisnonno, Giuseppe Piussi detto il Pucich, era
stato la prima guida della Val Raccolana, così come pure suo nonno
Ignazio, il prozio Osvaldo Pesamosca (guida di Kugy) ed il figlio di suo
prozio Davide Pesamosca.
Nel 1943 si trasferisce con la famiglia a S. Antonio, presso Tarvisio. I
suoi cominciano a fare i contadini e gestiscono durante l'estate alcune
malghe sui Piani del Montasio. Nel 1949 Ignazio comincia la sua attività
di sciatore di fondo e poi di salto con gli sci.
Nel 1952 è la volta delle prime esperienze alpinistiche con i fratelli
Arnaldo e Berto Perissutti e Lorenzo Bulfon.
Nel 1954 vince una gara internazionale di salto a Feldkirchen. Nei giorni
18-19 agosto dello stesso anno, insieme ad A. Perissutti e L. Bulfon,
compie la sua prima ascensione (sesto grado) della Parete Nord del Piccolo
Mangart di Coritenza.
Comincia a lavorare in miniera a Cave del Predil e vi lavorerà sino al
1956. Costituito il Soccorso Alpino nel Friuli Venezia Giulia, Piussi sarà
dal '54 in poi sempre nella squadra di punta e tanti saranno gli
interventi che effettuerà.
Nel '55 vince i campionati italiani di combinata nordica (salto e fondo) a
Bardonecchia. Inoltre, in agosto, compie la prima ascensione della parete
nord (pilastro orientale) della Veunza (Gruppo del Mangart), in compagnia
dei fratelli Perissutti.
Vi è poi la prima ripetizione della via Lacedelli alla Cima Scotoni
(Dolomiti) l'8-9 settembre (sesto grado, allora la via più difficile
delle Alpi). Con questa impresa si fa conoscere nell'ambiente alpinistico.
Tra le altre imprese di quel tempo prima invernale della traversata della
Catena del Mangart (22-24 gennaio 1956, con Lorenzo Bulfon, Arnaldo
Perissutti e Bruno Giacomuzzi); prima ascensione della parete nord
(pilastro occidentale) della Veunza il 26-27 agosto con A. Perissutti
(sesto grado). Nel novembre 1956 parte per il servizio militare ed entra
nel nucleo sportivo della Julia. Si congeda nel 1958 e comincia a fare il
boscaiolo. Compie la sua prima ascensione solitaria (sesto grado) dello
spigolo Deye-Peters sulla Torre della Madre dei Camosci (Jof Fuart).
Nel 1959 l'impresa che lo consacra nel Gotha internazionale dell'alpinismo
la prima ascensione della parete sud della Torre Trieste (Civetta -
Dolomiti), nei giorni 6-10 settembre insieme a Giorgio Radaelli. (Sesto
grado sup. - definita la più grandiosa arrampicata in artificiale della
catena alpina). Tra le imprese successive ricordiamo il 28-29 agosto 1961
la prima ascensione del Pilone Centrale di Freney (Monte Bianco); il 13
agosto 1962 la prima ascensione del Pilastro Nord del Piccolo Mangart di
Coritenza con Sergio Bellini e U. Perissutti (sesto grado); tra il 28
febbraio e il 7 marzo 1963 la prima invernale della via
Solleder-Lettembauer alla Civetta (Dolomiti), con Sergio Radaelli e Tony
Hiebeler probabilmente la più grande impresa alpinistica invernale mai
realizzata; 29 luglio-2 agosto 1965, la prima ascensione alla Punta Tissi
(Civetta-Dolomiti) con Roberto Sorgato e Pierre Mazeaud (sesto grado
sup.); il 15 - 18 agosto 1967 la prima ascensione dello spigolo nordovest
della Cima su Alto (Civetta - Dolomiti) con Alziro Molin, Aldo Anghileri,
Ernesto Panzeri ecc. (sesto grado sup. grandiosa impresa in artificiale);
nel 1968 partecipa ad una spedizione in Antartide organizzata dal C.A.I. e
dal Centro Nazionale Ricerche. Durante una marcia esplorativa di ventuno
giorni sale otto cime inviolate. Sono i primi italiani ad inoltrarsi nel
continente antartico. Nel 1975 smette di arrampicare per vivere a Piani,
nella casa della sua infanzia e gestire Malga Cregnedul, una baita nei
pressi di Sella Nevea.
Mario Rigoni Stern.
Nato ad Asiago (Vicenza) il primo novembre 1921. Trascorre l'infanzia tra
i pastori e la gente di montagna dell’Altopiano di Asiago, appena
terminata
la Grande
guerra.
«Per i lavori aiutavo in casa o nel negozio di generi alimentari che
avevamo sulla piazza centrale del paese. Ma c’era anche da preparare la
legna per l’inverno, tagliare il fieno…»
Nel 1938, entra alla Scuola Militare d’alpinismo di Aosta e, più
tardi, combatte come alpino, nel battaglione Vestone, in Francia, Grecia,
Albania, Russia. Fatto prigioniero dai tedeschi allorché l’Italia firma
l’armistizio (8 settembre 1943), è trasferito in Prussia orientale.
Rientra a casa, a piedi, il 5 maggio 1945.
“L’uomo dell’Altopiano” non si muove più dal suo paese natìo,
dove risiede nella casa da lui stesso costruita; trova impiego al catasto
comunale fino al 1970, e poi si dedica interamente al mestiere di
scrittore.
Nel 1953, Elio Vittorini, dopo averlo definito scrittore non di vocazione,
pubblica presso I Gettoni di Einaudi, il suo primo romanzo "Il
sergente nella neve", che presto diventa un classico della
letteratura moderna italiana, e che narra, autobiograficamente, la storia
di un gruppo di alpini italiani durante la ritirata di Russia.
Nel 1962, Stern dimostra il proprio genuino talento di narratore dando
alle stampe "Il bosco degli urogalli", che
consacra quanto di personale e universale convive nei suoi scritti: il
grande amore di un uomo per la propria terra. Il legame tra memoria e
natura diventa infatti l’essenza delle sue opere.
La chiara e semplice rievocazione storico-personale continua con
la Storia
di Tönle (1978) — ritratto di un pastore attraverso le stagioni della
vita che s’incrociano con
la Grande Storia
— un racconto dalla scrittura cristallina e di immensa efficacia
narrativa
Il sottofondo di storie semplici e sofferte continua con L’anno della
vittoria (1985) per concludersi con Le stagioni di Giacomo (1995),
racconto del ritorno alla vita di una comunità.
Stern ha collaborato con «
La Stampa
», per la quale ha scritto brevi racconti, oltre a dedicarsi a studi
storici, tra cui il recente volume 1915/18. La guerra sugli Altipiani. Tra
due guerre e altre storie riunisce cinquantotto storie scritte tra il 1975
e il 2000. Una buona parte di questi racconti è apparsa nel 1989 nella
collana Terza Pagina del quotidiano torinese sotto il titolo di Il magico
Kolobok.
Malato da tempo, la notizia della sua scomparsa, avvenuta ad Asiago il 16
giugno 2008, per espressa volontà dello scrittore, viene divulgata solo
il
18, a
funerali avvenuti. Una raccolta di firme presentata dal Gruppo Amici della
Montagna, del Parlamento, aveva candidato Stern per la carica di senatore
a vita.
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