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RECENSIONE.
24/04/2008 -
La recensione di Alp, "Speciale ritratti", dedicato a Reinhold Messner

Come si fa a parlare ancora di Messner? Da noi si dice che sono Messe già dette e salmi già cantati.
Fortunatamente, almeno in questo caso, non si deve parlare di Messner ma parlare di chi ne parla.
Nuova iniziativa della CDA&Vivalda, gli “speciali” ritratti dei personaggi che hanno fatto l’alpinismo sono doverosamente iniziati con chi ha dato (e preso) tanto all’alpinismo.
Se parlate con una persona normale, ossia lontana mille anni luce dalla montagna, che crede che gli arrampicatori usino “ganci” da macellaio per scalare e combattano le intemperie a mani nude, se parlate quindi ad uno che di storia dell’alpinismo non ne sa niente, e gli chiedete chi conosce di questo ambiente, state pur tranquilli che la prima – se non l’unica risposta – sarà “Messner”.
Ma torniamo alla rivista.
CDA&Vivalda hanno dato vita a questa iniziativa andando sul velluto.
Messner non fallisce, Messner è una sicurezza, Messner è Messner.
Fotografie, vie, imprese, compagni, la sua visione delle cose e della vita: c’è tutto ed il contrario di tutto.
La Redazione della rivista ha parlato con il Nostro una mezza giornata, senza peraltro riuscire a concludere il lavoro intrapreso.
E’ stato quindi giocoforza, come si legge nella presentazione, ricostruire il personaggio Messner, o meglio la persona Messner, attraverso chi lo ha conosciuto, amato, rispettato, detestato, forse odiato.
Al di là delle prestazioni “inumane” dell’altoatesino, fossero su roccia come su ghiaccio, nelle prealpi venete come sugli Ottomila, ne esce un ritratto abbastanza sobrio.
Non c’è [molta] traccia di enfasi, di entusiasmo, di solennità, di fervore. Partecipazione sì, quella sempre e comunque.
Gli articoli si susseguono veloci, a scandire le varie “vite”  e “stagioni” di Messner.
Si aprono finestre insolite, con i fratelli che ne parlano discretamente; si intravede, ma solo impercettibilmente e quasi di sfuggita, la grande macchina organizzativa che a Messner fa capo.
Una macchina logistica, operativa, anche culturale.
Musei, conferenze, libri etc. etc.: tutto viene presentato con garbo, con attenzione, finanche con estremo rispetto nei confronti di un totem dell’alpinismo.
E’ stata un’operazione difficile e delicata, nonostante la grande quantità di materiale a disposizione. O forse proprio per questo.
Giochiamo infine con le parole.
Ritratto
sta etimologicamente per trattato di nuovo.
Tanti hanno trattato di Messner.
Questo trattarne nuovamente, se poco aggiunge in termini di cosa nuova, sorprende piacevolmente per l’organicità del lavoro, per il filo rosso che conduce il lettore da Funes all’Everest, passando per le Droites ed i Poli, fino ad atterrare al museo di Monte Rite.
Una storia da raccontare.

(A cura di Mauro Mazzetti - Genova)