a "Lumignano. Arrampicate nei Monti Berici"
di Roberto Avanzini
... invece
quelle che a me risultano piuttosto indigeste sono le pagine nelle quali
troviamo esposte le idee di uno degli autori (Andrea Minetto) o le perle
di saggezza distribuite da alcuni intervistati in merito al loro rapporto
con questa zona di arrampicate.
Lascio perdere il fatto che in più punti della guida non viene fatta solo
una giustificazione delle prese scavate sulle vie, ma addirittura la loro
esaltazione.
Di ciò ha gia trattato A. Gennari Danieri sull’ultimo numero (55) della
rivista “Pareti”.
Mi permetto di aggiungere solo una cosa: ho recentemente chiodato una
grande parete con solo una quindicina
di vie perché la roccia era troppo liscia, inoltre solo due sono alla mia
portata.
Che ignorante! Adesso grazie alle illuminanti idee di Minetto ho capito
dove erravo!
Domani prendo il trapano e scavo dei bei buconi cosi
“rimedio ad una dimenticanza di Dio, che si è scordato di
fare gli appigli” (pag. 136, citazione di Luigi Venezian), oppure
farò in modo che “se il climber non riesce ad andare alla montagna
la montagna sarebbe andata al climber” (pag. 134, Andrea Minetto).
Mi
soffermerò un po’ di più sull’ameno capitolo dedicato ai nomi delle
vie di arrampicata.
E qui il carattere di Minetto esce appieno per un’altra lezione di vita
e stile.
Ancora una volta mi chiedo perché non mi sono imbattuto prima nelle
illuminanti pagine di questo chiodatore. Pensavate che essere trasgressivi
volesse dire rompere con le regole del passato, far fare un passo avanti
alla propria vita e magari far riflettere gli altri?
Come me avete buttato
la vostra giovinezza!
Essere trasgressivi vuol dire dare alle vie nomi come “orgasmica –
femmine in calore - amplesso
complesso – principessa Poppea – sfiga all’OK Corral –
perforazioni maniacali – passera solitaria – umori uterini –
coprofagia – pedofilia – necrofilia – onanismo – buchi bagnati –
priapismo – casalingue – polluzioni notturne – il succhio selvaggio
– paturnie uterine – clito rovente
- libido violenta – luxuria – trapanator – piccole labbra –
grande glande – chiappe burrose – cielo duro – cunnilingus – bocca
insaziabile – anal dream – tette perverse – spittami l’utero –
seno iperbolico – leccata e fuga – de bello fallico – biancaneve e i
sette onani – jacula – sukia – mani di merda – l’importante è
eiaculare – solchi sudati – torride fessure – lingua bollente –
taras vulva – gli aristocazzi “ più altri su cui non mi dilungo
(ah, scusate.... ora che ho imparato la vera trasgressione dovevo dire “dilinguo”).
Per la verità non tutto ciò è opera di uno degli autori ma anche di
altri fini pensatori.
Le motivazioni di tutto ciò le trovate esposte a pag. 122,
sostanzialmente riassumibili con “una voglia e una volontà di
rompere i coglioni ” al CAI di Padova.
Mi scuso della mia volgarità, in realtà sulla pubblicazione il termine “coglioni
” è sostituito da una fila di pudici puntini posti a poche righe di distanza dalla relazione di “Furore
uterino ”, il che crea l’effetto di una foglia di fico messa sul
sedere di un elefante.
Di per sé la cosa
non mi irrita, ma mi spinge anzi a guardare con tenerezza i chiodatori che
hanno trovato nelle città di appartenenza una comoda strada per essere
duri, puri e trasgressivi nei confronti dell’oppressivo e plumbeo regime
del CAI; club di cui ho una scarsa stima ma che sinceramente non ho mai
visto torturare ed inquisire chi non era d’accordo con la sua linea.
Ma probabilmente nelle valli del Trentino non sono mai dovuto sfuggire al
controllo di anziani consiglieri CAI
che muniti di pantaloni alla zuava e storditore elettrico facevano
la ronda alla base delle falesie.
Ora trepido al pensiero dei nostri eroi che con il cuore in gola scappano
nottetempo inseguiti dalle lame di luce dei riflettori e dai cani
dobermann, dopo aver lasciato scritto sulla parete il loro inedito grido
di libertà e di rivolta ...
“Viva la figa! “.
Quello che mi dà leggermente, (per carità, solo leggermente) fastidio è
che i nostri trasgressivi progressisti fanno sfoggio del peggior
repertorio celodurista, maschilista e sessista che pensavo patrimonio
culturale (perdonate oh trasgressivi, qui dovevo scrivere culo-turale,
ancora non ho ben appreso i vostri insegnamenti) più che degli
arrampicatori, di chi passa la domenica al Bar Sport, camicia aperta sul
petto villoso e gommapiuma infilata sul davanti delle
mutande per rafforzare il colpo d’occhio sui gioielli di
famiglia.
Quanto
alla presunta goliardia dei nomi devo dire che, anche nel campo specifico,
i ragazzini di 14 anni risultano più fantasiosi e divertenti.
In
conclusione questi sono i nomi di alcune (molte) vie della palestra, nomi
che è giusto che rimangano scritti sulla roccia e nelle guide, come è
giusto che rimangano i buchi scavati, ad esempio di tutto quello che è
stata e forse è ancora una parte, solo una parte, dell’arrampicata a
Lumignano.
Prendiamone atto e magari ricominciamo da qui ... sinceramente un pò in
basso, ma questa è la realtà.