una riflessione sul commento di Giulio Melloni

 

di Rita Vassalli

 

 


Premetto che non solo le idee, ma anche e soprattutto la sensibilità di ogni individuo va rispettata in quanto tale e Giulio, con il suo breve commento, ne ha esternato in modo pacato e discreto quella che è senz’altro di molti.
Vorrei però fare una riflessione, e non una critica, sul concetto di rispetto dell’altrui sensibilità.
Questo perché a volte, in nome di quest’ultima, si rischia di sconfinare in un atteggiamento di condivisione di sentimenti o principi assai meno nobili che nascondono risvolti di ottusa intolleranza.
Da che mondo è mondo chiunque sia stato portatore di idee è stato soggetto a critiche e ritengo così sia giusto in quanto un popolo che si ritenga libero deve avere la possibilità di esternare le proprie idee anche se cozzano con quelle che vanno per la maggiore.

Tornando nello specifico del commento di Giulio agli scritti di Bibì & Bibò, ritengo che l’ottica di visione e lettura degli stessi andrebbe ampliata.
Certo, c’è spesso un riferimento preciso al testo sacro della religione cristiana, ma mi chiedo, solo in quanto testo sacro deve essere immune da sberleffi o parodie o, nello specifico, goliardie che dir si voglia?
Non ha in sé il cristiano la capacità di discernere il lazzo da ciò in cui crede e che tali testi gli trasmettono?
Pensa forse sia sufficiente la derisione, che più che altro si riassume in parallelismi o paragoni irriverenti ma nell’ambito di un contesto ben definito, per sminuirne il messaggio?

Io dirò che ci vedo anche una positività in queste citazioni pseudo irriverenti, un po’ per come è, a livelli superiori, anche la satira: una manifestazione che ha l’intento di suscitare l’attenzione del lettore tramite ilarità, o semplicemente come nello specifico, la trasmissione, la conoscenza di riferimenti storici o letterari.
Sostengo che anche questa è una forma di cultura.
Per esempio, a me personalmente sentir citare brani della Bibbia ha posto davanti alla mia immensa ignoranza sulla conoscenza di questo testo, tanto che non più tardi di una settimana fa ne ho “re intrapreso” la lettura.
Sarà anche un caso, ma lavorando nella scuola so quanto, sdrammatizzando e svestendo dai propri pregiudizi le opere che si vogliono avvicinare ai ragazzi, se ne ottiene un più spontaneo avvicinamento.

Mi sta benissimo il suggerimento per par condicio di toccate goliardiche anche al Corano, anche se il rischio potrebbe essere alto, giusto per ricordare il vignettista che vive sotto scorta dal 2005 solo per aver disegnato la caricatura di Maometto, ma appunto per questo dovremmo tener conto della abissale diversità culturale fra i popoli in questione.