a "Merlante e Scuccimarra e la serata dedicata al diedro Philipp-Flamm"
di David Zappaterra
Ho impiegato un po’ di tempo a metabolizzare l’evento organizzato al Cai
Ferrara, dedicato alla salita del Diedro Philipp Flamm alla parete
nord-ovest della Civetta da parte di due amici di palestra, risate e
cordata (ovviamente, quando non hanno intenzioni troppo bellicose).
Devo dire che
dopo la bellissima serata presentata da Chicco (Michele Scuccimarra)
e Jack (Giacomo Merlante) e passata insieme a un centinaio di persone
fra cui frequentatori delle varie palestre di arrampicata,
escursionisti, molti giovani, altrettanti seniores, donne e ragazzini
intenti ad ascoltare una narrazione di cultura Alpinistica ferrarese,
non nego che un po’ mi è rimasta la delusione per aver trovato ben pochi
rappresentanti della nostra Sezione, che sinceramente mi aspettavo di
incontrare per un evento così importante.
Poi rimuginando e ragionando bene sulla situazione ho concluso che
evidentemente ognuno ha i propri interessi e impegni e comunque, in ogni
caso “... noi ci siamo proprio goduti una gran bella avventura.”
Comunque tornando alla serata ciò che mi è rimasto, al di fuori di un
enorme orgoglio per il fatto che una cordata di amici ferraresi ha
salito questa via, è proprio la sensazione di aver sentito più vicino
una meta per me lontanissima.
Più volte ho ripetuto in giro ad amici e arrampicatori che su quel
diedro insieme a loro avrei voluto esserci anch'io, ridendo
immediatamente della mia ironica affermazione e sapendo di non avere né
le doti e né il carisma per affrontare un “viaggio” del genere.
Un viaggio che io ho sempre solo letto sui libri di storia
dell’Alpinismo, affrontato da persone a me conosciute solo per nomea e
quindi lontane; ma il giorno in cui i nostri amici annunciarono e mi
raccontarono la loro ascensione beh, allora a quel fantastico diedro e
in quel giorno preciso, un po’ mi ci ero avvicinato anch'io.
Amo poi i racconti basati più su una ricerca interiore e precisi
percorsi per superare determinate difficoltà, piuttosto che il racconto
delle difficoltà stesse; cosa ben percepita nella serata e che un
ricercatore in crescita dovrebbe sempre mettere bene in saccoccia e
metabolizzare.
Che altro dire per non essere scontato?
Grazie ragazzi della bellissima serata, ora a noi non resta che
affrontare il nostro piccolo percorso per crescere, prendere coscienza
delle nostre azioni e, perché no?, sognare un giorno di poter posare le
nostre mani fra quelle meravigliose quinte di roccia.