ai commenti di Alessandro Loschi, Giovanni Mari, Villy Sciarratta

di Gabriele Villa


Ben vengano i commenti ai diversi racconti, alle notizie, a tutto ciò che pubblichiamo sul sito se possono essere stimolo di confronto, di scambio di esperienze, di idee, riflessioni e sensazioni da condividere.
Personalmente sono sempre grato ai commentatori, anche a quelli da "una sola riga", ma che comunque "restituiscono" qualcosa di concreto a chi alimenta la passione per la montagna stando davanti ad una tastiera di computer, vuoi per il lavoro di redazione, vuoi per quello di webmaster. Proprio per questa ragione volentieri rispondo a chi ha commentato le escursioni "post alluvionali", provando ad aggiungere qualche spunto.

Rispondo ad Alessandro Loschi, piacentino, istruttore e segretario della Scuola di alpinismo "Bruno Dodi":
"Sinceramente non mi sono meravigliato più di tanto della raccomandazione del CAI Veneto 'in particolare ai soci di pianura' di astenersi dalle escursioni, anche se può sembrare indelicata nei confronti di 'noi' di pianura.
Lo dico per due motivi: il primo pensando a quanti escursionisti fai da te e soprattutto turisti mordi e fuggi frequentano la montagna con attrezzature inadeguate, con poca cognizione dei luoghi in cui si inoltrano, il grande pressapochismo che dimostrano e spesso anche una mancata preparazione specifica. Questo è un dato di fatto non un'impressione personale.
Il secondo motivo sta nel fatto che la viabilità principale è stata quasi tutta riattivata, ma le strade e le zone laterali o sovrastanti non sono sempre in condizioni di completa sicurezza. Inoltre i residenti sono impegnati anche singolarmente a lavorare nel bosco e molte strade sono da considerare a senso unico perchè la sede stradale non è sempre completamente fruibile.
Posso dire che dall'uno al quattro di novembre non abbiamo visto auto girare in zona Forcella Cibiana, ma già il fine settimana seguente in Val Canali (nel Primiero) c'erano parecchi curiosi in giro. E' fin troppo ovvio osservare che più auto girano, più la situazione potrebbe creare anche problematiche aggiuntive.
Io non direi a tutti un perentorio "stai a casa", ma sottolineo che sarebbe giusto valutare la situazione del posto in cui ci si vuole recare e non andare a casaccio per puro spirito di curiosità o per scattare una foto da esibire o inviare via WhatsApp.
Concludo il discorso con un consiglio a chi vuole andare a curiosare o a scattare fotografie: chiedetevi se, in caso di ostacolo imprevisto, sareste in grado di guidare l'auto in retromarcia per cento metri, in salita o in discesa. Se la risposta è negativa fate inversione e tornate indietro". Anche questo significa avere coscienza di ciò che si sta facendo.


Al mio amico Giovanni Mari, affezionato frequentatore delle gite Seniores, provo a rispondere alla domanda sui posti che abbiamo frequentato con le nostre gite. "Come saranno ora? Si saranno salvati ?":
"Diciamo che i luoghi ci sono ancora, ma non li possiamo vedere come li abbiamo trovati andando in gita. Ci sono situazioni che non si possono raccontare e nemmeno le fotografie rendono a pieno tragicità di un bosco devastato, di una strada cancellata e ritrasformata in alveo di torrente. Ci vorrà del tempo e tanto lavoro.
Nello scorso fine settimana sono stato in Val Canali, nella quale siamo andati a giugno ed è stato un impatto emozionale tremendo.

Nella foto a sinistra la partenza del sentiero che facemmo a giugno partendo dall'albergo La Ritonda, mentre a destra un massone caduto proprio sul sentiero da noi percorso e incastratosi dopo tre metri di rotolamento.

A sinistra uno scorcio del bosco devastato sopra i Prati Canali che attraversammo per recarci all'omonima malga e a destra una frana sulla strada che percorremmo in discesa al ritorno per rientrare al Cant del Gal.

Adesso i luoghi sono così, per i boschi dicono che ci vorranno dai due ai tre anni per risanarli rimuovendo le piante cadute che devono tutte essere portate via. In Val Canali ci sono delle strade forestali che aiuteranno a fare prima. Per la viabilità principale si tratta di impiegare denaro e buoni progetti, perchè senza quello le economie della montagna non potrebbero riprendersi da questo colpo basso della natura. Che poi non sia tutta colpa della natura stessa, ma ci sia anche l'irresponsabilità e il poco senso del futuro della razza umana, è tema di dibattito.


Alla cara amica Villy Sciarratta vorrei rispondere con una immagine di bellezza e di speranza sui "luoghi amati".

"In basso a sinistra si vedono le radici degli alberi sradicati, in centro foto qualche tronco spaccato di netto, ma io credo che fin che basterà qualche raggio di sole a ricreare la magia di queste valli, l'uomo (per quanto spesso  irresponsabile, improvvido o incosciente) farà di tutto per riportare questi luoghi nel loro stato originale."