Nel Cuore delle Pale
di Francesco Pompoli
Siamo in pieno agosto e la montagna brulica di persone.
La mia tenda nuova
aspetta ancora il suo battesimo, il meteo promette due giorni stabili e
la voglia di grandi spazi vince la pigrizia di lasciare il comfort della
propria abitazione.
Ci organizziamo per tornare in uno dei luoghi più suggestivi delle Pale
di San Martino, sfruttando la permanenza in quota per fotografarlo al
tramonto e all’alba. La prima sfida è quella di far stare tutto il
necessario in uno zaino da 32 litri, il più grande che posseggo. Riesco
ad infilare anche una lattina di birra da mezzo litro, quello che ci
vuole per concludere la giornata al tramonto dopo una lunga camminata
sotto il sole.
Cristiano mi raggiunge per le dieci, saliamo lentamente verso il Col Verde
e poi fino alla Rosetta.
Qui aspettiamo gli altri due, partiti da
Ferrara e poco mattinieri, prenderanno il primo troncone dell’impianto
per accorciare le distanze.
Il bello di rimanere fuori una notte è che non c’è nessuna fretta…
attraversiamo con calma il lunghissimo altipiano, su è giù per questo
immenso deserto di sassi da cui spuntano la Vezzana a Nord, la Fradusta
a Sud, l’Agner a Est, la Pala di San Martino a Ovest.
Lentamente arriviamo sul bordo dell’altipiano, a picco sulla splendida
valle di San Lucano.
Ci abbassiamo su uno splendido prato su cui termina
la cresta della cima dei Balconi, un posto più bello per la nuova tenda
non potevamo trovarlo.
Allestiamo il campo base, alleggeriamo lo zaino e partiamo per la prima
sessione fotografica, fin dopo il tramonto.
Dalla cima erbosa su cui ci troviamo si scende per cresta che presto
diventa rocciosa, mantenendone il filo e procedendo verso nord-est.
Giunti ad una piccola forcella, si vede sul versante nord-ovest una
esile traccia che si abbassa di qualche decina di metri (ometti), per
poi traversare in direzione nord-est.
La traccia riprende a salire
riportandoci sul filo di cresta, fino a condurci ad una nuova cima
erbosa.
Da qui si scorge tutta la valle di San Lucano ed in basso,
leggermente a est rispetto al filo di cresta, la nostra meta: un
suggestivo foro a forma di cuore, famoso appunto come Cor.
Per
raggiungerlo occorre scendere ancora lungo la cresta, nell’ultimo tratto
costituita da una paretina rocciosa appoggiata da affrontare con
attenzione con facile arrampicata (*) Nota a fondo pagina.
Eccoci finalmente al suo cospetto… pur non essendo la prima volta è
sempre una grande emozione vedere questo piccolo miracolo della natura,
scorgere la valle di San Lucano al suo interno e ammirare la cornice di
montagne che ci circonda.
Il Cor rappresenta un luogo magico principalmente per gli abitanti della
valle agordina, un piccolo segreto nascosto sulle loro montagne, non
facilmente raggiungibile e non segnalato da nessun sentiero o cartello.
Solo qualche traccia di passaggio che bisogna saper scorgere sul
terreno, e qualche piccolo ometto che serve a dare conferma ai più
incerti.
Sono le sei del pomeriggio, abbiamo tutto il tempo di scattare fotografie
da ogni posizione, provare a raggiungere il suo interno e la sua sommità,
mangiare qualcosa e bere finalmente la birra che a fatica era entrata
nello zaino.
Il Cor intanto va in ombra, le pareti intorno cominciano a
divenire rosate, poi rosso fuoco, per poi spegnersi una ad una, dalla
più bassa alla più alta. Le luci del fondo valle intanto si accendono,
quelle più fitte di Taibon e quelle più isolate che segnano la valle di
San Lucano. Una piccola falce di luna ci saluta tra la Vezzana e i
Bureloni, sui campanili di Val Strutt. La notte diventa buia, è San
Lorenzo e ci aspetta lo spettacolo delle stelle cadenti: accendiamo le
frontali e risaliamo la cresta fino a raggiungere il prato del nostro
accampamento dove per alcune ore ammiriamo dai nostri sacchi a peli la
volta celeste e le numerose scie che la attraversano.
Qualche ora di sonno e alle 4:30 facciamo una veloce colazione e ripartiamo per raggiungere il Cor prima dell’alba. Ormai conosciamo la discesa, arriviamo mentre a est il cielo comincia a colorarsi di rosso e cominciamo a scattare foto in un tripudio di colori che fanno battere forte il cuore.
Impossibile trasmettere le emozioni che si provano, tradurre in foto lo stupore che i cambiamenti che si susseguono ogni minuto provocano in noi.
Sicuramente l’emozione esplode quando il primo raggio di sole esce dalla Moiazza e mi colpisce illuminandomi di rosso. Da quel momento, rapidamente tutto si illumina e la luce vira all’arancione e poi ad un caldo giallo che accende il verde dei prati e delle valli.
Non sono neanche le 7:00 ed il giorno è esploso, risaliamo per l’ultima volta la cresta per tornare alle nostre tende e goderci una colazione essenziale ma con la vista più bella del mondo!
E’ ora di salutare il Cor e rientrare verso San Martino, non prima di aver attraversato a vista l’altipiano per raggiungere e salire la Fradusta, sciare su qualche nevaio residuo, scendere nella Val Pradidali fino al rifugio per una birra ed un saluto ai gestori Duilio e Piera, e attraverso il passo di Ball scendere in valle attraverso la val di Roda. Tenda promossa, ma soprattutto… che bello passare in quota le ore più suggestive: il tramonto, l’alba, e le notti stellate, sentendosi parte della natura.
(*) Nota. La via che abbiamo percorso in discesa (e successivamente in salita) non rappresenta la via tradizionale di accesso; solitamente il giro prevede, infatti, di partire da Gares o Col di Pra, raggiungere Campo Boaro (poco sopra la F.lla Cesurette) e da qui, lasciato il sentiero 761, scendere un ripido e franoso canale di sfasciumi (utile una corda doppia) e risalire fino al Cor per una parete inclinata di roccia solida, con facile arrampicata non obbligata, puntando all’evidente intaglio in prossimità del Cor stesso. Da qui si prosegue risalendo l’itinerario descritto in discesa fino a raggiungere il bordo dell’altipiano (Pale dei Balconi) e raggiungere il sentiero che riporta a Campo Boaro (oppure il sentiero 766a che scende per la Tromba del Miel fino a Col di Pra). L’itinerario qui descritto è il più rapido da San Martino di Castrozza ed il più comodo se si vuole dormire in tenda e scendere più velocemente al Cor.
Francesco Pompoli
Nel Cuore delle
Pale
Pale di San Martino, agosto 2021