Canale Martincano, un aggiornamento ghiaccio a due passi dal sole
di Gabriele Villa
Si chiamano "aggiornamenti obbligatori" e ogni Scuola di alpinismo
dovrebbe farli annualmente, almeno uno su roccia e uno su ghiaccio;
servono per ripassare le manovre, le tecniche di arrampicata, per
discutere di novità in riguardo alla sicurezza o a nuovi metodi di
assicurazione, a perseguire l'uniformità didattica tra gli istruttori.
Sono concordati dall'assemblea degli istruttori nella riunione di
programmazione dell'attività dell'anno e in seguito organizzati dai
responsabili della Scuola di alpinismo e, all'atto della convocazione,
molto spesso la prima reazione del convocato è quella di immaginarsi ...
una scusa per non partecipare, soprattutto a quello di ghiaccio.
E' un po' come quando si era studenti e si pensava di "fare fuoco" a
scuola quando c'era il compito di matematica perchè ancora non si era
maturato a pieno quello che si chiama "senso di responsabilità".
Sta di fatto che in un primo momento ci avevo pensato, di "fare fuoco"
intendo, anche perchè il viaggio di andata e ritorno Ferrara - Piacenza
- Ferrara non è un dettaglio di poco conto, infine, eccomi ligio al
dovere, con l'unico accorgimento di anticipare il viaggio al sabato
evitando così la sveglia ante alba della domenica mattina.
A volte, poi, le cose vanno meglio di quanto si pensi e il temuto
aggiornamento al Monte Penna viene sostituito con un molto più vicino e
comodo Canale Martincano alla Rocca del Prete, il che significa meno
strada da percorrere in automobile e di conseguenza una
sveglia in orario quasi normale.
Arrivano a prendermi davanti all'hotel, perchè si trova giusto sulla
strada per la Val Nure, quella che conduce verso l'Appennino
Piacentino-Ligure; strette di mano e saluti calorosi perchè è un po' che
non ci si vede.
Il viaggio procede tranquillo e si chiacchiera, alla sosta colazione ci
congiungiamo agli altri e infine arriviamo al
parcheggio della Rocca del Prete e ci cambiamo: la giornata è buona, ma una raffica di vento
forte mi fa subito optare per la calzamaglia che in un primo momento
avevo pensato di non utilizzare.
Si parte in fila, siamo in dodici e si deve battere traccia nella neve
abbastanza alta ma anche consistente.
Inizia Marino che fa un passo corto e regolare,
mentre io resto indietro e approfitto per fare qualche foto alla fila
che si addentra nel bosco, poi passa avanti Pietro e la musica cambia, i passi
diventano lunghi e di conseguenza più faticoso seguire le impronte
dentro la neve alta, infine, si arriva sotto il prato della Rocca
del Prete sopra il quale si staglia nell'ombra il versante nord della
montagna.
Il mio amico Lucio, direttore della Scuola di alpinismo "Bruno Dodi" di
Piacenza, che della Rocca è stato uno dei maggiori scopritori e
valorizzatori, oggi non c'è perché gli è venuta la febbre il giorno prima,
per cui l’aggiornamento lo terrà Pietro che pure lui fa parte nella Scuola
Interregionale di Alpinismo.
Superato il prato, saliamo e traversiamo fin sotto all’imbocco della
Canale Martincano e qui di neve ce n’è veramente tanta, purtroppo c’è
anche vento forte e ci vestiamo bene: fortuna che la raffica fredda
prima della partenza mi ha fatto indossare
calzamaglia altrimenti mi sarei congelato le gambe.
La neve non è l’ideale per il lavoro didattico che dobbiamo fare, perchè
si sfonda quel tanto che impedisce di vedere i passi e fa fare anche
fatica supplementare a chi li deve mostrare, così mentre Pietro inizia
io mi metto a battere la neve ricavando un percorso in diagonale sul
quale lui potrà mostrare il passo incrociato e successivamente un tratto
dritto sui cui mostrerà il passo misto.
I ragazzi apprezzano la mia iniziativa e ci ridono sopra ma, in
effetti, il lavoro rende più efficace la dimostrazione didattica alla
quale assisto cercando di documentare scattando ripetute fotografie,
soprattutto gli approfondimenti sul cambio di direzione sul quale
sembrano esserci pareri in contrasto con le indicazioni del manuale del
CAI.
Siamo all’ombra e il vento insiste abbastanza e occorre muoversi
di continuo per
mantenersi caldi: è la "condanna" degli aggiornamenti ghiaccio che
obbligano a stare fermi all'ombra quando magari poco distante c'è il
sole.
Però c'è anche chi non ha obblighi didattici e
va a
posizionarsi al sole che oramai è arrivato lì vicino, proprio a due
passi, suscitando una tangibile invidia.
Dopo i "passi su ghiaccio" (quelli fatti all'ombra e al freddo
vicino a chi si scalda al sole), segue la dimostrazione della sosta su piccozza verticale e poi quella su
piccozza sepolta, sulla quale viene fatta vedere la sicurezza al compagno
abbassandosi sotto il punto di sosta mediante l’uso della corda di
cordata e di un barcaiolo fissato all’imbragatura.
Novità di questo metodo è che, una volta impostata lo sicurezza a spalla al
compagno che sale, questa sarà mantenuta uguale anche se lui passa
avanti perché si dà per scontato che le sicurezze su neve non siano
molto affidabili e quindi se saltano via è bene essere pronti a fare
sicura verso il basso perché sarà lì che finirà il compagno che dovesse
scivolare.
Giuseppe (che stoicamente è venuto all'aggiornamento pur avendo un polso
ingessato) chiede di rivedere la legatura su ghiacciaio e quindi viene
mostrata la cordata di due persone e poi quella da tre con asola lunga
(arriva all'altezza del ginocchio) dell'alpinista che sta al centro e il nodo barcaiolo sull’asola per fissarla ad una
ghiera sulla imbragatura, con nodo prusik dal secondo verso il primo di cordata.
Finalmente il sole è riuscito ad aggirare lo spigolo nord della Rocca
del Prete e arriva a riscaldare leggermente, proprio mentre noi, esaurito
l’aggiornamento, ci dedicheremo a salite in libertà, ritornando
subito nell'ombra.
C’è chi salirà dritto
sopra il luogo dell’aggiornamento (cioè sulle rocce innevate a sinistra
del Canale Martincano) e chi andrà su proprio per quello, io con Rita e Daniela
optiamo per il canale e saliamo slegati, ma abbiamo i ramponi
nello zaino e una mezza corda di
Marino che porto io, oltre a materiale per la sicura (dadi piccoli e
grandi, friends).
La neve è abbondante, ma saliamo sfruttando le tracce degli altri fino a
metà canale, quando queste si biforcano andando a destra verso lo spigolo nord e
in un canale di neve e rocce che sale verso sinistra.
Proseguiamo battendo la traccia e dove il canale spiana puntiamo a sinistra
ad un bel canalino ripido che sarà lungo una decina di metri ed ha a fianco una
bella colata di ghiaccio.
Mettiamo i ramponi immaginando che sotto la neve ci possa essere
ghiaccio, poi faccio strada su neve nella quale si sfonda bene, ma che
si riesce a salire con un po’ di spaccata, anche se in qualche punto è
così farinosa da non offrire appoggio, infine, usciamo con pochi metri
di misto su rocce e zolle di erba.
Traversiamo dentro al canale Martincano oramai al suo termine e andiamo avanti finché ci leghiamo
per fare un tiro di corda (saranno poco meno di trenta metri) sull’altro versante,
attratti da qualche placca di ghiaccio affiorante in un pendio di
roccette e erba, con qualche albero che offre un minimo di sicurezza.
Peccato che siamo oramai sul sentiero che scende dalla cima e per quello andiamo
fin sulla sommità della Rocca del Prete proprio mentre arriva su la
cordata che ha fatto lo spigolo nord e
tirano alcune violente raffiche di vento.
Vedo dall’altra parte del canale Pietro che fa sicura e sopra Daniele che
si trova in un punto delicato, vedo che prova il passaggio più volte e poi
desiste ed è fermo nella posizione, infine riprova nuovamente e stavolta riesce
a venirne fuori con movimenti diversi da prima, proseguendo poi su terreno misto di rocce
ed erba.
Su in alto il Maggiorasca è illuminato dal sole e noi iniziamo a scendere
fino a ricongiungerci agli altri e andando giù per il
canale Martincano ritorniamo alla base dove, recuperati gli zaini, riponiamo le nostre
cose e ci incamminiamo sulla traccia fatta all'andata per rientrare alle
auto.
Sono abbastanza stanco e il sentiero sembra essere diventato più lungo, ma alla
fine arriviamo alle auto e mi posso togliere gli scarponi dando respiro al callo
sul mignolino del piede sinistro che comincia a farsi sentire.
Decidiamo poi per uno spuntino a Ferriere, consuetudine consolidata di
questo gruppo che viene applicata anche alle uscite dei corsi nei quali
non si mangia mai durante la giornata ma solamente a fine lavoro.
La scelta si rivela decisamente azzeccata perchè arrivano in tavola
tutti gli affettati possibili, taglieri di formaggi in quantità perfino esagerate,
pane a più riprese, impasto caldo di pizza, ottimo vino rosso.
Si commentano le salite del pomeriggio, la truppa è soddisfatta oltre
che affamata e, dopo varie richieste di altro pane e
altro vino, tra chiacchiere allegre e in un’atmosfera molto
gioviale,
infine ci alziamo dal tavolo per completare il viaggio di rientro.
Non ho bevuto il caffè e il sonno mi prende, mentre Gianfranco e
Pierluigi
continuano a parlare fitto e il loro brusio mi accompagna nel sonno facendomi
recuperare energie che mi serviranno più tardi quando a guidare sarò io.
Infine, arriviamo davanti all'hotel, trasbordiamo il materiale
nella mia Punto e ci salutiamo molto calorosamente.
Altrettanto caloroso era stato il saluto con tutti gli altri al ponte
delle Ferriere a conferma del clima veramente amichevole che regna nel
gruppo e anche nei confronti "dell'appendice ferrarese".
Devo dire che la piacevole sensazione di trovarmi in un gruppo di amici,
prima ancora che nell'organico di una Scuola di alpinismo, ha conferito
quel tocco ancora
più piacevole e significativo a una bella giornata di aggiornamento, ma
anche
di “alpinismo”, seppure in scala ridotta, nella gola e ai
lati del Canale Martincano.
Gabriele Villa
Canale Martincano alla Rocca del Prete
Domenica 26 febbraio 2012