Cristiano Pastorello: l'entusiasmo e l'impegno al servizio dell'arrampicata e non solo

a cura di Eugenio Cipriani


Sintetizzandone al massimo carattere, vita ed attività, potremmo definire Cristiano Pastorello un uomo impegnato, molto impegnato.
 ●  Impegnato sentimentalmente, perché sposato e padre di due bambine.
 ●  Impegnato professionalmente, perché laureato in scienze forestali e da poco, dopo tanti anni presso la Comunità Montana del Baldo, entrato a far parte dello staff tecnico del Comune di Torri del Benaco in ambito ambientale. 
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Impegnato politicamente e socialmente, perché candidato in una lista civica, durante le passate elezioni amministrative, per il suo comune di residenza, Caprino Veronese.
 ●  Impegnato, poi, nell’ambito della montagna e dell’alpinismo a diversi livelli: come attuale vicepresidente della LAAC (Libera Associazione Alpinisti Chiodatori) nella attrezzatura e ri-attrezzatura delle vie di arrampicata del territorio baldense;
 ●  come co-gestore, prima del Rifugio Bertagnoli in Val del Chiampo (VI) ed oggi del Rifugio Telegrafo sul Baldo;
 ●  come scrittore, già autore della guida di arrampicata “Monte Baldo Rock” edita da Versante Sud ed ora impegnato a raccogliere nuovi dati per la riedizione, ampliata con l’inserimento di nuove aree, della medesima;
 ●  come vice-presidente del Gruppo orientale del Club Alpino Italiano Accademico, nell’organizzazione di convegni ed eventi su temi legati alla montagna ed all’alpinismo;
 ●  come soccorritore, in quanto membro del Soccorso Alpino scaligero.
 ●  Infine, Pastorello è impegnato nella sua attività preferita: l’arrampicata e l’alpinismo, con una particolare predisposizione per le vie di grande respiro ed elevata difficoltà sulle pareti più alte delle Dolomiti, dalla sud della Marmolada alla nord-ovest del Civetta, oppure in luoghi poco frequentati, come il sottogruppo della Vallaccia e, più vicino a casa, su reconditi dirupi spesso inaccessi della Val d’Adige.

Nato a Cologna Veneta nel 1977 ma “naturalizzatosi” caprinese da oltre un decennio, Pastorello è, in ordine di tempo, l’ultimo dei veronesi entrati a far parte dell’èlite alpinistica nazionale, il Club Alpino Accademico.
Suoi mentori sono stati Alcide Prati e Alessandro Baù.
Essere ammesso all’Accademico non è stato il coronamento di un sogno accarezzato da anni perché io ho arrampicato sempre per realizzare i miei progetti, non per conseguire una sia pur ambita patacca - mette in chiaro Pastorello – ma è stato comunque un graditissimo riconoscimento dell’impegno che ho riversato e continuo a riversare sia nei confronti di quella meravigliosa attività che si chiama alpinismo sia, più in genere, nella promozione dell’ambiente montano e dell’arrampicata. Se a questo poi si aggiunge che essere nell’Accademico significa avere l’opportunità, due o più volte all’anno, di sedersi a fianco e confrontarsi con mostri sacri dell’alpinismo che hanno scritto pagine indimenticabili nella storia di questa attività, è naturale che mi senta fiero ed onorato di appartenere al Gruppo e che mi impegni con entusiasmo a promuoverne le attività e le idee.”

Ecco, ancora una volta, la parola “impegno”.
Una costante della vita di quest’uomo che tanto si è dato e continua a darsi da fare per promuovere la conoscenza e la frequentazione delle falesie dell’entroterra lacustre e del Baldo non solo in funzione dello sviluppo dell’arrampicata in sé ma anche in prospettiva di uno sviluppo turistico del territorio, da un lato e, dall’altro, per la funzione sociale che l’amore per l’arrampicata e per la montagna può giocare nelle giovani generazioni, troppo spesso prive di interessi o fuorviate da attività poco formative.

Come ho detto tante volte e come continuerò a ripetere – sottolinea Pastorello – il territorio caprinese, della bassa Val d’Adige e dell’entroterra gardesano, anche se non è paragonabile per estensione a quello di Arco e della Valle del Sarca, offre tuttavia un immenso terreno di gioco in tutte le stagioni ed grandi opportunità sul piano turistico specie nel settore sportivo-ricreativo. Certamente il turismo degli arrampicatori è un turismo minore e meno, diciamo così, spendaccione di quello rappresentato dai classici villeggianti estivi sia italiani che stranieri che frequentano il Garda, ma è pur sempre una risorsa (specie fuori stagione o nelle stagioni morte) cui bisogna guardare con attenzione ed al quale rivolgersi con proposte mirate. In questo senso alcune mie parole tempo fa sono state interpretate male o comunque in maniera fuorviante. Mi riferisco a quando ho affermato che non vi era abbastanza ricettività in zona per gli scalatori io non intendevo dire che non ci fossero abbastanza B&B, alberghi o quant’altro. Intendevo dire che mancavano, e mancano tutt’ora, pacchetti di proposte specifiche per questa categoria di ospiti che, come è noto, ha esigenze abbastanza differenti da quelle dei turisti tradizionali. Ecco allora che vedrei bene la realizzazione di ostelli ad hoc per climbers, bikers e torrentisti, maggiori attività culturali, ricreative e d’incontro per essi e, perché no, anche un grosso centro di attrazione come una palestra di roccia indoor degna di questo nome e capace di polarizzare l’interesse di visitatori dalle provincie limitrofe (e naturalmente anche da Verona) come il King Rock che rappresenta ormai una realtà affermata a livello nazionale e che ha letteralmente sbaragliato la concorrenza grazie all’intraprendenza dei suoi ideatori e gestori”.

Nell’attesa di tutto ciò Cristiano si è dato da fare organizzando, durante la sue presidenza alla LAAC, due meeting di arrampicata sulle Pareti del Sengio Rosso e stimolando giovani e meno giovani a frequentare le vie di arrampicata della Val d’Adige e del Monte Baldo.
Che a Pastorello i meeting piacciano molto lo dimostra poi il fatto che è appena tornato da una settimana di permanenza in Galles, ospite del BMC (British Mountaineering Council).
In quella occasione, peraltro riservata a pochi fortunati, Cristiano ha avuto modo di confrontarsi sulle temibili scogliere di Gogarth a picco sul tempestoso Mare d’Irlanda, sulle ripide e scivolose pareti di LLamberis Pass e di Tremadog, con la grande tradizione alpinistica inglese che rifiuta le protezioni fisse (divenute la norma in quasi tutto il resto dell’Europa) ma che eleva a sistema l’accettazione del rischio in ossequio al principio dell’arrampicata pulita e tradizionale.
E’ stata un’esperienza formativa, interessante e difficile – afferma Pastorello – ma che mi ha aperto gli occhi e mi ha fatto toccare con mano una realtà di cui avevo avuto notizia solo tramite letture e vaghi resoconti di chi era stato ad arrampicare in quei luoghi ospite del BMC. La realtà ha superato la fantasia e, ad esperienza conclusasi, posso dire di essere felice di averla vissuta e che davanti al livello di arrampicata inglese bisogna togliersi tanto di capello. Devo però anche ammettere, in tutta onestà, che sono felice di vivere ed arrampicare alle pendici del Baldo dove tutto è molto più sereno e rassicurante (specie per chi, come me ha la responsabilità di essere marito e padre) sia a livello di clima che di affidabilità della roccia e delle protezioni infisse!


Un curriculum sterminato di scalate e di attività per la promozione dell'alpinismo e dell'arrampicata

Dopo gli esordi, negli anni Novanta, nella palestra di Soave con Nico Rizzotto e poi nella palestra padovana di Rocca Pendice con amici conosciuti ai tempi degli studi universitari in Scienze Forestali, Pastorello brucia rapidamente le tappe e raggiunge livelli molto elevati in arrampicata su roccia.
Le Dolomiti sono il suo terreno preferito ed in particolar modo i monti Civetta e Marmolada, le grandi pareti più difficili (assieme alle Lavaredo).
Arriva così a sfiorare il IX grado da capocordata (o a comando alternato) su vie come “W Mexico Cabrones”, compie la terza ripetizione di “Kein Rest von Sehnsucht”, e di “Capitan Skyhook, tutte alla Punta Tissi, mentre in Marmolada liquida in giornata “Tempi Moderni”, la “Via attraverso il pesce” e nel sottogruppo della Vallaccia la “Via dei Cinque Muri” e la “Canto del Cigno” alla Piramide Armani.
Questo solo per citare alcune fra le più difficili ma l’elenco sarebbe lunghissimo!
Buono anche il carnet di vie nuove: “I Guardiani del Faro” alla Punta Serauta in Marmolada (400 metri, VII+) con Luca Campagna e Fabrizio Zara, la “Opera buffa” alla Punta Graffer della Presanella (VI+, 350 metri) con i fratelli Geremia, di Padova, e Nicola Maganzini, mentre con i veronesi Beppe Vidali e Riccardo Bertuzzi sale alcune vie nuove in Val d’Adige con difficoltà molto elevate fra cui l’VIII+ di “Papà l’alpinista” al lato destro della Chiusa di Ceraino.

E’ stato poi Presidente della LAAC dal 2011 al 2014 ed ha organizzato due raduni di arrampicata al Sengio Rosso, uno nel 2010 ed uno nel 2012.
E’ stata per me una grande soddisfazione - dice sempre Pastorello - aver visto crescere in poco più di tre anni il numero dei soci della LAAC che sono passati da una decina a quasi trenta. Molti di loro sono della zona, cioè del comprensorio Baldo, Garda e Val d'Adige, ma molti vengono da altre zone del veronese. Questa è la testimonianza che la condivisione dell’amore per l’arrampicata e per la montagna, al di là del livello tecnico individuale, crea un legame che, se giustamente indirizzato, può essere produttivo anche per il territorio stesso che dall’aumento della frequentazione dei luoghi d’arrampicata e degli itinerari non può che trarre vantaggi economici e di visibilità.


Eugenio Cipriani
Incontro con Cristiano Pastorello
Verona, maggio 2015