Montagna.tv 20/02/2012 - Autore Valentina d'Angella
Cerro Torre: coro di sì alla schiodatura, tra loro Messner e House
BERGAMO — Dopo il “manifesto” italiano di condanna alla schiodatura della
Via del Compressore, scritto da Stefano Lovison e sottoscritto da tanti
e famosi alpinisti italiani, approdato pochi giorni fa anche sulle
pagine del quotidiano inglese The Guardian, arriva ora un’inaspettata
replica dall’estero: sta circolando in queste ore una schiera di firme
favorevoli all’atto compiuto da Jason Kruk e Hayden Kennedy sulla via di
Cesare Maestri, fra cui figurano grandi nomi della storia dell’alpinismo
mondiale, da Steve House a Reinhold Messner, da Vince Anderson a Chris
Bonington.
Il documento, che riportiamo quasi integralmente di seguito, parte da un
brevissimo excursus sulla storia della parete sud-est, quella dove sale
la Via del Compressore. Poi riporta le firme dei sostenitori della
schiodatura della via di Maestri, tra cui spiccano i nomi di alcuni dei
pionieri dell’alpinismo patagonico ma anche dell’alpinismo di oggi.
Tra i firmatari della lista pubblicata da Climb Magazine e da altri siti
internazionali, molti sono gli americani, ma non solo: tra loro compare
anche il nome dell’italianissimo Reinhold Messner, autore – fra
l’altro – di un recente libro sul Cerro Torre in cui nega la salita in
vetta di Maestri del 1959. Messner la pensa diversamente da buona parte
degli italiani che invece si sono schierati numerosi contro la rimozione
dei chiodi:
“Maestri è stato libero di mettere i chiodi nel 1970 – dice
l’alpinista altoatesino - Jason e Hayden sono stati ora liberi dei
toglierli. Cesare ha dimostrato che il Cerro Torre si poteva salire con
il compressore, Jason e Hayden hanno dimostrato che era possibile senza.
Hanno tutto il mio rispetto per aver liberato la Via del Compressore
dalle grinfie dell’alpinismo di conquista, uno stile che ormai dovrebbe
essere del tutto abbandonato”.
Preso atto della diatriba, resta aperta – a nostro avviso – la questione
morale. Nei dibattiti italiani, infatti, più che difendere a priori la
via del Compressore è stato contestato il mancato rispetto della storia
da parte di Kruk e Kennedy. Sia nelle interviste rilasciate alle testate
giornalistiche, sia nelle numerose discussioni dei forum alpinistici di
casa nostra – dove non mancano pareri favorevoli alla schiodatura – è
stata criticata perlopiù la modalità “talebana” con cui si è svolta la
loro azione.
Il manifesto “del sì”, però, non risponde a questo tipo di
contestazione, alla mancanza di rispetto nei confronti dell’apritore
della via ancora in vita, né tratta la questione del coinvolgimento
degli abitanti del luogo, semplicemente si limita a citare i nomi dei
sostenitori e a riportare poche note di commento da parte di alcuni dei
più celebri.
Cerro Torre – “Una montagna impossibile”
“Nel 1952, dopo aver effettuato la prima salita del Cerro Fitz Roy, il
francese Lionel Terray ha descritto il vicino Cerro Torre come 'una
montagna impossibile', una frase che descriveva bene la chilometrica
Torre di granito ricoperta di ghiaccio. Nei primi mesi del 1968 un team
anglo-argentino composto da Martin Boysen, Mick Burke, Pete Crew, Jose
Luis Fonrouge e Dougal Haston tentarono lo spigolo sud-est del Cerro
Torre, riuscendo a salire 450 metri sopra il Colle della Pazienza senza
mettere alcun tipo di chiodo. Nel dicembre del 1970 gli italiani Ezio
Alimonta, Carlo Claus e Cesare Maestri sono saliti a circa 60 metri
dalla cima, tornando indietro quando erano ancora su terreno verticale
dopo aver fissato oltre 300 chiodi a pressione con l’aiuto di un
compressore d’aria alimentato a gas. Grazie all’uso del compressore la
“montagna impossibile” non lo era più. Nel gennaio del 1979, gli
americani Jim Bridwell e Steve Brewer hanno completato il tratto
mancante di Alimonta, Claus e Maestri finendo la cosiddetta Via del
Compressore.
Nel gennaio 2012 l’americano Hayden Kennedy e il canadese Jason Kruk
hanno salito lo spigolo sud-est senza utilizzare nessuno dei chiodi di
Maestri per la protezione, e tagliando durante la discesa 120 dei suoi
chiodi”.
Noi, alcuni dei tanti alpinisti che hanno dedicato energia negli ultimi
decenni alla scalata dei massicci del Fitz Roy e del Cerro Torre,
facendo la storia alpinistica di quella regione, appoggiamo pienamente
la rimozione dei chiodi:
Jorge Ackermann, Tomy Aguilo, Conrad Anker, Bjorn-Eivind Artun, Trym
Atle Saeland, Scott Backes, Scott Bennett, Bjarte Bø, Carlos Botazzi,
Martin Boysen, John Bragg, Ben Bransby, Chris Brazeau, Phil Burke, Tommy
Caldwell, Ramiro Calvo, Ben Campbell-Kelly, Rab Carrington, Dave Carman,
Robert Caspersen, Andy Cave, Yvon Chouinard, Carlos Comesaña, Kelly
Cordes, Inaki Coussirat, Pete Crew, Sebastian De la Cruz, Alejandro Di
Paola, Leo Dickinson, Ben Ditto, Jim Donini, Martin Donovan, Dana
Drummond, Magnus Eriksson, Gabriel Fava, Nico Favresse, Silvia
Fitzpatrick, Ralf Gantzhorn, Rolando Garibotti, Stefan Gatt, Chris
Geisler, Jon Gleason, Gustavo Glickman, Milena Gomez, Colin Haley, Brian
Hall, Kennan Harvey, Jorge Insua, Peter Janschek, Hans Johnstone, Neil
Kauffman, Joel Kauffman, Hayden Kennedy, Michael Kennedy, Andy
Kirkpatrick, Jason Kruk, Ole Lied, Whit Magro, Klemen Mali, Carlitos
Molina, Marius Morstad, Avo Naccachian, Fermin Olaechea, Marius Olsen,
Ian Parnell, Luciano Pera, Korra Pesce, Doerte Pietron, Michal Pitelka,
Kate Rutherford, Mikey Schaefer, Stephan Siegrist, Pedro Skvarca, Zack
Smith, Bruno Sourzac, Rick Sylvester, Jim Toman, Doug Tompkins, Jvan
Tresch, Roberto Treu, Sean Villanueva, Adam Wainwright, Eamon Walsh, Jon
Walsh, Josh Wharton, Andres Zegers
Anche noi sosteniamo la rimozione dei chiodi della Via del Compressore:
Vince Anderson, Chris Bonington, Mick Fowler, Steve House, Heinz
Mariacher, Reinhold Messner, Paul Pritchard, Sonnie Trotter, Mark Twight
Commenti:
Jorge Ackermann: “Ora, chi aveva il diritto di togliere i chiodi?
Coloro che hanno salito la via senza usare i chiodi avevano il diritto
di toglierli, e Jason e Hayden hanno deciso di farlo e io rispetto la
loro decisione. Hanno salito la headwall splendidamente e li ho
applauditi per questo, è un risultato enorme nel mondo dell’alpinismo.
Un po’ più di discrezione avrebbe aiutato a mantenere la polemica sotto
controllo, ma ormai è fatta. Alla fine, però, è Cerro Torre che stiamo
parlando e sembra che sia una montagna poco incline alla discrezione”.
Martin Boysen: “Era ora!”
Pete Crew: “Era ora che il ‘nonsense’ di Maestri fosse demolito
una volta per tutte”.
Ben Campbell-Kelly: “Cosa può esserci di meglio di una montagna
icona come il Cerro Torre con sole vie di salita in vetta impegnative?
Senza trucchi e vie ferrate! E’ emozionante vedere come la nuova
generazione stia lasciando il segno”.
Leo Dickinson: “La Via del Compressore sul Cerro Torre non
sarebbe mai dovuta esistere. La natura ha fatto un così bel lavoro
creando il Cerro Torre. La via dei chiodi è stata per troppo tempo la
cicatrice nella storia dell’alpinismo…”.
Reinhold Messner: “Maestri è stato libero di mettere i chiodi nel
1970, Jason e Hayden sono stati ora liberi dei toglierli. Cesare ha
dimostrato che il Cerro Torre si poteva salire con il compressore, Jason
e Hayden hanno dimostrato che era possibile senza. Hanno tutto il mio
rispetto per aver liberato la Via del Compressore dalle grinfie
dell’alpinismo di conquista, uno stile che ormai dovrebbe essere del
tutto abbandonato.”
Pedro Skvarca: “Personalmente credo che i chiodi non avrebbero
mai dovuto essere messi. Non sono mai stato d’accordo con l’azione
Maestri, ha commesso un grave errore e ha violato l’etica
dell’alpinismo”.
Mark Twight: “Essendo cresciuto nella cultura di montagna che ho
conosciuto, ed essendo stato educato da uomini che mi hanno ispirato,
non avrei mai immaginato che un giorno qualcuno potesse essere contro la
rimozione di questi chiodi a pressione”.