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Montagna.tv  02/09/2011 - Articoli di Valentina D'Angella

                                  
La grande frana del Monte Pelmo

Un'altra grave tragedia per il Corpo del Soccorso Alpino

 

 

Pelmo: individuati morti i due soccorritori travolti da una frana durante un intervento
31 agosto 2011– SAN VITO DI CADORE, Belluno Sono stati individuati senza vita i due tecnici del Soccorso alpino della Stazione di San Vito di Cadore investiti da una frana di grandi dimensioni durante un intervento di soccorso, questa mattina sul Monte Pelmo. La scarica di sassi ha tranciato le corde a cui erano appesi e li ha fatti precipitare per 700 metri uccidendoli probabilmente sul colpo.
Al momento la caduta di altro materiale franoso dalla parete ostacola l’avvicinamento dell’elicottero alla montagna, per questo le salme saranno recuperate non appena le condizioni lo permetteranno.
E del resto purtroppo, il peggio è stato accertato, e per Alberto Bonafede, 43 anni, e Aldo Giustina, 42 anni, entrambi di San Vito di Cadore, non c’è più niente da fare. I nomi delle vittime così come tutte le informazioni arrivano direttamente dal Soccorso alpino Veneto che sta svolgendo le ricerche sul Monte Pelmo, la cima di 3.168 metri situata nelle Dolomiti, tra la Val di Zoldo e la Valle del Boite, in Cadore.
I due tecnici sono stati investiti dall’enorme frana alle 5.17 del mattino, mentre si stavano calando dalla cima della montagna sul versante nord, per raggiungere due alpinisti tedeschi rimasti feriti ieri sera da una prima scarica di sassi sulla via Simon-Rossi.
Gli accessi al Pelmo sono stati fatti chiudere da ordinanze dei sindaci competenti. Una sessantina di tecnici del Soccorso alpino di diverse Stazioni bellunesi sta lavorando sul posto. I due tedeschi bloccati da ieri sera a 150 metri dalla cima sono stati recuperati dall’elicottero e saranno trasportati in ospedale. Il Soccorso alpino si stringe alle famiglie dei suoi volontari.

 

Frana sul Pelmo: si tenta ancora il recupero delle salme
01 settembre 2011 - SAN VITO DI CADORE, Belluno

Non è stato ancora possibile recuperare i corpi dei due uomini del Soccorso alpino morti ieri, spazzati via da una frana sul Monte Pelmo. La scarica di sassi che li ha investiti, secondo i primi dati pari a circa 2.500 metri cubi di roccia, non si è tuttora esaurita e per tutta la giornata di ieri e ancora stanotte, dalla montagna è continuato a scendere materiale franoso che ha reso impossibile lo svolgimento delle operazioni in sicurezza.
Secondo le prime stime dei geologi era di 2500 metri cubi la frana staccatasi ieri mattina all’alba dal versante nord del Monte Pelmo, costata la vita a due soccorritori bellunesi. I due tecnici della stazione di San Vito di Cadore si stavano calando dalla cima per recuperare due turisti tedeschi bloccati su una cengia, quando è piombata loro addosso la micidiale scarica di sassi.
Dopo la prima grossa frana, ne sono seguite delle altre, alcune decine, proseguite per tutto il giorno dalle 5.17 del mattino di ieri fino a tutta la notte. Proprio a causa dei continui distaccamenti di materiale franoso, gli uomini del Soccorso alpino non hanno potuto finora recuperare i corpi delle vittime, individuati ad oltre 2000 metri di quota.
Le squadre dei soccorritori hanno delimitato l’area e hanno vigilato a turno sul perimetro tutta la notte e fino a stamattina, anche con il supporto delle forze dell’ordine. I sentieri di accesso al Pelmo sono stati chiusi dalle ordinanze dei sindaci competenti per territorio, mentre il Centro mobile di coordinamento del Soccorso alpino resterà nel parcheggio del rifugio Città di Fiume, fino al completamento delle operazioni.

 

Monte Pelmo, recuperati i corpi dei due soccorritori
02 settembre 2011 – SAN VITO DI CADORE, Belluno

Una tregua tre le scariche di sassi provenienti dalla parete nord del Monte Pelmo ha permesso alle squadre del Soccorso alpino di addentrarsi nel ghiaione e di recuperare e ricomporre i resti dei due soccorritori della Stazione di San Vito, travolti dalla frana.
La frana che ha ucciso Alberto Bonafede e Aldo Giustina sul Pelmo è caduta mercoledì mattina alle 5.17, ma le scariche sono andate avanti fino ad oggi pomeriggio. Fino a ieri i soccorritori ne avevano contate 39, a cui si sono aggiunte le altre 13 di oggi.
Come nei giorni scorsi, l’area continuerà a essere interdetta anche nelle prossime ore a tempo indeterminato per ragioni di sicurezza, in quanto permane il marcato pericolo di nuove frane. Nel punto in cui si è staccata la frana di 2.500 metri cubi di roccia, infatti, un pilastro di rilevanti dimensioni è tuttora pericolante.
Il Soccorso alpino continuerà a vigilare fino a domani la zona con le proprie squadre a turno, affiancato da Guardia di finanza e Carabinieri. Oggi gli elicotteri della Guardia di finanza e dei Carabinieri hanno effettuato due sopralluoghi e trasportato in quota le unità cinofile da maceria, personale e attrezzatura.