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Trentino.  25/04/2010

Un bivacco sulle Pale, il Cai insorge

La struttura al Marùcol - finanziata dal fondo Dellai/Galan - giudicata costosa e del tutto superflua
L'hanno progettato i Comuni di Canale d'Agordo, Siror e Tonadico

 

 

PRIMIERO. C'è un progetto - finanziabile attingendo al fondo speciale Dellai-Galan per le zone di confine - per costruire un nuovo bivacco d'alta quota sulle Pale di San Martino.
Lo vogliono i Comuni di Siròr, di Tonadico e quello veneto di Canale d'Agordo, ma la sezione agordina del Cai ha aperto le ostilità, considerando il bivacco del tutto superfluo.
«Un'iniziativa inutile - dicono gli alpinisti veneti - frutto di una programmazione pseudo-turistica priva di lungimiranza».
Lo storico sodalizio agordino - forte di 400 iscritti - è spalleggiato anche da una petizione online dal titolo «Liberiamo l'altopiano», voluta da Luca Visentini.
E' una bocciatura senza appello del bivacco in località Marùcol, quella dei soci Cai.

«Il nuovo, avveniristico bivacco sul ciglio dell'altipiano delle Pale di San Martino presso l'elevazione detta Marùcol (anzi “Antemarecòl”), a circa 2360 metri in Comune di Canale d'Agordo sorgerebbe vicino ad altri punti di riferimento della montagna come Casera Valbona (1783 metri, da poco ristrutturata), Casera Campigat (1801 metri, in Comune di Taibon), Rifugio Rosetta (2581 metri, in Comune di Siror), Riparo Campo Boaro (2220 metri, in Comune di Taibon).
All'unanimità, denunciamo l'idea del bivacco inutile e priva di lungimiranza, come era stato per l'ipotesi di un rifugio, fortunatamente arenatasi».
La Sezione agordina del Club alpino polemizza anche sulla cifra che verrà spesa.
«750 mila euro nel quadro del fondo Galan-Dellai», attacca, «tale importo amareggia il Cai, sempre alla ricerca di supporti economici dignitosi per andare avanti e provvedere alla manutenzione delle opere alpine».
Dopo aver ricordato che, sempre nella zona delle Pale di San Martino, anche il Bivacco “Dina Dordei” era divenuto luogo di assurdo degrado, obbligando la Sezione allo smantellamento nel 1994, il direttivo chiude così:
«Desideriamo che il progetto per l'avveniristico bivacco, che qualcuno vuole dedicare a Dino Buzzati, sia invalidato destinando i fondi ad altre iniziative con maggiore rispetto per l'ambiente e utilità escursionistica, col consenso di tutto il mondo alpinistico».

Il sindaco di Canale d'Agordo ora frena: «Sono anche pronto a fare marcia indietro - dice Rinaldo De Rocco – ma perderemo i soldi che ci permetterebbero di iniziare i lavori alle miniere del Sass Negher e relativi sentieri.
Avevamo pensato di intervenire sui sentieri, ma la Regione ci ha detto di no; avevamo chiesto la sistemazione del museo Papa Luciani o di scuole, sia a Canale che in Trentino, ma niente da fare; volevamo ampliare Casera Valbona, ma era troppo dalla nostra parte e non abbastanza transfrontaliera».

 

 

Corriere delle Alpi.  24/04/2010       articolo di Gianni Santomaso

Il sindaco di Canale d'Agordo De Rocco punta il dito sul meccanismo di assegnazione dei contributi
«Posso fare marcia indietro ma perdiamo i fondi»

 


CANALE D'AGORDO. «Sono anche pronto a fare marcia indietro, ma così perderemo i soldi che ci permetterebbero di iniziare i lavori alle miniere del Sass Negher».
Risponde così il sindaco di Canale d'Agordo, Rinaldo De Rocco, all'indomani della bufera scatenata dal mondo alpinistico sul bivacco che i Comuni di Canale d'Agordo, Siror e Tonadico vogliono realizzare sulle Pale di San Martino, in località Marùcol.
Una protesta forte e decisa impersonata prima dalla Sezione agordina del Cai e poi dalle oltre 400 persone che hanno sottoscritto la petizione online “Liberiamo l'altopiano” - promossa dall'alpinista e scrittore Luca Visentini per dire no al bivacco in quanto deturperebbe l'intatto paesaggio della zona - e hanno invece consigliato di destinare i soldi alla manutenzione dei sentieri.
Un giudizio che De Rocco rispetta, ma sul quale ci tiene a precisare alcuni punti circa l'iter che ha portato al progetto dell'opera contestata.
«Nel quadro dell'accordo Dellai-Galan - spiega il sindaco di Canale - nel 2007 ci siamo ritrovati in Primiero, bellunesi e trentini, per valutare quali progetti mettere in campo. Assieme a Siror e Tonadico abbiamo dunque valutato l'ipotesi di un rifugio. Un'ipotesi che poi, viste le perplessità dei miei concittadini, ho lasciato cadere».
De Rocco, però, i soldi del Fondo Dellai-Galan non li voleva perdere e spiega di aver presentato anche altre soluzioni.
«Avevamo pensato di intervenire sulla sentieristica - ha spiegato - ma la Regione ci ha detto di no; avevamo chiesto la sistemazione del museo Papa Luciani o degli edifici scolastici, sia a Canale che in Trentino, ma niente da fare; volevamo puntare all'ampliamento di Casera Valbona, ma era troppo dalla nostra parte».
Per il sindaco di Canale, infatti, nella valutazione generale bisogna sempre tener conto che i progetti devono essere transfrontalieri e accontentare dunque sia il Veneto che il Trentino.
È in questo senso, a suo avviso, che deve essere considerata la scelta finale di costruire il bivacco anche se, a guardare altri esempi di progetti (vedi quello tra Taibon, Gosaldo, Voltago, Siror e Tonadico), risulta difficile definire con esattezza il concetto di “transfrontaliero”.
«La realizzazione della struttura salvaguarderebbe tale aspetto - dice comunque De Rocco - ma con quei soldi potremmo anche fare la sentieristica dal bivacco alle miniere del Sass Negher e iniziare, con 250 mila euro, la sistemazione dell'entrata di queste ultime».
Dopo le polemiche di questi giorni, il sindaco è comunque pronto a una riflessione.
«Ci penseremo su e terremo conto dei suggerimenti - annuncia - è chiaro che, se rinunciamo al bivacco, rinunciamo pure alla possibilità di sistemare le miniere».